L'importanza dell'incontro: visite di israeliani a San Salvatore | Custodia Terrae Sanctae

L'importanza dell'incontro: visite di israeliani a San Salvatore

Sono arrivati in gruppo a San Salvatore per la prima volta e a guidarli è stato Fr. Alberto Pari, Direttore dell'Istituto di musica Magnificat e incaricato del dialogo interreligioso e delle relazioni con la società israeliana. I francescani della Custodia di Terra Santa hanno accolto l'8 febbraio il primo gruppo proveniente da una sinagoga, accompagnato anche da Padre Rafic Nahra, vicario patriarcale per i cattolici di espressione ebraica.
L'apertura verso tutta la popolazione locale è da sempre una prerogativa della missione francescana in Terra Santa. Aprire dunque le porte del proprio "quartier generale", qual è il convento di San Salvatore per i francescani della Custodia di Terra Santa , è un modo per farsi conoscere e mostrare i frutti della propria opera.

Il gruppo della Keillat Zion che ha visitato il convento collabora da più di cinque anni con la comunità di espressione ebraica e con Fr. Alberto.
«Tutto è cominciato alcuni anni fa quando questa comunità stava nascendo e cercavano interlocutori cristiani che parlassero anche ebraico», racconta Fr. Alberto. Da lì è partita una amicizia tra la rabbina responsabile della sinagoga, Tamar Appelbaum, Fr. Alberto e Padre Rafic Nahra, ed è iniziata a farsi strada la volontà di creare iniziative per incontrarsi e conoscersi meglio. Oggi lo studio della Torah, dei midrashim e dei Padri della Chiesa è solo una delle attività comuni, come lo è un centro caritativo "interreligioso", dove si raccolgono vestiti e arredamento usati da donare a cristiani, musulmani ed ebreiin difficoltà.

Proprio per questa importante collaborazione instaurata, la visita in uno dei luoghi di vita dei francescani è stata per i membri della sinagoga Zion un bel momento di conoscenza. Fr. Alberto ha condotto il gruppo nella chiesa di San Salvatore, nella sala della madreperla in cui sono esposte oggetti antichi e preziosissimi della Custodia realizzati in madreperla e legno di ulivo; nel refettorio e sul terrazzo del convento. Tra le domande e l'interesse generale, gli amici israeliani hanno dimostrato con entusiasmo di aver apprezzato la visita.

Tra i gruppi che scoprono per la prima volta il convento, ci sono anche molti giovani israeliani che si preparano al servizio militare. Durante l'anno precedente al servizio nell'esercito (mekhina-preparazione), è prevista una visita a Gerusalemme per conoscere le tre grandi religioni della città: ebraismo, cristianesimo e islam. Sono proprio i frati francescani della Custodia di Terra Santa a presentare ai giovani la religione cristiana. Solitamente Fr. Alberto gestisce gli incontri, aiutato a volte dai frati che parlano ebraico, Fr. Clovis Bettinelli, Fr. Marco Carrara e Fr. Ayman Batesh, che lo ha fatto per esempio il 14 febbraio con un gruppo di israeliani, accompagnati da due guide.
«Vengo spesso a San Salvatore per portare gruppi di israeliani a visitare il convento- spiega Aviv, una guida -. Sono gruppi di trenta, quaranta ragazzi». I francescani li accolgono e offrono la loro testimonianza di vita. «Ho raccontato loro della spiritualità di Gerusalemme e di come preghiamo noi cristiani», spiega Fr. Ayman. Solitamente molti dei ragazzi rimangono colpiti dalla visita. «I ragazzi sono sorpresi dal divario tra la loro mente e la realtà - sostiene Aviv -, perché sono stati educati parlando di odio, conflitto e persecuzione, ma poi incontrano le persone reali. Sanno di quello che fecero i crociati, invece poi trovano persone piacevoli».

Per gli israeliani è interessante, perché è come se visitassero un altro mondo: trovano lingua, edifici, vestiti diversi. Così afferma la guida Aviv, che conclude: «Credo che la Custodia stia facendo un grande sforzo per avvicinarsi alla società israeliana. Ed è una benedizione trovare qualcuno che crede nell'importanza dell'incontro tra comunità diverse».