Commemorando San Lazzaro: la peregrinazione quaresimale a Betania | Custodia Terrae Sanctae

Commemorando San Lazzaro: la peregrinazione quaresimale a Betania

 


Betania, nei pressi dal Monte degli Ulivi, non lontano da Gerusalemme : il villaggio di Lazzaro, Marta e Maria. Il 30 marzo, questa è stata la meta. Un'altra tappa della peregrinazione quaresimale in preparazione alla Pasqua, che si propone di ripercorrere i momenti della vita di Gesù precedenti la sua morte e, soprattutto, la sua resurrezione. Per l'occasione sono state celebrate due messe: nella Tomba di Lazzaro, all'alba; al vicino Santuario francescano di Betania, in commemorazione del miracolo della resurrezione di Lazzaro.

I mosaici colorati risplendono alla luce dei primi raggi di sole: raffigurano Gesù in compagnia di Marta e Maria inginocchiate. Sulla parete di fronte, Lazzaro che esce dalla tomba e i presenti che assistono al miracolo, increduli. Il Vangelo secondo Giovanni, letto questa mattina proprio nel luogo dove i fatti sono avvenuti, parla proprio di questo episodio. Nell'omelia, Fr. Matteo Munari riflette sul fatto che « quando viviamo un'esperienza negativa, la prima reazione può essere quella di accusare: "Tu non c'eri, Tu non hai fatto niente". Proprio come hanno detto Maria e Marta a Gesù. Ma questo brano ci mostra come anche l'esperienza dolorosa possa aiutare a cercare la vita ». Il frate ricorda allora il dramma dei migranti e la difficile situazione di queste terre e del Medio Oriente. Ma l'esperienza della resurrezione dimostra come non si debba mai abbandonare la speranza. « Gesù vive profondamente gli affetti umani: lui piange per la morte dell'amico, prima di resuscitarlo », ricorda poi Fr. Matteo Munari. La concelebrazione eucaristica era presieduta dall'Ebdomadario, celebrata anche dal Segretario di Terra Santa Fr. David Grenier. Moltissimi altri frati della Custodia di Terra Santa erano presenti, tra cui il Vicario custodiale Fr. Dobromir Jasztal, il guardiano di San Salvatore Fr. Marcelo Ariel Cichinelli e Fr. Stéphane Milovitch.

Dopo la messa e le lodi, la colazione. Un momento di convivialità nel verde cortile della chiesa. A Betania, cittadina isolata da Gerusalemme dal muro di separazione, sono pochi i cristiani rimasti. Il parroco di Betania, Fr. Michael Sarquah, racconta che « ci saranno ormai soltanto più una quindicina di famiglie, che abitano nei dintorni della parrocchia ». Eppure qui, « si sta bene, ci si sente in famiglia », dice. Anche Izaki è d'accordo: lui è venuto da Gerusalemme apposta per assistere a questa « bellissima celebrazione dall'atmosfera particolare ». Tra un sorso di caffè arabo e l'altro, racconta com' « è bello essere qui oggi e pensare di essere proprio dov'è accaduto ciò di cui parla il Vangelo ».

Una volta lasciata Betania, dopo la lettura della parola anche davanti alla Tomba di Lazzaro, la peregrinazione prosegue. Il gruppo si sposta verso il Monte degli Ulivi, per raggiungere il luogo dove « fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio » (Marco 16, 19): l'Ascensione di Gesù. Spalla contro spalla, i frati e i presenti si sono radunati nella chiesa dell'Ascensione, spostandosi sempre accompagnati dai canti liturgici. Dall’Ascensione, il gruppo ha poi proseguito verso la magnifica chiesa del Pater Noster. Qui si è celebrato l'insegnamento del Padre Nostro da parte di Gesù ai suoi discepoli. Camminando sulle note di Ad Sacellum Pater Noster, i presenti hanno potuto ammirare le trascrizioni della preghiera in più di cento lingue diverse. Terminata la celebrazione, una volta finita questa mattinata di peregrinazione, il gruppo è poi tornato a Gerusalemme.