Aggiornamento a seguito del sopralluogo presso il cantiere di scavo archeologico del Santo Sepolcro

Aggiornamento a seguito del sopralluogo presso il cantiere di scavo archeologico del Santo Sepolcro

Figura 2_ foto G. Pinto Ostuni Custodia Terra Santa
Figura 2_ foto G. Pinto Ostuni Custodia Terra Santa

Il 21 agosto 2024 S.B. il Patriarca Greco Ortodosso Theofilos III ed i rappresentati della Custodia di Terra Santa e del Patriarcato Armeno hanno condotto un sopralluogo presso il cantiere di scavo archeologico del complesso del Santo Sepolcro a Gerusalemme, a cura del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Roma Sapienza.

Si riporta in allegato il comunicatoredatto in lingua italiana (in allegato il PDF anche in lingua inglese) - a cura della prof.ssa Francesca Romana Stasolla del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Roma Sapienza.

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Comunicato agosto 2024

Il 21 agosto 2024 S. B. il patriarca greco ortodosso Theofilos III ed i rappresentati della Custodia di Terra Santa e del Patriarcato Armeno hanno condotto un sopralluogo presso il cantiere di scavo archeologico del complesso del Santo Sepolcro a Gerusalemme, le cui attività sono condotte dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Roma Sapienza (Figg. 1-2).

Figura 3_ Archivio Università di Roma Sapienza
Fig. 3: foto archivio Università di Roma Sapienza

A partire dal 4 dicembre 2023 i lavori di scavo sono regolarmente ripresi ed hanno riguardato il completamento del deambulatorio, la metà orientale della zona dell’ingresso della basilica, l’area francescana detta “della Maddalena” ed attualmente interessano uno degli ambienti settentrionali, corrispondente alla porzione est dell’abside settentrionale della Rotonda (Fig. 3).

Nel corso dei lavori è stata restaurata la Pietra dell’Unzione, a cura di Daniela Russo della Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, che ha la responsabilità del restauro della pavimentazione della basilica (Fig. 4).

Figura 5_ foto G. Pinto Ostuni Custodia Terra Santa
Fig. 5: foto G. Pinto Ostuni

La Pietra è stata rimossa per consentire il restauro e le indagini archeologiche, che hanno permesso di verificare la posizione medievale del manufatto, nella medesima area, a poca distanza dalla attuale posizione. La Pietra, restaurata, è stata quindi rimessa al suo posto. Gli scavi hanno portato alla individuazione di strutture romane, in particolar modo hanno documentato la presenza delle fondazioni di un muro con orientamento est-ovest che corre parallelo al muro di ingresso della attuale basilica e taglia la roccia del Calvario (Figg. 5-6).

Parte di questo muro era già stato individuato nel corso dei lavori di P. V. Corbo, ora è stato messo in luce per una maggiore lunghezza, cosa che consente di apprezzarne meglio l’andamento e le relazioni con altre strutture. Corrisponde con ogni probabilità al limite meridionale della struttura cultuale risalente ad età adrianea che andò a obliterare la Tomba venerata; è stato tagliato e defunzionalizzato al momento della costruzione della basilica liturgica costantiniana. Di questa chiesa, nota nelle fonti come Martyrium, è stata rinvenuta la sezione sud dell’abside, così che è ora possibile ricostruirne l’andamento con certezza. Sempre nel corso degli scavi presso l’attuale ingresso della basilica è stato possibile individuare parte del muro sud del triportico di IV secolo, che corre al di sotto dell’attuale facciata medievale, e una porzione dello stilobate ad esso parallelo. Questo attesta la presenza del braccio di portico meridionale già nel corso del IV secolo.

Un’analisi accurata della roccia del Calvario ha consentito di documentare i tagli realizzati per ricavarvi parte di una scala di accesso alla cappella sovrastante, dove si venera la Crocifissione. Questa scala rimase in uso fino a tempi molto recenti, sia pure integrata da gradini lignei, poiché ricorre in diari di viaggio ancora nel XVII-XVIII secolo. Nell’area nord della basilica sono stati riportate alla luce le strutture già individuate nel corso degli scavi effettuati da P. Virgilio Corbo, che ora possono essere oggetto di migliori riflessioni alla luce dei nuovi dati. E’ stata individuata una porzione del muro romano che corrisponde a quello attribuito al tempio, a sud, e di cui costituisce il limite settentrionale. Si sta quindi delineando con maggiore precisione l’area occupata dalla struttura cultuale romana.

Sono state portate alla luce le tracce del braccio settentrionale dello stilobate del triportico di IV secolo, in proseguo con quanto già notato nei mesi precedenti. E’ stata scavata parte dell’abside nord della Rotonda, che presenta una pavimentazione in opus sectile di età medievale, relativa alla zona absidale di una cappella (Fig. 7); nelle murature in elevato si leggono anche le tracce della recinzione liturgica che separava l’altare dal resto dell’area. Porzioni di una pavimentazione analoga vennero rinvenute da P. V. Corbo anche nell’abside meridionale della Rotonda. Parallelamente alle attività di scavo si sta proseguendo la documentazione degli alzati della basilica e dei suoi annessi, grazie alla disponibilità delle Comunità che ne facilitano l’accesso (Fig. 8). Viene anche proseguito il lavoro di documentazione, restauro e studio dei manufatti rinvenuti e dei resti paleobotanici e archeozoologici (Figg. 9-10).

Jerusalem, 22.8.2024 Prof. Francesca Romana Stasolla