Meditazione di fr. Alberto Joan Pari, 26 febbraio

Meditazione di fr. Alberto Joan Pari, 26 febbraio

Pace e bene da fra Alberto Joan Pari,

responsabile del dialogo interreligioso e direttore del Magnificat Institute di Gerusalemme.

Oggi il Vangelo di Luca ci invita a riflettere su due temi bellissimi, quello della misericordia e quello della generosità. Gesù insegna con parole chiare e incisive che essere misericordiosi come il Padre celeste è fondamentale per la nostra vita di fede. Il primo invito che ci rivolge Gesù, che suona come un comandamento è quello di essere misericordiosi come lo è Dio, che cosa difficile!

Mi ricorda un altro versetto della Torah difficilissimo: “siate santi come io sono santo, dice il Signore”. Come si fa ad essere santi come Dio e misericordiosi come Lui? Gesù ce lo spiega chiedendoci di non giudicare, di non condannare e perdonando. Non che così ci abbia reso le cose meno difficili, ma almeno le ha rese più pratiche, meno astratte. La misericordia quindi è un insieme di cose complicate ma super belle: vivere e relazionarsi con gli altri senza giudizi; di fronte alle miserie degli errori altrui, senza condanna e soprattutto dinanzi a un torto o a un errore nei nostri confronti rispondendo con il perdono. Tutti questi atteggiamenti sono così lontani da quel che stiamo vivendo ai giorni nostri dove invece il giudizio, la condanna e la vendetta sono la normalità nei rapporti interpersonali, e non l’eccezione.

Nella tradizione biblica e rabbinica, la misericordia (Rakchamim in ebraico ed è un plurale) è una delle qualità fondamentali di Dio. La radice è RaKheM che significa lui ha avuto compassione, ma anche ventre, la parte più intima e sensibile del corpo umano, l’utero delle donne si chiama Rekhem, dove ha origine la vita. Ecco, Dio è tutto questo: è il compassionevole (Rakhum in ebraico) e clemente, lento all'ira e grande nell'amore. Noi invece siamo un po’ il contrario di tutto questo: non siamo compassionevoli, piuttosto iracondi, non siamo troppo clementi anzi spesso senza un minimo di pazienza e di elasticità nei confronti degli altri e facili all’ira e lenti nell’amore. Gesù ci invita ad essere l’opposto di questo, ci invita ad imparare ed imitare questa qualità divina. Come insegnano i maestri d'Israele, prima di giudicare e condannare il prossimo dobbiamo interrogarci su noi stessi e riconoscere umilmente di aver bisogno anche noi di misericordia e perdono.

Inoltre, Gesù ribadisce il principio biblico della generosità. La Torah incoraggia la generosità e condanna l'avarizia, poiché esse determinano il modo in cui Dio si comporterà con noi. Se useremo misura larga nel dare, misura larga userà Dio nel compensarci; se useremo misura stretta, stretta sarà la misura di Dio verso di noi.

Proviamo allora oggi a metter in pratica tutte queste difficili attitudini e scopriremo quanto migliore è la vita e quale circolo di bontà può attivare. Allora facciamo si che tutta la quaresima sia un esercizio di misericordia e di generosità per essere sempre più simili a Dio che è misericordioso e generoso.

Pace bene dalla Terra Santa.