Rendiamo grazie | Custodia Terrae Sanctae

Rendiamo grazie

Chiusura tre giorni Ottavo Centenario - S. Luca

Carissime sorelle, carissimi fratelli,

il Signore vi dia pace!

1. Abbiamo sentito poco fa le parole dell’Apostolo Paolo ai Colossesi (Col 1, 3-6) – sono quelle dei vespri per la festa di san Luca evangelista –, che possono ben ispirare anche la conclusione di questi tre giorni di preghiera, riflessione e celebrazione degli ottocento anni di presenza francescana in Terra Santa.

Sono parole che non solo ci offrono l’orizzonte sul quale collocare le nostre celebrazioni, ma ci offrono anche la prospettiva di futuro attorno alla quale incrementare il nostro impegno a vivere la nostra vocazione e la nostra missione francescana in Terra Santa.

2. Vorrei riassumere il tutto in tre aspetti:
- il valore di saper fare una lettura eucaristica della nostra storia, l’importanza cioè di saper ringraziare;
l’importanza di coltivare in modo attivo il dono delle virtù teologali fede, speranza e carità, le tre virtù che san Francesco chiedeva fin dagli inizi della sua conversione;
- la necessità di saper guardare in avanti con la prospettiva di permettere alla Parola del Vangelo di fruttificare e svilupparsi in noi e attraverso di noi.

3. Permettetemi però di sottolineare soprattutto il valore di saper fare una lettura eucaristica della nostra storia, l’importanza cioè di saper ringraziare. 
Ci suggeriva san Paolo: “Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi”
In questa occasione particolare, facciamo risuonare anche quello che san Francesco ci ricorda nella Regola non bollata XVII,5 dove dice ai frati di 800 anni fa, ma anche a noi oggi, “di non gloriarsi, né godere tra sé, né esaltarsi dentro di sé delle buone parole e delle opere, anzi di nessun bene che Dio fa o dice e opera talvolta in loro e per mezzo di loro… E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed egli stesso riceva tutti gli onori e la riverenza, tutte le lodi e le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed egli solo è buono” (FF 47.49).

4. Restituiamo a Dio il bene che Lui ha fatto e detto nella nostra fraternità e attraverso la nostra fraternità lungo questi otto secoli e per quello che continua Lui a dire e fare oggi in noi e attraverso di noi, e di quello che vorrà dire e fare in noi e attraverso di noi in futuro. 
Rendiamo grazie a Dio e non ci autoesaltiamo. 
Rendiamo grazie a Dio per i frati che hanno dato la vita e per quelli che continuano a darla nei vari luoghi della nostra missione, rendiamo grazie per quelli che vivono il loro servizio nei santuari e nelle parrocchie, nelle scuole e nell’accoglienza dei pellegrini, nella ricerca e nell’insegnamento, nelle opere sociali e caritative, senza pretendere riconoscimenti per sé.
Rendiamo grazie per quelli che in questi anni hanno rischiato la loro vita e incolumità fisica per il bene dei propri fratelli e continuano a stare nei posti più pericolosi, rendiamo grazie per quelli che hanno vissuto e vivono nell’obbedienza dando buon esempio.

5. Rendiamo grazie per i frati che si sono presi cura e si prendono cura dei luoghi e delle persone, per quelli che hanno messo in luce e studiato i luoghi della nostra redenzione e per quelli che li hanno resi accessibili alla comunità locale e ai pellegrini, per poter fare un’esperienza profonda del mistero del Dio incarnato.
Rendiamo grazie per i tanti collaboratori e le tante collaboratrici, religiosi e religiose, laici e laiche, che ci hanno aiutato e ci aiutano a portare avanti questa missione con dedizione, spirito di sacrificio e senso di gratuità.
Rendiamo grazie per tutti quelli che hanno accolto la divina ispirazione di vivere la vocazione alla vita evangelica francescana in questa Santa Terra, rendiamo grazie per quelli che vivono la stagione della malattia o del declino delle forze sopportando in pace “infirmitate et tribulatione” e restituendo tutto al Signore attraverso l’offerta paziente anche della propria sofferenza e per quelli che si prendono cura di loro.

6. Rendiamo grazie per l’impegno di tanti nostri fratelli che in molte Province dell’Ordine svolgono il loro servizio in favore della nostra missione e per i tanti benefattori che sono la dimostrazione concreta della Provvidenza e della benevolenza di Dio nei confronti di questa missione nella quale Lui ci ha posti.
Rendiamo grazie a Dio per il sostegno, l’incoraggiamento, la consolazione e la correzione che Lui ci ha dato e continua a darci attraverso la Chiesa, il Papa e i suoi collaboratori e attraverso la vicinanza del Ministro generale e di tutto l’Ordine, come abbiamo sperimentato anche in questi giorni.

7. Come ci suggerisce san Francesco, rendiamo grazie a Dio con le nostre parole e con la nostra vita. Tra poco canteremo il Magnificat e uniremo alla lode che la Vergine innalza al Signore anche la nostra lode, per le grandi opere che Lui ha compiuto. 
Ciascuno di noi, nel silenzio del proprio cuore, aggiunga anche i motivi personali per i quali far salire all’altissimo, onnipotente e bon Signore il proprio canto di lode.

 

Fr. Francesco Patton OFM
Custode di Terra Santa