Meditazione di fr. Gianluca Sciarillo, 17 marzo, V domenica di Quaresima

Meditazione di fr. Gianluca Sciarillo, 17 marzo, V domenica di Quaresima

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 12,20-33

Il Signore ti doni la sua pace! Sono Fra’ Gianluca, vicario del Santo Sepolcro e professore di Teologia morale allo Studium Teologicum Franciscanum a Gerusalemme.

Continuiamo il nostro cammino quaresimale verso la Pasqua con il Vangelo della messa.

Gesù è alla festa di Pasqua nel tempio. Gerusalemme è piena: oltre ai tantissimi ebrei, vengono anche da fuori vari proseliti greci non ebrei, ma affascinati dalla religione ebraica. Sono ammessi solo in parte al culto ebraico, infatti nel tempio possono avvicinarsi solo fino ad un certo punto, poi per loro è precluso l’accesso, è riservato ai soli ebrei…

Vogliono vedere Gesù e si rivolgono a Filippo che era originario di Betsaida luogo di confine ove convivono in un certo modo ebrei e pagani. Come Zaccheo volevano vedere Gesù per capire chi è veramente, non solo per mera curiosità, ma perché voglio appurare se davvero l’ormai famoso Gesù è il messia atteso e dunque le promesse antiche si possono realizzare tutte e trovare il senso profondo della vita, Filippo va da Andrea e non direttamente a Gesù: per mostrare il Cristo è necessaria la fraternità o comunità. In genere non convince la testimonianza di un singolo, ma è necessaria l’esperienza della fraternità. Vanno da Gesù e gli dicono che ci sono dei greci, i gentili secondo gli ebrei, che chiedono di lui. Non appena Gesù sente che dei non ebrei vogliono conoscerlo in lui scatta una consapevolezza fondamentale, cioè il fatto che è giunta l’ora, la fatidica ora la quale fino a questo momento ancora non era giunta dunque questo è il momento in cui rivelarsi totalmente al mondo, non con un semplice discorso, ma con la sua vita, con tutta la sua persona. Infatti, racconta una parabola famosissima che parla di sé. Quella del chicco di grano caduto nel terreno che deve morire per dare vita. In questa parabola c’è l’annuncio della Sua Pasqua di morte e Resurrezione. Il portare frutto non è riferito solo a Gesù, ma a tutta l’umanità: realizzare il disegno di Dio che fa nuove tutte le cose, da adesso in poi sarà per tutti ebrei e pagani. E continua parlando esplicitamente, a riguardo della consegna della vita, per evitare di perderla tenendosela stretta, ma di farle portare frutto abbondante donandola. Come avviene per dell’acqua che abbiamo ricevuto nei palmi delle nostre mani: se tentiamo di stringerla e tenerla unicamente per noi la perdiamo, ma se a nostra volta la passiamo ad altri si concretizza la possibilità di continuare ad averla…

Come non ricordare, a tal riguardo, la cristiana scelta di santa Gianna Beretta Molla quando era incinta ed ha rifiutato le cure mediche per la sua salute compromessa al fine di salvaguardare l’incolumità della creatura che portava in grembo. Ha portato frutto in abbondanza nella vita che è potuta emergere dal suo corpo ed ha nutrito la fede di tanti cristiani con il suo esempio.

Nella richiesta dei greci di vedere Gesù vi è la domanda di tutti gli esseri umani sul senso o significato della vita che inevitabilmente va verso la morte biologica. Come trattenere la vita che scorre?

Comunque, passa. È impossibile fermarla. Gesù ci dice che la vita, va offerta. Solo se l’esistenza viene donata ad un altro, immediatamente acquista significato, soprattutto se si tratta di Dio. Non basta attendere semplicemente il senso dell’esistenza nell’altra vita, ma già nel tempo che abbiamo a disposizione sulla terra acquista un valore immenso donandola. Gesù lo fa umanamente in prima persona, infatti avverte tutto il turbamento della gravità del dono della sua vita: atto di supremoaffidamento al Padre. È un atto di fede sublime, fede nella verità nella quale comprendere il senso della nostra vita ed investirci tutta la nostra esistenza. Il segno della voce del padre conferma quanto il Figlio dice. Purtroppo, non è pienamente compreso dai presenti perché non ancora interamente realizzato da Cristo in quel momento.

È come se dicesse questo è ciò che mi piace, questo è il mio sogno per voi: quello che compie mio Figlio. Quando inizieremo a vivere in prima persona, con l’aiuto della sua Grazia questo sogno allora troveremo la piena realizzazione del senso della nostra esistenza nel dono che porta vita, vita nuova in abbondanza, vita in Cristo risorto per ogni uomo.

Pace e bene da Gerusalemme!