"Benvenuto nel Cuore della Terra Santa": l'ingresso solenne al Santo Sepolcro del Nunzio Apostolico | Custodia Terrae Sanctae

"Benvenuto nel Cuore della Terra Santa": l'ingresso solenne al Santo Sepolcro del Nunzio Apostolico

Mons. Leopoldo Girelli è entrato in processione nella Basilica della Resurrezione il 14 dicembre, accolto dalle autorità religiose cristiane della Città Santa. A Gerusalemme erano radunati capi delle chiese da tutta la Terra Santa per assistere all'ingresso solenne nel Santo Sepolcro del nuovo Nunzio Apostolico in Israele e Cipro e Delegato Apostolico per Gerusalemme e la Palestina.

Il solenne evento è stato di particolare importanza, a causa di ciò che la Basilica rappresenta per la cristianità e a causa delle singolari norme che lo governano. Il luogo in cui Gesù Cristo stesso risuscitò è, infatti, gestito secondo lo Status Quo che stabilisce le modalità delle celebrazioni dove la proprietà è comune a più confessioni. Dovevano essere presenti, dunque, le tre principali comunità proprietarie del Santo Sepolcro, quella greco ortodossa, latina (rappresentata dai francescani) e armena, che hanno accompagnato il Nunzio Apostolico fin dalla partenza del corteo dalla Porta di Giaffa. La Porta di Giaffa è il luogo in cui avvengono sempre gli ingressi ufficiali dei diplomatici nella Città Vecchia di Gerusalemme e così è stato anche per il Rappresentante Pontificio.

DALLA PORTA DI GIAFFA. Da lì, dunque, si è incamminato Mons. Leopoldo Girelli, scortato dal Vicario della Custodia Fr. Dobromir Jasztal, rappresentante dei frati francescani (che sono inseriti di diritto nello Status Quo), da un rappresentante della chiesa greco-ortodossa e da uno della chiesa armena. Alla presenza anche del Presidente dell'Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa l'arcivescovo melchita di Acri Georges Bacouni, facendosi largo tra la folla di fedeli, il nuovo Nunzio Apostolico è giunto alla porta del Santo Sepolcro, dove lo aspettava l'Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino Mons. Pierbattista Pizzaballa.

Il BENVENUTO DEL CUSTODE. Davanti alla Pietra dell'Unzione il Custode di Terra Santa Fr. Francesco Patton ha salutato Monsignor Girelli: «Benvenuto nel cuore della Terra Santa, benvenuto a Gerusalemme, Città Santa e amata da tutti i figli di Abramo, ebrei, cristiani e musulmani; benvenuto nel luogo più santo per la nostra fede cristiana che è questa basilica che custodisce il Calvario e il Santo Sepolcro». «Questa è una terra dove le tensioni si possono scatenare improvvisamente, come un temporale estivo - ha detto Fr. Patton - e dove le singole parole hanno un peso e una risonanza tale per cui è davvero richiesto quel dono di sapienza e di prudenza che invocheremo tra pochi giorni, nell’Antifona “O” del 17 dicembre. È questo stesso dono di sapienza e di prudenza che invochiamo per Lei nel Suo servizio diplomatico in questa Terra, nei Paesi che rientrano nel Suo mandato e in questa Città». Fr. Patton ha parlato dell'importanza del Santo Sepolcro come luogo del la memoria dell’incontro del Risorto con la Madre e del Suo incontro con la Maddalena. «La prima, la Madre, è l’immagine della Chiesa che custodisce la fede nel risorto. La seconda, la Maddalena, è l’immagine della Chiesa chiamata a portare l’annuncio gioioso e sorprendente che Gesù è risorto e ci precede sempre».

Il SALUTO DI PIZZABALLA. Davanti all'Edicola è stato poi Mons. Pierbattista Pizzaballa a prendere la parola, ricordando perché è una bella tradizione che l'inizio di qualsiasi importante ufficio cristiano a Gerusalemme sia segnato da un ingresso ufficiale al Santo Sepolcro: «Come gli Apostoli, all'inizio di ogni nuova attività, veniamo anche noi qui. Veniamo e iniziamo da qui prima di tutto per rendere chiaro a noi stessi chi siamo. Siamo discepoli del Signore e non signori». Il Santo Sepolcro, secondo l'Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino, è anche luogo di preghiera per affidare a Dio la propria missione. «Abbiamo molto da portare, soprattutto in questi giorni, quando la violenza e le incomprensioni sembrano prevalere di nuovo - ha affermato Pizzaballa in riferimento agli ultimi eventi politici -, dove comunità e popoli apparentemente rifiutano di riconoscere i diritti dell'altro e dove la santità dei Luoghi delle Scritture diventa fonte di divisione e non luoghi di preghiera per tutti i popoli». Mons. Pizzaballa ha assicurato preghiera e vicinanza al nuovo Nunzio, augurandogli «saggezza, umiltà, libertà e forza».

UNA MISSIONE DI PACE. Mons. Leopoldo Girelli ha portato la benedizione di Papa Francesco e ringraziato tutti coloro che lo hanno accolto. «Vengo a condividere con voi questo profondo desiderio di pace per la Terra Santa», ha affermato. Ha ricordato la preghiera di San Francesco di Assisi "Signore, fammi strumento della tua pace" e, parlando del Natale ormai alle porte, ha ricordato: «La nascita di Gesù è la nascita della pace. Possa arrivare la pace a Gerusalemme e nel mondo intero». Ha rivolto un pensiero anche ai musulmani e agli ebrei della Terra Santa, chiamandoli "fratelli".
Una lettera di raccomandazione di Papa Francesco è stata poi consegnata all'arcivescovo melchita di Acri Georges Bacouni, come Presidente dell'Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa.
Mons. Girelli si è fermato poi al Patriarcato Latino di Gerusalemme per un breve rinfresco dove ha ricevuto le congratulazioni da tutti i religiosi, le sorelle e i fedeli accorsi per l'evento. A commento della giornata, il Nunzio ha affermato: «Ho vissuto il momento di ingresso al Santo Sepolcro molto intensamente. La mia strada è quella di creare comunione ecclesiale nel nome della Vergine Maria Madre della Chiesa e nello stesso tempo diventare annunciatore del Vangelo e della Resurrezione».

Beatrice Guarrera