Meditazione di fr. Nicolas Marquez, 29 febbraio

Meditazione di fr. Nicolas Marquez, 29 febbraio

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31

La parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro l’ha raccontata Gesù soprattutto per i farisei, i quali apparentemente compivano atti religiosi ma mancavano di amore. Essa ci propone due temi: la ricchezza e l’inferno.

Per quanto riguarda la ricchezza, l’evangelista san Luca non vuole dire che solo perché uno è ricco sarà condannato o solo perché uno è povero sarà salvato; ma ci sono dei progressi che si possono fare.

Ecco l’invito alla conversione: la ricchezza, il possesso dei beni materiali non deve essere un impedimento per godere la salvezza. Tant’e è vero che ci sono persone che hanno denaro e non ne sono schiavizzate e, ci sono tanti poveri che non hanno soldi ma il loro cuore non cerca la felicità eterna. La ricchezza comporta due grandi rischi: chiudere il cuore a Dio e chiuderlo anche agli altri.

In quanto all’inferno, nel testo non è detto che il ricco Epulone fosse ingiusto o che derubasse o maltrattasse i poveri. Eppure è condannato. Non è per quello che ha, ma per quello che gli manca. Gli manca la carità. Questa mancanza gli impedisce di vedere il bisognoso che gli è accanto. È paradossale come quel ricco si interessi di colui che gli è vicino soltanto quando già soffre l’infelicità eterna. E, tutte le opportunità che ha avuto in vita? Tutti i segni e i messaggi mandati da Dio quando ancora era in vita?

Carissimi fratelli e sorelle, l’inferno non è una punizione che Dio vuole per i cattivi. NO! Dio vuole che tutti siano salvi; ma rispetta la libertà degli esseri umani che a volte non accolgono le parole e i messaggi, principalmente quello dell’amore. Un amore per essere vero esige il distacco dai beni terreni e il bene dei fratelli.

Il ricco Epulone, nelle sue sofferenze, voleva che Dio salvasse i suoi fratelli con “piccoli miracoli visibili”; noi non dobbiamo aspettare qualcosa di spettacolare, abbiamo già la parola di Dio con noi! Nel nostro itinerario quaresimale facciamo il proposito di una lettura meditata della Sacra Scrittura che porti al distacco dai beni esterni e all’apertura caritatevole verso il prossimo.