La nostra fede si radica nella fede della Chiesa | Custodia Terrae Sanctae

La nostra fede si radica nella fede della Chiesa

Pasqua – Anno A

Continua la collaborazione tra VITA TRENTINA  e fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa nella rubrica "In ascolto della Parola". 

At 10,34.37-43; Col 3,1-4; Gv 20,1-9

«Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio». Col 3,1

Le letture della Domenica di Pasqua ci introducono nella fede in Gesù risorto. Questa fede è radicata nella fede della Chiesa e nasce dalla fiducia accordata alla testimonianza di coloro che per primi l’hanno incontrato risorto: gli apostoli.

Il libro degli Atti degli Apostoli, che leggiamo nel tempo pasquale, narra il diffondersi di questa testimonianza e narra la nascita e il primo sviluppo della Chiesa a partire da questa testimonianza. La famiglia del centurione Cornelio è la prima famiglia pagana ad accogliere la testimonianza su Gesù ed a farsi battezzare dall’apostolo Pietro. In una breve catechesi Pietro annuncia a questa famiglia la vita, morte e risurrezione di Gesù ed il significato che questa vita, morte e risurrezione ha per coloro che l’accolgono.

Anzitutto riassumiamo brevemente il fatto così come ce lo presenta l’apostolo. Gesù di Nazaret è l’inviato ultimo di Dio, che è stato consacrato dallo Spirito ed è passato “beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo” (At 10,38). Quel Gesù è lo stesso che è stato crocifisso in Gerusalemme, che è stato risuscitato da Dio il terzo giorno, che è apparso ai suoi discepoli mangiando e bevendo con loro, che ha dato loro l’incarico “di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio” (At 10,42).

Oltre al fatto l’apostolo Pietro ci illumina anche sul suo significato, interpretando la morte e risurrezione di Gesù a partire dagli scritti dell’Antico Testamento: “A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome” (At 10,43). Credere in Gesù nato, morto e risorto per noi vuol dire aprirsi ad accogliere il suo giudizio ed il suo perdono. Come recitiamo ogni domenica nella professione di fede l’incarnazione, la morte e la risurrezione di Gesù sono “per noi e per la nostra salvezza”.

La seconda lettura, tratta dalla lettera ai Colossesi ci fa compiere il passo ulteriore: la nostra vita cristiana è partecipazione alla vita, morte e risurrezione di Gesù stesso. L’adesione a Gesù (attraverso la fede, il battesimo ed il dono dello Spirito) trasforma tutta la nostra vita cristificandola. Diventiamo sempre più conformi a Gesù Cristo risorto, entriamo sempre più nella sua mentalità e nel suo stile di vita, partecipiamo realmente del suo Spirito e del suo rapporto col Padre. Questo per dono di Dio. Ma ogni dono richiede di non essere sprecato, per cui nell’accoglienza del dono di Dio trova spazio il nostro impegno libero e personale di credenti: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio» (Col 3,1).

Avendo accolto la testimonianza della Chiesa abbiamo accolto Gesù Cristo e il suo perdono, grazie alla nostra testimonianza altri potranno risorgere con Cristo.

di fr. Francesco Patton, ofm

Custode di Terra Santa