Congresso Internazionale dei Commissari di Terra Santa: Fr. Sergio Galdi | Custodia Terrae Sanctae

Congresso Internazionale dei Commissari di Terra Santa: Fr. Sergio Galdi


Il Convento di San Salvatore a Gerusalemme dal 26 novembre al 2 dicembre ospiterà il IV Congresso Internazionale dei Commissari della Terra Santa.Per questa occasione diversi Commissari hanno deciso di raccontarci la loro esperienza di "ponti tra la Custodia di Terra Santa e i cristiani locali" del territorio in cui assolvono questo incarico.

Il Congresso, dal titolo "Pastorale del Pellegrinaggio: Accoglienza - Memoria - Evangelizzazione", vedrà il susseguirsi di diversi interventi da parte di personalità del mondo ecclesiale e il racconto diretto delle esperienzedei Commissari. Ci sarà poi uno spazio dedicato alle visite guidate in alcuni luoghi: la Samaria, la Cupola della Roccia, l'Herodion.

Domenica 2 dicembre la celebrazione dell'inizio dell'Avvento presso la Chiesa di Santa Caterina "ad Nativitatem", a Betlemme, segnerà la conclusione dei lavori.

Una breve presentazione.
Sono Fr. Sergio Galdi d'Aragona, ho 53 anni, sono nato a Salerno (Italia) ma ho vissuto sempre a Napoli. Ho avuto una "vocazione adulta": sono entrato in convento a 39 anni. Prima mi sono laureato in Scienze Politiche con indirizzo internazionale e dopo un Master alla Scuola Superiore dell'Amministrazione del Ministero degli Interni, a Roma, ho lavorato nell'ambito della Pubblica Amministrazione.
Ero dipendente pubblico fino a quando non ho deciso di lasciare tutto e iniziare il cammino che mi ha portato a diventare frate.

Nella sua storia personale, cosa la lega alla Terra Santa?
Sono entrato in Convento in Custodia di Terra Santa ma la mia vocazione per la Custodia è stata seconda alla mia vocazione Gerosolimitana. Ho conosciuto la Terra Santa a 35 anni quando nel 2000, l'anno giubilare, accompagnai i miei genitori per un pellegrinaggio. Quando sono arrivato a Gerusalemme per me c'è stata una svolta: lì ho sentito in modo più forte la mia vocazione e dopo l’anno 2000 non c'è stato un giorno in cui non abbia pensato a Gerusalemme, tanto che avevo programmato di ritirarmi lì una volta anziano. Nel 2005 sentii che non era più giusto rimandare e ho iniziato il mio cammino di discernimento vocazionale.
In particolare, mi sento profondamente legato al Santo Sepolcro: quando visitai la Galilea i luoghi non mi avevano colpito molto, ma il Sepolcro per me è stato una rivelazione. È lì che ho capito che si può incontrare Dio anche nella confusione e che il silenzio è una dimensione interiore più che oggettiva ed esteriore.

Da quanto tempo è presente sul territorio il Commissariato che rappresenta?
Il Commissariato di Terra Santa di Napoli è il più antico del mondo. La Custodia é nata grazie a una donazione che fecero Roberto d'Angiò e sua moglie Sancha d'Aragona nel 1333, riscattando il Cenacolo e costruendo lì un Convento per i francescani.Da questo evento,è nata una realtà che ha fatto da supporto alla costruzione della Custodia Terra Santa.

Napoli ha sempre avuto una relazione esclusiva con la Terra Santa. La storia di questo legame è lunga e ha dato molto lustro, anche se nel 1500 il Commissariato di Venezia l'ha sostituita in questo rapporto diretto di esclusività, quando Venezia era ormai specializzata nei traffici del Mediterraneo Orientale.Molte attività e iniziative di promozione economica vive in Terra Santa, come la manifattura della madre perla, vengono da Napoli: i frati insegnarono agli abitanti della Terra Santa l'arte della lavorazione del Corallo e della Conchiglia portando nel XVII secolo, le maestranze di Torre del Greco. Queste tecniche hanno attecchito tanto che questa forma d'arte è stata attiva fino ai primi del '900.
Inoltre, il Commissariato di Napoli aveva tradizionalmente molti frati "collettori" e ancora oggi sono rimasti ben due frati che si occupano di questo: un'opera lodevole che consiste nella visita delle case e delle persone. Le famiglie aspettavano quello che viene chiamato "il monaco di Gerusalemme" per donare e sostenere la Terra Santa.

Che cosa vuol dire per lei essere "ponte tra la Terra Santa e i cristiani" sul suo territorio?
Essere ponte oggi, per me, con i Cristiani del sud Italia significa portare e far conoscere la Terra Santa in tutti gli ambiti in cui sono chiamato ad operare.

In che modo si declina in pratica l'essere ponte?
In quanto Commissario da due anni, oltre ai pellegrinaggi, mi dedico alla promozione della Terra Santa attraverso dei convegni, tavole rotonde, presentazione di libri e conferenze sulla Terra Santa. Abbiamo festeggiato anche diversi centenari di frati scomparsi: l'ultimo è stato Padre Virgilio Corbo, lucano, di cui abbiamo ricordato il centenario della nascita questa estate.
Attraverso il mio servizio porto la prospettiva di una persona che ha conoscenza diretta del territorio e del Medio Oriente, questo per le persone che sono qui da noi è molto importante perché tante volte l'informazione che arriva è meno attendibiledella testimonianza viva di una persona.
Più semplicemente, essere qui in Italia significa anche avere una vita pastorale più intensa e fare una lettura del Vangelo più attualizzata: avendo vissuto quei luoghi diventa più semplice poter offrire ai fedeli una chiave di lettura che favorisca la comprensione della Parola di Dio.