L'attualità del messaggio di San Francesco d’Assisi: dialogo con Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa | Custodia Terrae Sanctae

L'attualità del messaggio di San Francesco d’Assisi: dialogo con Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa

«Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa  et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».

In occasione della festa di San Francesco, il Christian Media Center ha dedicato l'incontro del 3 ottobre con Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa, all'attualità del Cantico delle Creature (recitato da oltre 800 anni) e alle encicliche “Laudato si'” e “Fratelli tutti”.

 

Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa

Il Cantico delle Creature - sarebbe meglio chiamarlo "Il Cantico di Frate Sole" - è un canto che Francesco compone in diversi momenti. Prima compone la parte in cui invita le varie creature a dar lode a Dio e poi, quando è il momento di uno scontro aspro tra il vescovo e il Podestà di Assisi, compone la strofa del perdono, in modo tale da invitare al perdono, alla riconciliazione e alla pace. All'avvicinarsi della morte comporrà poi anche la strofa che riguarda Sora nostra morte corporale.

È  un cantico che è modellato sull'esempio dei Salmi biblici di lode. La particolarità di questo cantico, di questo Salmo composto da San Francesco è che è composto in italiano, in volgare umbro ed è considerato perfino la prima poesia della storia della letteratura italiana.

A me piace molto l'idea che sta dietro al Cantico delle Creature, l'idea che tutto il creato è una grande fraternità, perché tutte le creature, frutto della paternità di Dio, sono create da Dio padre per mezzo del Figlio nello Spirito. Quindi tutte le creature si sentono parte di una famiglia, di una fraternità e questa è anche teologia biblica e spiritualità francescana. Tutte le creature portano significazione di Dio, cioè aiutano comprendere qualche aspetto di quello che è l'Altissimo Onnipotente Bon Signore.

Questo testo è di un'attualità straordinaria da tantissimi punti di vista. È di un'attualità straordinaria anche dal punto di vista delle due encicliche molto belle che Papa Francesco ci ha proposto, la Laudato si' e la Fratelli tutti. Tutte e due toccano lo stesso tema che il tema della fraternità universale.

Nell´enciclica Laudato Si', di maggio di 2015, Papa Francesco esorta a un approccio di ecologia integrale  perché tutto è connesso.

Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa
Certamente direi che tutto il pontificato di Papa Francesco è segnato dal desiderio di voler attualizzare il messaggio e la spiritualità di San Francesco. Ricordo quando è stato eletto e il cardinale ha annunciato che il nuovo Papa era Jorge Mario Bergoglio e aveva scelto il nome di Francesco.

Il Papa stesso, spiegando perché aveva scelto questo nome, ha detto che il suo vicino cardinale in conclave, il cardinale Hummes, francescano brasiliano, gli aveva detto:"Mi raccomando non dimenticarti dei poveri" . Questa battuta del confratello e amico cardinale lo ha ispirato a scegliere il nome di Francesco.

Di fatto poi fin da subito ha iniziato con delle tematiche francescane e ha cominciato con l'evidenziare l'importanza di saper riconoscere la presenza di Cristo nel povero. Non ha cominciato facendo un discorso sociologico, ma facendo un discorso teologico e cristologico.

Ricordo la prima sua enciclica, scritta a quattro mani con papa Benedetto XVI (era stata iniziata da Papa Benedetto ed è stata conclusa da Papa Francesco). Porta un titolo significativo: Lumen Fidei, che a me richiama la preghiera del giovane Francesco davanti al crocifisso di San Damiano. Il giovane Francesco davanti al crocifisso di San Damiano chiede: "Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio e dammi fede retta, speranza certa e carità perfetta". Probabilmente lì non c'era una ispirazione esplicitamente francescana, ma leggendo da francescano il titolo della enciclica, a me veniva subito in mente quella preghiera del giovane Francesco. Mi piace accostarla all'inizio del pontificato del Papa che invita tutti quanti a chiedere la luce della fede, ma che in fondo si mette lui per primo a chiedere la luce della Fede.

Va ricordata poi nel 2015/2016  la proclamazione dell'anno Santo straordinario della Misericordia. Il tema della Misericordia attraversa tutta la vita di Francesco come esperienza personale dell'avere incontrato la Misericordia di Dio. Prima dell'anno della Misericordia era arrivata la Evangelii Gaudium che è un testo secondo me fondamentale nel magistero di Papa Francesco. Poi sono arrivate appunto le encicliche a tema esplicitamente francescano, perché son due encicliche che iniziano con citazioni francescane: l'enciclica Laudato si'  e Fratelli Tutti.

La Laudato si'  rompe con una tradizione plurisecolare millenaria, che è quella di iniziare sempre con delle parole latine le encicliche. Questa volta inizia con due parole in italiano, che sono le parole iniziali del Cantico di Frate Sole: Laudato sii mi signore con tutte le tue creature. È un'enciclica, direi, non banalmente ecologica, ma è un enciclica che propone quella che Papa Francesco stesso chiama una ecologia integrale. Parte dal constatare la situazione attuale e lo stesso schema verrà anche applicato nella Fratelli tutti. Si constata il grido della nostra Sora madre terra, che è il grido che noi stessi sperimentiamo nei cambiamenti climatici e in tutta una serie di fenomeni che affliggono l'umanità intera.

È un'enciclica con una proposta di ecologia integrale, che con molto realismo vede anche i guai, i problemi, i disastri che ci sono. Indica tutta una serie di linee che appunto non sono quelle di un'ecologia riduttiva, ma di un'ecologia integrale. Indica linee di conversione, ma anche linee di spiritualità.

C'è poi l'altra grande enciclica che prende un titolo esplicitamente francescano: la Fratelli tutti.

Papa Francesco nella presentazione della enciclica "Fratelli tutti" sottolinea: “Questo santo  dell´amore fraterno, della semplicità e della gioia, che mi ha ispirato a scrivere l’ enciclica Laudato Si', nuovamente mi motiva a dedicare questa nuova enclicica alla fraternità e all´amicizia sociale”.

Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa

La Fratelli tutti sviluppa il cuore del pensiero francescano, che è il pensiero della fraternità, o meglio è il pensiero dell'essere appunto fratelli e sorelle tutti. Nella Fratelli tutti ancora una volta Papa Francesco parte dalla constatazione delle difficoltà che ci sono a vivere il tema della fraternità. Dato che l'enciclica è anche scritta nell'anno della pandemia, si evidenzia come, perfino in una situazione che avrebbe dovuto spingere tutti a una maggior solidarietà e a una maggiore fraternità, questo non si è verificato o non è venuto in modo così automatico e spontaneo. Poi comincia con l'annuncio della speranza e offre un paradigma, un modello, per capire cosa vuol dire qual è la via per per imparare a diventare fratelli tutti, perché imparare a diventare fratelli è il senso dell'enciclica. Il paradigma, il modello che Papa Francesco offre è la parabola del buon samaritano. E la parabola del buon samaritano è interessante, perché è una parabola che capovolge le questioni. Alla domanda "chi è il mio prossimo?", Gesù risponde con il racconto della parabola e termina con l'invito a farsi prossimo.

Offerto questo modello, il Papa lo declina nei vari ambiti: ad esempio nell'importanza di coltivare la fraternità all'interno della società, all'interno dei processi economici, nel mondo della politica, eccetera.

Il tema della fraternità si declina nei vari ambiti, fino ad arrivare all'ambito del rapporto tra i credenti di religioni diverse. Lì il Papa Francesco riprende un episodio, che è ancora una volta assolutamente francescano e al quale noi frati di Terra Santa siamo particolarmente affezionati: l'incontro tra San Francesco e il sultano Al-Malik Al-Kamel.

“C’è un episodio della  vita di San Francesco che ci mostra il suo cuore senza confini, capace di andare al di là delle distanze dovute all’origine, alla nazionalità, al colore o alla religione. È la sua visita al Sultano Al-Malik Al-Kamel in Egitto”, dice il Papa.

Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa

Papa Francesco già aveva sottoscritto nel 2019 il documento di Abu Dhabi insieme col grande Imam di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, e l'anno dopo nell'enciclica recupera molto di quello che c'era in quel documento. Lo fa proprio all'interno dell'enciclica e lo fa proprio facendo esplicitamente riferimento a quell'incontro profetico, vissuto da San Francesco otto secoli fa, insieme con questo grande e illuminato uomo di spirito, il Sultano che si chiamava Al-Malik Al-Kamel, al quale noi in qualche modo ci sentiamo di essere debitori, perché è colui che, secondo la nostra storiografia, avrebbe dato il salvacondotto a Francesco per venire a visitare i luoghi Santi, il Santo Sepolcro e la Natività, prima del suo rientro in Italia.

Oggi spesso vengono evidenziati, dal punto di vista comunicativo, solo i modelli negativi, cioè lo scontro tra credenti di diverse religioni. Le uccisioni fatte - ahimé - credendo di dar lode a Dio sono quelle che vengono evidenziate. Meno si raccontano, purtroppo, i gesti di amicizia che ci sono tra i credenti di varie religioni, qui in Terra Santa, come in altre parti del mondo.

Di fatto la presenza francescana qui tocca tutti questi aspetti che abbiamo evidenziato. Tocca certamente il fatto di essere una presenza di testimonianza evangelica: questo è fuori dubbio.  Il capitolo XVI della Regola Non Bollata che citavo prima è per noi una specie di bussola, che ci orienta da otto secoli nel nostro stare in un contesto che è sempre stato a maggioranza di altra religione, un tempo a maggioranza musulmana e adesso a maggioranza musulmana ed ebraica.

Poi certo ci sono stati momenti nei quali ci sono stati anche scontri. I frati hanno anche pagato un alto debito di sangue, perché in otto secoli più di 2000 sono i frati annoverati nel nostro martirologio. La maggior parte di loro sono stati uccisi e una parte di loro sono morti martiri di carità, curando gli attestati, senza farne una questione di credo, di religione. I frati curavano tutti quelli che ne avevano bisogno.

Non dimentichiamo poi che Francesco d'Assisi era capace di compiere gesti e poi anche capace di usare le parole. Papa Francesco è uno che predilige i gesti e però sa anche usare bene le parole.

Al termine di questo incontro le parole di speranza e la benedizione di Fr. Francesco Patton.

Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa

Non dimentichiamo, nella situazione in cui noi ci troviamo a vivere, che quando San Francesco compone il Cantico di Frate Sole è diventato cieco. Non ci vede più, eppure ancora sa apprezzare il dono della vita e ancora sa apprezzare le creature e invitarle alla lode. Anche noi, anche se ci troviamo in un tempo che è ancora difficile, non dimentichiamo la realtà più profonda: che c'è un Altissimo Onnipotente Bon Signore. Ci fidiamo di lui. Dover sopportare infirmitate et tribolazione, difficoltà fisiche, come le malattie e difficoltà interiori, che a volte sono molto più difficili da sopportare delle malattie. Quando noi queste le sopportiamo in pace, allora  facciamo l'esperienza di essere coronati da Dio, che Dio ci accompagna che Dio ci benedice, che Dio ci vuol bene anche dentro questo tipo di situazione.

Quindi l'augurio è di non farsi opprimere, scoraggiare, di non perdere la fede e la speranza perché ci troviamo in un momento di difficoltà.  Dio continua ad essere l'Altissimo Onnipotente Bon Signore, Dio continua ad accompagnarci, Dio continua a benedirci e Dio ci aspetta.

 

Christian Media Center