Conclusa, giovedì 10 gennaio, la XIII Sessione del Coordinamento di Terra Santa Pubblichiamo, di seguito, il comunicato diramato dalla segreteria della Conferenza. | Custodia Terrae Sanctae

Conclusa, giovedì 10 gennaio, la XIII Sessione del Coordinamento di Terra Santa
Pubblichiamo, di seguito, il comunicato diramato dalla segreteria della Conferenza.

Gerusalemme, 11 gennaio 2013

Comunicato conclusivo

Da quando i Vescovi del “Holy Land Co-ordination” si sono riuniti nel mese di gennaio 2012, la popolazione di questa Regione si è trovata a vivere eventi oscuri e drammatici: il conflitto a Gaza e nel sud d’Israele, la guerra civile in Siria, che ha causato un alto numero di rifugiati in altri Paesi, mettendone a dura prova le risorse, la crescente polarizzazione in Israele e Palestina.
Questi eventi hanno aumentato l’ansia in tutti gli abitanti della Regione, in particolare tra gli Israeliani, Palestinesi, Ebrei, Musulmani e, soprattutto, tra i cristiani numericamente sempre più in calo.

Quest’anno abbiamo incontrato le comunità cristiane di Gaza, Betlemme, Beit Jala, Madaba e Zarqa.
Nella valle di Cremisan abbiamo sentito parlare di battaglie legali per proteggere i terreni della popolazione locale e le Istituzioni religiose dall’invasione della “Barriera di sicurezza” vale a dire “il muro”.
Assicuriamo che continueremo a sollecitare i nostri rispettivi governi affinché agiscano per prevenire questa ingiustizia.
Abbiamo sentito le commoventi testimonianze di religiose impegnate nella cura dei lavoratori migranti, di persone vittime del traffico di esseri umani e dei prigionieri.

La nostra fede è stata arricchita dalla forza e dal coraggio testimoniato dalle persone incontrate; con cui abbiamo condiviso una partecipata celebrazione della Messa a Zarqa in Giordania. Coloro che si prendono cura dei più vulnerabili, come i profughi siriani e iracheni in fuga dal terrore e dalla violenza; coloro che lottano di fronte all’oppressione e all’insicurezza da entrambe le parti dei Paesi che compongono la Terra Santa.
Ci sentiamo spinti a promuovere una pace giusta e invitiamo le comunità cristiane, dei nostri Paesi di origine e le persone di buona volontà di tutto il mondo, a sostenere il lavoro intrapreso in questa Regione per costruire un futuro migliore.
Il buon esempio ci è dato da due agenzie che abbiamo visitato: il Catholic Relief Services a Gaza e il programma per i rifugiati in Giordania gestito dalla Caritas.

Siamo anche chiamati a riconoscere e a dire agli altri come la fede in Dio porti luce nella vita della gente che vive in Terra Santa.
Uno dei modi in cui ciò avviene è l’impegno della Chiesa per l’educazione, un investimento tangibile per il futuro.
In nessun luogo ciò è più evidente che nell’Università di Betlemme, dove siamo stati colpiti dalle storie degli studenti e nell’Università americana di Madaba in Giordania. Nel 2009, Papa Benedetto XVI invitò il personale e gli studenti della Regione a essere costruttori di una società giusta e pacifica, composta di popoli diversi per religione e per estrazione etnica.

Assieme ai Vescovi locali, incoraggiamo un sostegno concreto per i più bisognosi, la formazione dei giovani e ogni sforzo per la promozione della pace. Incoraggiamo i cristiani a venire in pellegrinaggio in Terra Santa per sperimentare la stessa accogliente ospitalità da noi ricevuta.
Lavoreremo strenuamente per persuadere i nostri rispettivi Governi affinché riconoscano le cause che stanno alla radice della sofferenza in questa terra e intensifichino gli sforzi per la realizzazione di una pace giusta.
Facciamo eco all’invito rivolto di recente da Papa Benedetto nel suo discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede: “In seguito al riconoscimento della Palestina quale Stato Osservatore non Membro delle Nazioni Unite, rinnovo l’auspicio che, con il sostegno della comunità internazionale, Israeliani e Palestinesi s’impegnino per una pacifica convivenza nell’ambito di due Stati sovrani, dove il rispetto della giustizia e delle legittime aspirazioni dei due Popoli sia tutelato e garantito. Gerusalemme, diventa ciò che il Tuo nome significa: Città della pace e non della divisione!”.

Ci sostengono le parole tratte da uno dei Salmi pregati insieme ogni giorno: “Domandate pace per Gerusalemme.” (Salmo 122, v.6).

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Firmatari del Comunicato finale:

S.E. Mons. Richard Smith – Arcivescovo di Edmonton, Canada

S.E. Mons. Joan-Enric Vives – Arcivescovo di Urgell and Andorra, Spagna

S.E. Mons. Gerald Kicanas – Vescovo di Tucson, Stati Uniti

S.E. Mons. Stephan Ackermann – Vescovo di Trier, Germania

S.E. Mons. Michel Dubost – Vescovo di Evry, Francia

S.E. Mons. William Kenney – Vescovo di Birmingham, England and Wales

S.E. Mons. Peter Bürcher – Vescovo di Reykjavik, Conferenza Episcopale del nord Europa

S.E. Mons. Declan Lang – Vescovo di Clifton, England and Wales.