Alla Flagellazione e a Betania: due tappe del cammino quaresimale | Custodia Terrae Sanctae

Alla Flagellazione e a Betania: due tappe del cammino quaresimale

A poco più di due settimane dalla Pasqua, i frati francescani della Custodia di Terra Santa, con fedeli locali e pellegrini, si sono ritrovati nel convento della Flagellazione, per una nuova tappa delle peregrinazioni quaresimali. Mercoledì 14 marzo si è ricordato il momento in cui Gesù fu torturato dai soldati e gli fu inflitta una corona di spine. Proprio nel luogo in cui questo episodio avvenne, secondo la tradizione, sorge oggi il convento francescano della Flagellazione. La chiesa, dove è stata celebrata la messa, sorge nello spazio anticamente occupato dalla fortezza Antonia e trova le sue origini in quella costruita dai crociati nel dodicesimo secolo e poi lasciata in abbandono per molti secoli. Le rovine furono acquistate dai francescani nel 1838, ma la chiesa fu restaurata solo nel 1929 dall’architetto Barluzzi.

Dopo il canto dei Salmi dei Vespri, sono state proclamate le letture. È stato di nuovo Don Luigi Epicoco, professore dello Studium Biblicum Franciscanum, a pronunciare l'omelia, come nelle precedenti peregrinazioni. Il sacerdote ha ricordato che la peregrinazione si è svolta in memoria dell'esperienza della tortura di Gesù, che ha provato davvero il dolore fisico. «Un dolore che non lascia più spazio alle spiegazioni - ha affermato-, un dolore che oscura tutto e sembra che faccia svuotare ogni cosa di senso». Sappiamo che quando facciamo questo tipo di esperienza, Gesù può capirci: «è credibile perché è passato anche lui sotto questa sofferenza». Davanti a tutto questo, l'unica cosa che possiamo fare è compiere una parola: «offerta». Offrendo la propria sofferenza, «da scarto quale era, la sofferenza può diventare un'occasione di fecondità», ha spiegato Don Luigi Epicoco.

Il 15 marzo i francescani si sono recati poi in pellegrinaggio a Betania, per commemorare l'episodio biblico della resurrezione di Lazzaro. «È un episodio fondamentale per capire la resurrezione di Gesù», ha affermato nell'omelia Don Luigi Epicoco. La chiave per capire il luogo di questa peregrinazione quaresimale è per lui "amicizia", quel rapporto sincero e fraterno che Gesù aveva con Lazzaro, Marta e Maria. Il sacerdote ha affermato che «qui a Betania Gesù dimostra che non c'è amore più grande che dare la vita per i propri amici» e risuscitandolo è come se desse la sua vita al posto di Lazzaro. «Dietro Lazzaro c'è l'intera umanità», ha detto Don Epicoco. La messa è stata celebrata dal Segretario di Terra Santa Fr. David Grenier, alla presenza del guardiano di Betania Fr. Michael Sarquah.
Dopo un momento per la colazione, i frati sono andati in processione fin dentro alla tomba di Lazzaro.

È tradizione che nello stesso giorno della peregrinazione quaresimale a Betania, si compiano anche altre tappe: una nel luogo in cui Gesù ascese al cielo e una in cui egli insegnò il Padre Nostro.
Lì dove oggi sorge la chiesa del Pater Noster, i frati hanno letto il Vangelo relativo all'episodio della preghiera di Gesù, mentre all'Ascensione, oggi controllata dai musulmani, sono entrati in processione cantando il Te Deum. È stata dunque una mattinata di intensa preghiera, in vista di un unico obiettivo: prepararsi al "passaggio" della Pasqua.

Beatrice Guarrera