Il Giovedì Santo è la festa dei Sacerdoti, poiché festeggiano l’istituzione dell’Eucarestia, il servizio per gli altri, come loro priorità, la Misericordia di Dio di cui devono essere veri e fedeli testimoni.
Alla celebrazione hanno partecipato più di 150 sacerdoti, riuniti attorno al Patriarca latino S. B. Fouad Twal, circondato dai Vescovi ausiliari e Vicari patriarcali, dal Nunzio Apostolico, Mons. Giuseppe Lazzarotto e dai Sacerdoti. Sono venuti qui: « a pochi metri dal Golgota, dove il Santo Corpo di Gesù è stato immolato e il Suo Sangue versato in remissione dei nostri peccati. Ed è sempre quello stesso Corpo e quello stesso Sangue che noi mangiamo in ogni Eucaristia. Siamo testimoni di quello stesso momento, unico ed eterno, in questo stesso luogo, dove Cristo ha offerto la Sua vita in sacrificio per noi », ha detto il Patriarca nell’omelia, rivolto ai sacerdoti, concludendo con queste parole: « Che privilegio e che responsabilità ! ».
Che responsabilità – ha rimarcato – essere: « al posto di Gesù ».
Durante la celebrazione, il Patriarca ha lavato i piedi a 12 seminaristi. Successivamente, i presbiteri hanno rinnovato la loro promessa sacerdotale e il Patriarca ha benedetto gli oli santi.
Dopo la comunione, l’imponente processione di sacerdoti, ha sfilato attorno alla Tomba vuota del Cristo. Per tutti è stato un momento forte.
Nella Basilica della Resurrezione, alcuni fedeli locali e i pellegrini presenti, hanno condiviso questo intenso momento dove il Vivente annuncia già da ora la sua vittoria sulla morte.
Il Triduo Pasquale è iniziato.
Dopo la consegna simbolica della chiave della Basilica al Vicario custodiale, Fra Dobromir Jazstal, i seminaristi sono rimasti in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, esposto nella tomba vuota.
Al Cenacolo, la lavanda dei piedi ai bambini di Gerusalemme
Nel primo pomeriggio, alcuni frati Francescani, accompagnati da pellegrini e famiglie cristiane della Città Vecchia, partivano in pellegrinaggio verso il Cenacolo.
Dopo la lettura della Parola per la lavanda dei piedi, recitata in arabo, il Padre Custode, Pierbattista Pizzaballa, ripetendo i gesti del Salvatore fatti proprio qui, in ginocchio ha lavato i piedi a dodici bambini della Parrocchia latina di Gerusalemme. La sala era affollata, poiché i bambini erano arrivati da tempo insieme a padre Firas Hijazin, il Parroco e a numerosi pellegrini.
« Sono molto contento » ha confidato Issa, 10 anni, uno dei dodici bambini. « Anch’io! », ha subito aggiunto Daniel mentre aggiusta il fiocco rosso per un « selfie » con i suoi compagni.
Dal Cenacolo, tutti si sono recati dagli Armeni. La tradizione prevede alcune stazioni di preghiera. La prima, nella Cattedrale di San Giacomo, restaurata recentemente. La seconda, nella chiesa di San Michele Arcangelo. Fra Artemio Vitores ha ricordato i legami che uniscono i Francescani alla Comunità armena che li accolse, per prima, dopo la loro espulsione dal Cenacolo avvenuta nel 1551.
Il corteo è poi ripartito per la chiesa siriaca di San Marco, dove si è svolta l'ultima stazione di preghiera.
Ma le celebrazioni del Giovedì Santo a Gerusalemme non sono ancora terminate.
Al Getsemani, l'Ora Santa
La giornata è proseguita nella Basilica del Getsemani con la tradizionale Ora Santa, registrata e trasmessa in diretta dal Christian Media Center (http://cmc-terrasanta.com/fr). Cristiani locali e provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per: « vegliare e pregare » un'ora con Gesù, alla vigilia della sua Passione.
Il Custode ha iniziato la cerimonia cospargendo la Pietra dell'Agonia, situata davanti all'altare, con petali di rose rosse che ricordano le gocce di sangue trasudate da Gesù la notte della Sua agonia, in questo stesso Giardino degli Ulivi, dove oggi è situata la Basilica. Al temine della preghiera, con devozione, i fedeli si sono chinati sulla pietra, per baciarla e raccogliere i petali.
« Da Taybeh in Cisgiordania, siamo venuti in 85 per commemorare il Giovedì Santo con i Cattolici di Gerusalemme », raccontano Amin e Nihed, due giovani Cristiani. A Taybeh, festeggeranno Pasqua insieme agli Ortodossi, il primo giorno di Maggio. Quando si chiede loro perché è importante essere nella Città Santa questo giorno, la risposta scaturisce, semplice e chiara: « Perché siamo Cristiani! ».
La serata è proseguita con la Processione verso San Pietro in Gallicantu, alla luce della luna piena e delle candele in mano ai partecipanti. È privilegio dei Cristiani cantare e pregare, ogni anno, sul cammino percorso da Gesù dopo il Suo arresto.
Alla celebrazione hanno partecipato più di 150 sacerdoti, riuniti attorno al Patriarca latino S. B. Fouad Twal, circondato dai Vescovi ausiliari e Vicari patriarcali, dal Nunzio Apostolico, Mons. Giuseppe Lazzarotto e dai Sacerdoti. Sono venuti qui: « a pochi metri dal Golgota, dove il Santo Corpo di Gesù è stato immolato e il Suo Sangue versato in remissione dei nostri peccati. Ed è sempre quello stesso Corpo e quello stesso Sangue che noi mangiamo in ogni Eucaristia. Siamo testimoni di quello stesso momento, unico ed eterno, in questo stesso luogo, dove Cristo ha offerto la Sua vita in sacrificio per noi », ha detto il Patriarca nell’omelia, rivolto ai sacerdoti, concludendo con queste parole: « Che privilegio e che responsabilità ! ».
Che responsabilità – ha rimarcato – essere: « al posto di Gesù ».
Durante la celebrazione, il Patriarca ha lavato i piedi a 12 seminaristi. Successivamente, i presbiteri hanno rinnovato la loro promessa sacerdotale e il Patriarca ha benedetto gli oli santi.
Dopo la comunione, l’imponente processione di sacerdoti, ha sfilato attorno alla Tomba vuota del Cristo. Per tutti è stato un momento forte.
Nella Basilica della Resurrezione, alcuni fedeli locali e i pellegrini presenti, hanno condiviso questo intenso momento dove il Vivente annuncia già da ora la sua vittoria sulla morte.
Il Triduo Pasquale è iniziato.
Dopo la consegna simbolica della chiave della Basilica al Vicario custodiale, Fra Dobromir Jazstal, i seminaristi sono rimasti in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, esposto nella tomba vuota.
Al Cenacolo, la lavanda dei piedi ai bambini di Gerusalemme
Nel primo pomeriggio, alcuni frati Francescani, accompagnati da pellegrini e famiglie cristiane della Città Vecchia, partivano in pellegrinaggio verso il Cenacolo.
Dopo la lettura della Parola per la lavanda dei piedi, recitata in arabo, il Padre Custode, Pierbattista Pizzaballa, ripetendo i gesti del Salvatore fatti proprio qui, in ginocchio ha lavato i piedi a dodici bambini della Parrocchia latina di Gerusalemme. La sala era affollata, poiché i bambini erano arrivati da tempo insieme a padre Firas Hijazin, il Parroco e a numerosi pellegrini.
« Sono molto contento » ha confidato Issa, 10 anni, uno dei dodici bambini. « Anch’io! », ha subito aggiunto Daniel mentre aggiusta il fiocco rosso per un « selfie » con i suoi compagni.
Dal Cenacolo, tutti si sono recati dagli Armeni. La tradizione prevede alcune stazioni di preghiera. La prima, nella Cattedrale di San Giacomo, restaurata recentemente. La seconda, nella chiesa di San Michele Arcangelo. Fra Artemio Vitores ha ricordato i legami che uniscono i Francescani alla Comunità armena che li accolse, per prima, dopo la loro espulsione dal Cenacolo avvenuta nel 1551.
Il corteo è poi ripartito per la chiesa siriaca di San Marco, dove si è svolta l'ultima stazione di preghiera.
Ma le celebrazioni del Giovedì Santo a Gerusalemme non sono ancora terminate.
Al Getsemani, l'Ora Santa
La giornata è proseguita nella Basilica del Getsemani con la tradizionale Ora Santa, registrata e trasmessa in diretta dal Christian Media Center (http://cmc-terrasanta.com/fr). Cristiani locali e provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per: « vegliare e pregare » un'ora con Gesù, alla vigilia della sua Passione.
Il Custode ha iniziato la cerimonia cospargendo la Pietra dell'Agonia, situata davanti all'altare, con petali di rose rosse che ricordano le gocce di sangue trasudate da Gesù la notte della Sua agonia, in questo stesso Giardino degli Ulivi, dove oggi è situata la Basilica. Al temine della preghiera, con devozione, i fedeli si sono chinati sulla pietra, per baciarla e raccogliere i petali.
« Da Taybeh in Cisgiordania, siamo venuti in 85 per commemorare il Giovedì Santo con i Cattolici di Gerusalemme », raccontano Amin e Nihed, due giovani Cristiani. A Taybeh, festeggeranno Pasqua insieme agli Ortodossi, il primo giorno di Maggio. Quando si chiede loro perché è importante essere nella Città Santa questo giorno, la risposta scaturisce, semplice e chiara: « Perché siamo Cristiani! ».
La serata è proseguita con la Processione verso San Pietro in Gallicantu, alla luce della luna piena e delle candele in mano ai partecipanti. È privilegio dei Cristiani cantare e pregare, ogni anno, sul cammino percorso da Gesù dopo il Suo arresto.