Meditazione di fr. Francesco Ielpo, 23 febbraio | Custodia Terrae Sanctae

Meditazione di fr. Francesco Ielpo, 23 febbraio

Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26

Pace e bene da frate Francesco Ielpo, delegato del Custode di Terra Santa per l’Italia.

Ancora una volta Gesù ci invita a fare un passo in avanti o, se vogliamo, ad andare in profondità nella nostra vita religiosa e nelle nostre relazioni. Ci invita ad una giustizia superiore rispetto a quella degli scribi e dei farisei.

Gesù non abolisce la legge antica ma la porta a compimento. Fu detto, ma io vi dico. Gesù non intende contrapporre alla morale antica una super-morale migliore, ma desidera svelare l'anima segreta della legge, il cuore della morale.

Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, cioè chiunque alimenta rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Cari fratelli e sorelle tutto ciò sembra davvero impossibile da realizzare! Se ognuno che dà del matto o dello stupido a un fratello in un impeto d'ira, fosse tra­scinato in tribunale o finisse all'in­ferno, non avremmo più un uomo a piede libero sulla terra e, neanche nei cieli!

Ma è evidente che Gesù, con queste parole, intende portarci alla sorgente, al luogo dove si forma ciò che poi uscirà all'esterno come parola e gesto. È come se ci dicesse: ri­torna al tuo cuore e guariscilo, poi po­trai curare tutte le tue relazioni. Vai alla radi­ce che genera la morte o la vita. Lo sappiamo tutti: il disamore uccide e il non ama­re qualcuno è già un togliergli vita; inoltre, non a­mare è per ciascuno un lento morire.

È stato dimostrato, infatti, che ogni neonato dopo la poppata al seno materno deve soddisfare un altro bisogno primario per la sua vita. Alza gli occhi verso il volto della madre e ha bisogno di essere guardato, voluto, amato. Non gli basta avere la pancia piena. Ha bisogno, come ciascuno di noi, che uno sguardo d’amore si posi su di lui.

Inoltre, se è vero che per crescere abbiamo bisogno di essere amati, è altrettanto vero che per continuare a rimanere vivi, pienamente umani, abbiamo bisogno di amare, di volere il bene dell’altro.

Ecco perché Gesù, subito dopo, lega la relazione con il fratello alla relazione con Dio, all’offerta da portare all’altare. Come puoi onorare Dio se prima non onori tuo fratello? Come puoi dire di amare Dio se nel tuo cuore hai escluso dal tuo amore il fratello che denigri? Solo con un cuore riconciliato, rappacificato, possiamo innalzare lo sguardo verso Dio.

Ecco che si chiarisce cos’è la “giustizia superiore” a cui ci invita Gesù. Non è un semplice adempimento della legge ma è salvaguardia della vita, custodia di ciò che ci fa crescere oppure diminuire in umanità. Le parole ascoltate oggi, tra le più radicali del Vangelo, sono paradossalmente, le più umane, perché Gesù parla solo in difesa della umanità dell'uomo, per la promozione della vita autentica, della possibilità di sperimentare già su questa terra un pezzo di paradiso.

Pace e bene dalla Terra Santa