Meditazione di Fr. Giuseppe Maria Gaffurini, 26 marzo, Martedì Santo

Meditazione di Fr. Giuseppe Maria Gaffurini, 26 marzo, Martedì Santo

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 13,21-33.36-38

Sono Fr. Giuseppe

dal terrazzo del Convento della Flagellazione da cui vi parlo, si vede bene, a distanza, sulla destra il Cenacolo nel quale si è svolto il dialogo di Gesù con i suoi che abbiamo appena ascoltato.

Il turbamento di Gesù non può non angosciarci.

La consapevolezza che uno dei suoi l’avrebbe tradito e che satana sarebbe entrato in lui, turba profondamente Gesù: come è possibile?

Come è possibile? Si interrogano i suoi.  E Simon Pietro, che è sempre il primo a prendere l’iniziativa, chiede al discepolo che Gesù amava, e che si trovava al fianco di Gesù, di informarsi da Gesù stesso su chi fosse colui di cui parlava.

In questo clima teso, di turbamento e di angoscia, si inserisce un gesto che verrà ricordato nei millenni a seguire come il più dolce e intimo tra Gesù e il discepolo che amava: “ed egli chinandosi sul petto di Gesù”!

Non c’è artista che non ci abbia rimandato questo momento!

E davvero dobbiamo riempirci gli occhi e il cuore di questo attimo perché il momento di cui il Vangelo ci parla è solo drammatico.

Gesù condivide il segreto del suo cuore e lo consegna ad un “boccone” fatto  dai cinque versetti centrali della pericope 13,26-31.

E’ il segno che Pietro e il discepolo che amava gli hanno chiesto, è la porta di ingresso di satana in Giuda Iscariota e segna il suo uscire dal cenacolo ed entrare nella notte!

“Fallo presto”  “E subito uscì”

A questo “subito” di Giuda corrisponde il “subito lo glorificherà da parte di Dio”, dopo l’ uscita di Giuda, Gesù comincia a parlare della sua uscita da questo mondo, della sua dipartita: “Figlioli ancora per poco sono con voi…”

Sembra che dal turbamento iniziale Gesù si riprenda ora con un’espressione piena di amore: “Figlioli”.

Pietro si sente subito chiamato in causa, vuole essere sempre il primo a seguire Gesù, forse è proprio la sua vocazione!

Ma ahimè il vangelo di oggi sembra porci di fronte a due possibilità:

Giuda, il discepolo che tradisce subito…

Pietro, il discepolo che rinnega per ben tre volte prima che il gallo canti…

Tertium non datur  dicevano i latini!

Nessuno di noi pensi: “io non sono né Giuda né Pietro…”

 l’evangelista Marco scrive:  “Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono” Mc 14,50

Carissimi fratelli e sorelle leggiamo e rileggiamo questa pagina, scomponiamola nei quadri che la formano e entriamo nella settimana Santa muovendo i passi dal turbamento al tradimento, dal petto di Gesù al cuore di figlioli, dal boccone alla notte, dalla rivelazione della glorificazione del Padre al canto del gallo che ci rivela quante volte abbiamo rinnegato Gesù!

Dal terrazzo della Flagellazione si vedono tutti i passi che Gesù ha fatto, dal Cenacolo al Getsemani, dal Getsemani al Litostroto, dal Litostroto alla Via Dolorosa sino al Calvario e all’Anastasi, alla Basilica della Risurrezione.

Solo dopo aver vinto la morte il Risorto apparendo ai suoi dirà: “Pace a voi!”