Betlemme ha festeggiato il Natale nella gioia | Custodia Terrae Sanctae

Betlemme ha festeggiato il Natale nella gioia

26 Dicembre 2010

Venerdì 24 dicembre la città di Betlemme ha festeggiato per 24 ore senza interruzione la nascita di Cristo avvenuta fa tra le sue mura un po’ più di 2000 anni. Se tutti i giorni dell’anno il mistero del Natale si offre alla contemplazione dei pellegrini, il giorno di Natale la città dona al mondo la gioia della nascita da contemplare.

Tutte le telecamere del mondo sono rivolte verso di lei, la città che sfila. Infine gli scout a Betlemme. Quest’anno 23 gruppi hanno percorso la città in una lunghissima e gioiosa sfilata. Dalle 9 del mattino alle 13.30, hanno preparato il cammino del Patriarca che, partito da Gerusalemme a fine mattinata, dopo una sosta a Mar Elias e un’altra alla tomba di Rachele, è entrato nella città chiudendo la marcia di un corteo di circa 140 automobili.

Certamente il bel tempo, o la gioia di vedere tanta gente e dei visi conosciuti in cammino hanno incoraggiato gli autisti a prendersi tutto il tempo perché, pur essendo partita in orario e avendolo mantenuto fino alla Tomba di Rachele, l’auto del Patriarca è arrivata alla piazza della Mangiatoia con un forte ritardo. Il folklore dispiegato al mattino nella città nella città ha ceduto quindi il posto alle preghiere che si sono susseguite nella chiesa di Santa Caterina e nella grotta per riuscire a tenere l’orario impartito dallo Status Quo.

Si è passati in seguito all’entrata solenne, che ha visto fra Stéphane Milovich accogliere sua Beatitudine Monsignor Fuad Twal davanti alle porte dell’umiltà, ai vespri a Santa Caterina e ai vespri alla processione nella grotta, senza tempi morti.

È solo verso le 17 che i frati della Custodia di Terra Santa – presenti in grande numero per accogliere nella parrocchia di cui sono i curatori, e nella grotta, in cui condividono la Guardia con i greci ortodossi e gli armeni – che hanno potuto godere di un momento di riposo. Infine, mentre i sacrestani erano indaffarati con gli ultimi preparativi, altri frati sono partiti, lasciando il loro posto ai 1900 pellegrini che erano riusciti a procurarsi il biglietto.

Ma secondo tradizione, prima della messa, si è condivisa la cena con il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmud Abbas, Abu Mazen e il suo seguito. Cena che il Custode di Terra Santa ha presieduto con il Patriarca al suo fianco. È vero che quest’anno il grande numero di pellegrini che hanno visitato la città della Natività ha favorito un visibile miglioramento della sua economia la quale, senza far dimenticare la barriera di sicurezza e le sue nefaste conseguenze sulla popolazione e sull’impiego ha permesso alla città di rinnovarsi con la gioia del Natale.

Una gioia che però è stata attenuata da due avvenimenti: l’incendio del Monte Carmelo che è costato la vita al fratello del colonnello israeliano incaricato del distretto di Betlemme e al quale, tutte le autorità, curati e sindaci di Beit Sahur e Beit Jala, hanno presentato le proprie condoglianze; e nella giornata la notizia dell’incidente mortale per tre delle cinque suore francescane che dal Monte delle Beatitudini erano dirette a Betlemme.

L’incidente delle suore francescane ha profondamente toccato la Custodia, la quale tiene legami molto stretti e fraterni con le diverse comunità del Paese. I francescani hanno quindi inserito nella preghiera universale dei fedeli un’invocazione al Signore per le suore decedute e ferite così come per tutta la congregazione.

Una messa orante, presieduta da Monsignor Fuad Twal, circondato dal presidente Mahmud Abbas e dal suo seguito, insieme ai consoli generali delle quattro “Nazioni Latine”, Italia, Francia, Spagna e Belgio e da una folla costituita in maggioranza da pellegrini, religiosi residenti nel Paese e qualche cristiano locale.

I cristiani locali lasciano volentieri il loro posto ai pellegrini, e preferiscono celebrare la gioia del Natale a mezzanotte spaccata, nella loro lingua insieme alla loro parrocchia e nella Grotta stessa. Tuttavia, l’omelia di sua Beatitudine è stata in arabo, preceduta comunque da parole di benvenuto e auguri di Natale in quattro lingue, in occasione di questa messa in mondovisione.

Numerosi cristiani locali, latini e no, hanno seguito la celebrazione in TV. Essi hanno quindi ascoltato il messaggio di sua Beatitudine che ha invocato il rispetto della vita, l’attenzione per i più piccoli, la vigilanza sullo spirito famigliare. Poi ha ricordato questo tempo forte per tutti i cristiani del Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, invocando l’unità dei cristiani e l’intensificazione del dialogo con i nostri fratelli ebrei e musulmani: “si tratta di riunirsi attorno ai nostri valori comuni, che sono numerosi, come la preghiera, la pietà, il digiuno, l’elemosina, e soprattutto i valori etici.”

Il Patriarca ha concluso la sua omelia con un appello alla pace: “il nostro augurio per questa festa è che il suono delle campane delle nostre chiese copra il rumore delle armi in questo nostro Medio Oriente ferito. Che la gioia si disegni su tutti i volti, che l’allegria penetri tutti i cuori! Preghiamo per la pace: noi auguriamo che essa discenda sul popolo d’Israele, così come sul popolo della Palestina e su tutto il Medio Oriente, affinché i nostri bambini possano vivere e crescere in un contesto sereno.”

Come da tradizione, la delegazione palestinese si è eclissata dopo lo scambio della pace, la messa è proseguita, terminando solo con la processione dei sacerdoti alla Grotta. Tuttavia le festività del Natale non sono finite qui. Per tutta la notte e nel corso della giornata di Natale fino alle 16.30, le messe si sono succedute alla Natività. Per assicurare questo servizio i sacrestani francescani si sono organizzati in equipe per il giorno e la notte, con rinforzi da parte degli studenti di San Salvatore. Una quarantina di messe si terranno nelle grotte e nelle cappelle di Santa Caterina nel giro di 24 ore, senza contare tutte quelle celebrate al Campo dei Pastori.

La messa del giorno della parrocchia è stata celebrata interamente in arabo e presieduta dal nuovo Patriarca. Egli ha ricevuto il ringraziamento di fra Marwan Di’des per la sua presenza e per aver potuto, come un vero padre, fare venire i suoi bambini da tutto il Paese, da nord a sud, passando per Gaza. I canti di Natale continuano a risuonare nei dintorni della Basilica della Natività, ma i giornalisti hanno già abbandonato la piazza. Tuttavia a Betlemme, la festa di Natale non terminerà prima che tutte le confessioni cristiane abbiano celebrato la loro Natività. Sarà allora il 19 gennaio, con i nostri fratelli armeni. In questo giorno simbolico del 25 dicembre la Custodia augura un felice e santo Natale a tutti.

Mab