Es 33,7-11; 34,5-9.28; Sal 102; Mt 13,36-43
1. Carissimi fratelli,
siamo in un luogo particolare e speciale, il luogo in cui Gesù ha invitato i suoi a restare assieme a Lui per vegliare e pregare, così da non cadere nella tentazione di abbandonare Lui e insieme con Lui di abbandonare quello che il Padre chiede a ognuno di noi. Siamo nel luogo in cui Gesù, pregando il Padre, è entrato in agonia, è entrato cioè dentro una lotta interiore talmente intensa che lo ha portato a sudare sangue. È il luogo in cui Gesù ha sintonizzato perfettamente, liberamente e volontariamente la sua volontà umana sulla volontà divina per poter abbracciare interamente la volontà del Padre.
2. È significativo celebrare qui nel giorno in cui la Chiesa universale celebra la memoria di S. Alfonso Maria de’ Liguori, che è stato il Santo del rinnovamento della dottrina morale alla luce del principio dell’amore e della riconoscenza.
Nel suo libro dedicato alla “Pratica di amare Gesù Cristo”, Sant’Alfonso ci ricorda: “Uomo, dice il Signore, considera ch'io sono stato il primo ad amarti. Tu non eri ancora al mondo, il mondo neppur v'era ed io già t'amavo. Da che sono Dio, io t'amo”. E dopo aver descritto tutte le manifestazioni dell’amore di Dio per noi, che culminano nel dono del suo Figlio per amore nostro e per la nostra salvezza il nostro Santo ricorda che Dio fa tutto questo: “per amor dell'uomo; acciocché servano all'uomo, e l'uomo l'ami per gratitudine”.
3. È significativo infine celebrare qui oggi, nel giorno in cui la Parola di Dio ci offre alcuni brani che possono illuminare questo mistero e il mistero della nostra stessa vita. Una vita nella quale anche noi siamo invitati a trovare la sintonia con Gesù e assieme a Lui con la volontà del Padre, una vita nella quale anche noi siamo invitati a vivere con riconoscenza, ad accorgerci di quanto il Padre ci ha amato, nel Suo Figlio Gesù, e di quanto sia importante che anche ciascuno di noi impari ad amare Dio per gratitudine.
4. Poniamoci allora tre domande:
- come si entra in sintonia con la volontà del Padre assieme a Gesù?
- cosa ci impedisce di entrare in sintonia con la volontà del Padre insieme con Gesù?
- come possiamo imparare ad amare Dio per gratitudine?
5. Anzitutto come si entra in sintonia con la volontà del Padre assieme a Gesù? Ce lo insegna Gesù stesso e ce lo insegna anche la prima parte del brano dell’Esodo ascoltato oggi. Per entrare in sintonia con la volontà del Padre occorre che ci mettiamo in preghiera davanti a Lui e la preghiera è fatta di due movimenti, quello dell’ascolto e quello della parola. Nel racconto dell’Esodo si dice che Mosè sta nella tenda davanti a Dio e “il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico”. Nel racconto dell’agonia di Gesù nel Getsemani si dice che Gesù prega per ben tre volte e nella sua preghiera chiede: “Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14,36).
Per entrare in sintonia con la volontà del Padre occorre un ascolto continuato e profondo di quello che Dio ci dice attraverso la Sua Parola, e occorre un esercizio prolungato, paziente, ripetuto – tre volte nella Bibbia significa un lungo processo interiore – per spostare la nostra attenzione dall’io a Dio.
Oggi, nel tempo in cui l’idolatria dell’io sembra trionfare e sembra contagiare anche la coscienza di molti cristiani, questo processo di ascolto e di sintonia con Dio è assolutamente necessario per non essere travolti dalla tentazione di voler piegare la volontà di Dio alla nostra, anziché sintonizzare la nostra sulla Sua.
6. Poi chiediamoci cosa ci impedisce di entrare in sintonia con la volontà del Padre insieme con Gesù?
Approfondendo quello che ho appena detto e riprendendo quello che il vangelo odierno ci suggerisce dobbiamo ricordare che il nostro ascolto di Dio e della sua Parola non avviene in un campo nel quale cresce solo ciò che Dio ha seminato, ma in un campo – il mondo, l’ambiente culturale, il nostro stesso cuore e la nostra stessa coscienza – in cui semina anche il Maligno.
La grande fatica che facciamo a sintonizzarci sulla volontà del Padre è dovuta in gran parte a questo fatto: nonostante la tanta Parola di Dio seminata in noi vediamo che nel nostro cuore c’è ancora molta zizzania.
Dobbiamo esserne consapevoli, ci dice Gesù. Dobbiamo anche essere pazienti, come il Padre. Dobbiamo far crescere il più possibile il grano buono, se non vogliamo che sia la zizzania a soffocarlo.
Per trovare la piena sintonia con la volontà del Padre non basta una preghierina, ci vuole il percorso di ascolto di una vita intera e la disponibilità a sudare sangue quando sentiamo che la nostra volontà umana fa fatica a riconoscere la volontà del Padre e a sintonizzarsi su di essa.
7. Infine domandiamoci: come possiamo imparare ad amare Dio per gratitudine?
Ci viene ancora in aiuto il brano dell’Esodo. Nella seconda parte del brano ascoltato Mosè fa un’esperienza straordinaria. Pur vedendo Dio solo di spalle, lo incontra e gli viene donato di conoscerne il nome, cioè la sua identità profonda.
E il nome è questo: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione”.
L’amore del Signore, la sua misericordia e il suo perdono vale 1000, il suo castigo, cioè la sua correzione vale 4. Per usare il linguaggio della pedagogia potremmo dire che Dio fa un uso infinito del rinforzo positivo, mentre usa con molta parsimonia il rinforzo negativo.
Ora noi, per imparare ad amare per gratitudine, bisogna che impariamo a cogliere queste sue infinite manifestazioni di misericordia, di perdono, di amore, di fedeltà: quelle grandi come il dono del Suo Figlio per noi, quelle ordinarie e quotidiane attraverso le quali si manifesta la sua provvidenza. E occorre che impariamo a riconoscere anche le sue correzioni – anche quelle dolorose – come un dono che è per la nostra vita, come un’offerta paziente di una nuova possibilità di incominciare.
8. Per intercessione di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, grande maestro di vita spirituale ed educatore di coscienze, chiediamo il dono dello Spirito di Gesù, per riuscire ad ascoltare quello che il Padre ci dice, per riuscire a riconoscere i mille modi in cui si manifesta il Suo amore per noi, ma anche per riuscire a sintonizzare la nostra volontà umana – assieme a Gesù – sulla volontà del Padre e per imparare ad amare per gratitudine.