Meditazione di fr. Graziano Buonadonna, 21 febbraio

Meditazione di fr. Graziano Buonadonna, 21 febbraio

Dal Vangelo secondo Luca 11,29-32

Che cos’è il segno di Giona? Cosa significa? Perché è l’unico segno che Gesù vuole dare alla sua generazione che definisce malvagia?

La liturgia della parola di oggi sa di meraviglia, è tutta centrata sulla meraviglia. Noi crediamo in Gesù perché si stati meravigliati dalla sua misericordia che non possiamo trovare in nessuna creatura. Se siamo stati meravigliati da Gesù nel vangelo di oggi comprendiamo che la fede è l’unico modo che abbiamo per meravigliare Gesù, sorprenderlo. Meravigliare colui che ci ha meravigliati.

Per quale motivo?

Nel giorno del giudizio: “La regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone”.

Questa donna potente si è messa in cammino per ascoltare la sapienza di Salomone e Gesù la ricorda perché fu così ricca di meraviglia, assetata di verità e bellezza che nel giudizio si alzerà a giudicare ogni generazione che non si è lasciata meravigliare da Gesù.

Nel giorno del giudizio: “gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono”.

I cittadini all’ascolto di un profeta acido e risentito si convertono e desta meraviglia ciò che chiede il re al suo popolo “uomini e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non bevano nulla” (Gn 3,7).

Ogni giorno nella nostra vita si alzano i ricordi come giorno del giudizio, nonni, amici di vecchia data, genitori, vicini, compagni di scuola o di lavoro, vecchi amori che dialogano con il nostro cuore, con la nostra coscienza chiedendoci: “perché sei diventato così?”, “non ti riconosco”. “non eri così”, “perché hai fatto della superficialità il tuo pane quotidiano”.

Per concludere come interpretare il segno di Giona?

Il nome Giona in ebraico significa colomba, Giona è la colomba nel ventre di un pesce, una colomba negli abissi marini dove non giunge la luce del sole e non c’è spazio e libertà per librarsi nel cielo. Il segno di Giona dice speranza, nella notte più fitta, nei meandri delle tenebre, nell’assurdità della morte, in quei tre lungi giorni nel ventre del pesce o nelle mani della morte, c’è sempre una colomba che vi abita. Il segno di Giona a una generazione malvagia annuncia una notizia sconcertante: non c’è male, scelto o subito, nel quale Dio non abiti.