Messaggio Pasqua 2023 – Seminare speranza

Messaggio di Pasqua di fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa

Seminare speranza

Carissime amiche e carissimi amici,

siamo di fronte alla tomba di Gesù, il luogo in cui la sera del Venerdì Santo fu deposto il suo corpo ormai esanime. Qui ora siamo dentro le mura della Città Vecchia di Gerusalemme e c’è una grande basilica. Quando Gesù fu condannato a morte eravamo fuori le mura, e qui vicino c’era la collina del cranio, il Calvario, dove venivano giustiziati i condannati a morte e dove anche Gesù fu crocifisso.

Scendendo dalla roccia del Calvario si apriva uno spazio coltivato, un piccolo giardino nel quale crescevano forse degli di olivi, qualche limone, alcune viti e qualche mandorlo. Proprio al limite del giardino c’era la cava di pietra, ormai dismessa e utilizzata per seppellire. Questo è il luogo dove ci troviamo e dove Giuseppe di Arimatea aveva comperato per sé un sepolcro nuovo.

Qui fu deposto il corpo di Gesù, unto e fasciato in fretta, avvolto in un lenzuolo nuovo, con un sudario sul volto. Al sopraggiungere della notte bisognava sospendere ogni attività, perché arrivava lo shabbat, il sabato. E un’altra notte ancora avrebbe dovuto passare prima di poter tornare qui a piangere e completare la sepoltura.

Venendo a visitare questa tomba vuota e sostando qui in preghiera mi sono chiesto più volte: cosa è successo nella notte tra il Sabato Santo e la domenica di Pasqua? Come è avvenuta la risurrezione di Gesù, che è il fondamento della nostra fede e della nostra speranza?

Immagino l’ora più buia della notte e l’istante in cui l’oscurità viene ferita dal primo raggio di sole che appare in lontananza, sull’orizzonte. Immagino l’ora più silenziosa e fredda della notte, quando è percepibile il respiro di un bambino e la rugiada si deposita sull’erba e sugli alberi.

E immagino che in un istante tutto cambia. È come un lampo. Le bende che legavano il corpo di Gesù improvvisamente si sciolgono. Il lenzuolo che lo avvolgeva si affloscia sulla pietra, improvvisamente svuotato del suo contenuto. E il sudario resta lì quasi sospeso a ricordarci che copriva un volto.

In quell’istante di luce c’è l’inizio di una nuova creazione, di un mondo nuovo e di una nuova umanità. In quell’istante di luce il corpo di Gesù risorto porta per sempre in Dio un frammento e un seme di umanità nuova. Stando qui, percepisco in modo misterioso che quella luce avvolge anche me e che adesso è rinnovata anche la mia vita e la mia carne. Percepisco che questa tomba è la porta della vita perché qui Gesù è entrato nell’abisso della morte e l’ha trasformato nel passaggio alla vita in Dio.

Lo so che il mondo in cui viviamo sembra ancora travolto dalla potenza del male, della violenza, dell’odio e della morte. Lo vedo nelle guerre e nelle ingiustizie, nelle diseguaglianze economiche e nel cinismo dell’indifferenza di fronte ai disastri naturali, che continuano a causare morte e disperazione. Lo vedo nelle ideologie che giustificano le discriminazioni, l’uso brutale della violenza, la cancellazione della dignità della persona umana, lo sterminio di interi popoli. Lo vedo nell’odio che continua a essere seminato a piene mani dentro i solchi della storia e della nostra umanità, anche qui in Terra Santa.

Eppure in quel lampo di luce che segna il passaggio dalla notte del mondo a un mondo nuovo vedo che tutto questo è già vinto. Sento rinascere nel cuore la speranza, una speranza più forte di ogni opposta evidenza. Una speranza più forte dell’esperienza cruda del male.

Buona Pasqua da Gerusalemme! Che il Signore risorto porti speranza a ciascuno e ciascuna di voi, renda chiara anche la notte che vi oscura il cuore e vi renda capaci di seminare speranza.

Il Signore è veramente risorto. Buona Pasqua.

fr. Francesco Patton

Custode di Terra Santa