Betlemme, martedì 21 dicembre 2010. Anche quest’anno il Padre Custode è andato a far visita alla Casa Del Fanciullo di Betlemme, un’opera sostenuta dalla Franciscan Holy Land Foundation e dalla Custodia di Terra Santa. La Custodia non si occupa solo di custodire i Luoghi Santi fatti di pietra, ma anche delle singole “pietre vive” che compongono la Chiesa e la società di Terra Santa. I molteplici progetti che si sono attualizzati e che si stanno attualizzando ne sono la prova.
Custodire i bambini poi è un lavoro indispensabile, un investimento nel futuro. Ogni bimbo è un ponte verso il futuro, è segno di speranza, qualunque sia la sua etnia o credo religioso d’appartenza. Ecco lo scopo dell’esistenza della Casa del Fanciullo in Betlemme con la presenza delle suore Fancescane Missionarie di Maria e dei Frati Minori. Mai come a Natale possiamo poi meditare sulla speranza che ogni bambino rappresenta.
La festa ha inizio con una messa alla Grotta del Latte seguita da una simpatica scenetta. Un giovane sale sull’altare e chiama i suoi amici chiedendosi: “cos’è il Natale? Cosa succede? E se è vera questa storia noi, in tutto quello che sta accadendo, chi siamo? Siamo forse il bue o l’asinello?” Le varie domande, spesso divertenti, portano alla conclusione che questa storia è sicuramente vera e se è vera non possiamo che pregare: i giovani quindi invitano tutti a pregare il Padre Nostro.
La comitiva si sposta poi dalla chiesa alla Casa del Fanciullo dove con un rinfresco si aspetta il trionfale ingresso di Babbo Natale. Babbo Natale entra nella stanza, stanco dal viaggio e dal peso dei regali. A stento si regge in piedi e viene portato a spalla dai ragazzini in festa. La distribuzione dei regali è un momento di gioia per grandi e piccini. Alla distribuzione partecipa attivamente anche il padre Custode, fisicamente molto più prestante del vecchio Babbo Natale. Al termine della distribuzione tutti i ragazzini donano al Padre Custode un cartellone raffigurante la Santa Famiglia e le loro foto che fanno da contorno.
Un momento di festa che ci ricorda che Natale è soprattutto gioia per il dono della Speranza che s’incarna in un bambino. Un momento di festa per ricordare che Natale è accogliere il Signore nei più piccoli e nei più bisognosi, senza retorica. Fare strada ai poveri, senza farsi strada: così come ha fatto Gesù e come ha fatto poi frate Francesco, in perfetta letizia.
Marco Gavasso
Custodire i bambini poi è un lavoro indispensabile, un investimento nel futuro. Ogni bimbo è un ponte verso il futuro, è segno di speranza, qualunque sia la sua etnia o credo religioso d’appartenza. Ecco lo scopo dell’esistenza della Casa del Fanciullo in Betlemme con la presenza delle suore Fancescane Missionarie di Maria e dei Frati Minori. Mai come a Natale possiamo poi meditare sulla speranza che ogni bambino rappresenta.
La festa ha inizio con una messa alla Grotta del Latte seguita da una simpatica scenetta. Un giovane sale sull’altare e chiama i suoi amici chiedendosi: “cos’è il Natale? Cosa succede? E se è vera questa storia noi, in tutto quello che sta accadendo, chi siamo? Siamo forse il bue o l’asinello?” Le varie domande, spesso divertenti, portano alla conclusione che questa storia è sicuramente vera e se è vera non possiamo che pregare: i giovani quindi invitano tutti a pregare il Padre Nostro.
La comitiva si sposta poi dalla chiesa alla Casa del Fanciullo dove con un rinfresco si aspetta il trionfale ingresso di Babbo Natale. Babbo Natale entra nella stanza, stanco dal viaggio e dal peso dei regali. A stento si regge in piedi e viene portato a spalla dai ragazzini in festa. La distribuzione dei regali è un momento di gioia per grandi e piccini. Alla distribuzione partecipa attivamente anche il padre Custode, fisicamente molto più prestante del vecchio Babbo Natale. Al termine della distribuzione tutti i ragazzini donano al Padre Custode un cartellone raffigurante la Santa Famiglia e le loro foto che fanno da contorno.
Un momento di festa che ci ricorda che Natale è soprattutto gioia per il dono della Speranza che s’incarna in un bambino. Un momento di festa per ricordare che Natale è accogliere il Signore nei più piccoli e nei più bisognosi, senza retorica. Fare strada ai poveri, senza farsi strada: così come ha fatto Gesù e come ha fatto poi frate Francesco, in perfetta letizia.
Marco Gavasso