Meditazione di fr. Matteo Munari, 17 febbraio, Sabato dopo le Ceneri

Meditazione di fr. Matteo Munari, 17 febbraio, Sabato dopo le Ceneri

Lc 5,27-32

Pace e bene da fra Matteo Munari dal convento della Flagellazione a Gerusalemme.

Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!».

Nel vangelo che leggiamo nel sabato che segue il mercoledì delle ceneri, Gesù vede un uomo che aveva bisogno della misericordia di Dio e lo chiama. Si tratta di Levi, chiamato Matteo, che poi diverrà evangelista. Dal modo in cui viene chiamato, possiamo pensare che Matteo fosse un levita e che quindi appartenesse alla tribù dedicata al servizio divino. Ai leviti era proibito avere proprietà terriere, quindi coloro che abitavano lontano da Gerusalemme, che era l’unico centro del culto, dovevano cercare in un qualche modo di mantenersi senza avere proprietà terriere. Matteo quindi faceva l’esattore delle tasse probabilmente per conto del re Erode Antipa e si era arricchito senza avere terreni.

I pubblicani vivevano in confraternite, erano armati, si difendevano gli uni gli altri ed erano temuti dalla gente. In questo contesto, Gesù passa e vede tutta la miseria di un uomo che ha costruito la propria casa sulla sabbia. Gesù lo chiama e la sua vita da quel momento diventa una festa aperta a tutti coloro che desiderano trovare la gioia vera. Matteo viene trovato da Gesù ma è Gesù il tesoro nel campo che Matteo ha trovato senza cercare. Per questo l’evangelista da avaro e violento diverrà cantore dell’amore per i nemici e della provvidenza che accompagna chiunque ha nascosto il proprio tesoro nei cieli.

Accogliamo anche noi lo sguardo misericordioso di Gesù che ci chiama a lasciare tutte le nostre illusioni per acquistare la perla preziosa ed entrare nella vita vera.

Amen