Meditazione di fr. Bernard Thilagarajah, 20 febbraio

Meditazione di fr. Bernard Thilagarajah, 20 febbraio

Mt 6,7-15

Il brano del vangelo di oggi ci porta al Monte degli Ulivi dove Gesù, il Maestro, di solito insegnava tante cose ai suoi discepoli e agli apostoli.

I discepoli si avvicinano al Maestro ed lo apostrofano: “Maestro insegnaci a pregare come Giovanni aveva insegnato ai suoi discepoli”. Il desiderio di pregare è un sentimento innato nell’uomo, indipendentemente dalla religione che uno pratica. Il Maestro risponde: “Quando pregate, pregate così”.

Ma prima accenna a che cosa non dobbiamo fare per essere ascoltati: pregando non sprecate parole come fanno i pagani, che credono di essere ascoltati a forza di parole.

Il Serafico padre Francesco diceva “brevis et placebis” (breve e piacevole) quando usiamo le parole, una grande saggezza di uno che si è fatta preghiera.

Ma cosa voleva dire Gesù ai discepoli? Alcune verità fondamentali che spesso non ci ricordiamo.

Padre Nostro (non padre mio), dicendo “Nostro” mi impegno ad accettare gli altri come fratelli, senza esclusione di nessuno, e mi rivolgo all’unico e vero Padre, non altri che promettono la falsa felicità. 

“Sia santificato il tuo nome”: non cerco la mia gloria neppure la santificazione della mia persona. Il desiderio che “venga il Suo Regno”, non politico né materiale né poteri temporali. Provo ad accettare la volontà di Dio, perché non mi sbaglierò mai facendo la volontà di Dio solo.

La seconda parte è più impegnativa e compromettente: dico a Dio, tu usa la misura mia: se perdono molto ai miei debitori, perdonami anche tu molto. Se non ne ho voglia di perdonare i miei debitori, anche tu non mi perdonare. Se perdono poco anche tu perdonami poco. Se é così, molti di noi dovremmo saltare la seconda parte del Padre Nostro.

Il Maestro ci educa ad una responsabilità grande, nel rapporto misericordioso con il prossimo, come il Padre nostro che è misericordioso.

Imitare il Padre nella sua misericordia: questa è la quaresima, il digiuno e l’elemosina. Noi medichiamo il perdono ma non doniamo mai il perdono ai fratelli.

La chiesa ci indica le tre vie maestre per la quaresima, fin dal primo giorno della quaresima: preghiera, elemosina e digiuno. Io racchiuderei questi tre vie in un’unica parola: perdono/misericordia.

Buona quaresima a tutti.