Meditazione di Fr. Eugenio Alliata, 23 marzo | Custodia Terrae Sanctae

Meditazione di Fr. Eugenio Alliata, 23 marzo

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 11,45-56

Dal racconto del Vangelo vediamo come Gesù viene a trovarsi in una situazione difficile.

Non ha fatto niente di male, anzi… ha appena compiuto un grande miracolo (la resirrezione di Lazaro), ma dai suoi avversari è comunque considerato un pericolo: «verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».

Viene la Pasqua, deve salire o non deve salire a Gerusalemme? Sembra quasi che, anche lui, in questa occasione, non sappia che cosa fare. Se sale, va incontro alla morte. Se non sale, rinuncerà forse a compiere la sua missione? Qualche volta anche noi, pure nel nostro piccolo, possiamo trovarci a volte in situazioni difficili, e non sappiamo più cosa fare. Prendiamo esempio da Gesù.

Già nel prologo del Vangelo di Giovanni si trova chiaramente predetto questo rifiuto in cui Gesù sarebbe venuto a trovarsi.

Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. (Gv 1,11-12)

Così vediamo Gesù prendere decisioni apparentemente contraddittorie. Si nasconde, si separa dal pubblico, poi segretamente col gruppo più ristretto dei suoi discepoli si reca in una cittadina ai margini del deserto, chiamata Efraim. Questa città è probabilmente il villaggio chiamato Tayyibeh, che si trova effettivamente ai margini del deserto ad una ventina di chilometri da Gerusalemme, ed è ancora oggi abitato da cristiani palestinesi.

Il deserto ha costituito anche altre volte per Gesù il luogo dove incontrare Dio e, dal contatto con Dio, trovare la forza di prendere le decisioni più importanti. Da qui sale finalmente, con i suoi discepoli, alla santa città, dove l’aspetta il culmine della sua vita: dare la sua vita per il popolo, e riunire insieme i figli di Dio che erano, dispersi, come inconsciamente aveva “profetizzato” il sommo sacerdote nel corso del malvagio consiglio, cui aveva partecipato insieme con i membri del sinedrio.

A Gerusalemme, sulla croce, avrà infine compimento la missione di Gesù.

Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. (Gv 19,30)

E questo momento lo stiamo proprio per ricordare tra pochissimi giorni.