Giovedì Santo, la celebrazione al Cenacolo sul Monte Sion

Giovedì Santo, la celebrazione al Cenacolo sul Monte Sion

Nel pomeriggio del Giovedì Santo, a Gerusalemme, i frati della Custodia di Terra Santa hanno celebrato la Messa in Coena Domini nella sala del Cenacolo: "Siamo riuniti insieme per celebrare la Cena del Signore proprio nel luogo in cui Gesù ha istituito la celebrazione eucaristica" – ha esordito il Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, che ha presieduto la liturgia (qui il testo completo) in cui erano presenti anche mons. Adolfo Tito YllanaNunzio Apostolico in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e la Palestina e mons. Bruno Varriano, Vicario Patriarcale di Cipro .

Il Cenacolo

Qui infatti, sul Monte Sion, si apre la "sala al piano superiore", dove, secondo i Vangeli, Gesù celebrò l’Ultima Cena con i suoi discepoli ed è qui che si svolse anche la lavanda dei piedi e la discesa dello Spirito nella Pentecoste.

"Durante l’ultima cena Gesù ha detto 'Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri' (Gv 13,34). Questo significa amare fino a donare la vita per le persone che amiamo, perché questo è ciò che Gesù ha fatto per noi. E inoltre vuol dire poi lavare i piedi gli uni agli altri, cioè seguire l’esempio di Gesù che non è venuto per farsi servire ma per mettersi a nostro servizio. In questa celebrazione vogliamo nutrirci di Gesù, perché solo così diventeremo capaci di amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati".

Il Custode di Terra Santa Fr. Francesco Patton ha fatto memoria della lavanda dei piedi di Gesù ai suoi apostoli, replicando lui stesso tale gesto di amore nei confronti di sei studenti e sei docenti del Terra Santa School di Gerusalemme.

Le peregrinazioni dai fratelli Armeni e Siriani

Dal cenacolo, i francescani si sono diretti poi nella chiesa di San Giacomo degli Armeni e nella chiesa dei SS. Arcangeli, per rendere omaggio e fare memoria dell'ospitalità qui ricevuta nel XVI secolo. Presso quest'ultima chiesa infatti, i frati furono accolti dagli armeni per sette anni, dopo che nel 1551 i seguaci del poverello di Assisi erano stati espulsi dal convento del Cenacolo ove risiedevano. Dopo questo tradizionale tributo, i frati si sono incamminati verso la chiesa siro-ortodossa di San Marco, nota per essere stata costruita sulla presunta casa di Maria, madre dell'evangelista Marco e che, secondo la tradizione siriaca, designerebbe il luogo esatto dell'Ultima Cena di Gesù.

L’Ora Santa al Getsemani

La sera del Giovedì Santo a Gerusalemme si è celebrata infine la preghiera dell’Ora Santa di Gesù al Getsemani. Durante la liturgia, presieduta dal Custode di Terra Santa, si medita su tre momenti: la predizione di Cristo del rinnegamento di Pietro e della fuga dei discepoli, l’Agonia di Cristo nel giardino e infine il suo arresto

"Sappiamo che in questo momento particolarmente difficile per la piccola comunità cristiana di Gaza  – ha detto il Custode di Terra Santa all'inizio della celebrazione (qui il testo integrale) – come per tutte le comunità cristiane colpite in molti Paesi del mondo, tanti nostri fratelli, come Gesù, provano angoscia, stanno sudando sangue e vivono l’ora della loro agonia: preghiamo, in quest’ora santa, soprattutto per crescere nella capacità di fidarci di Dio Padre, ben sapendo che in quest’ora non è lontano da noi e non si è dimenticato di noi".

Silvia Giuliano