Il Cardinale Joseph Zen lascia un messaggio ai cristiani di Terra Santa | Custodia Terrae Sanctae

Il Cardinale Joseph Zen lascia un messaggio ai cristiani di Terra Santa

6 novembre 2008

A margine della conferenza organizzata al Terra Sancta College dallo Studium Theologicum Salesanium in occasione dell’Anno Paolino, il Cardinale Zen, arcivescovo di Hong Kong, ci ha concesso qualche minuto d’intervista. La cristianità in Cina ha un punto in comune con quella della Terra Santa. L’una e l’altra rappresentano all’incirca 1,5% della popolazione ciò che vuole dire 200.000 cristiani qui ma 25 milioni là.

Eminenza, è la prima volta che viene in Terra Santa?
No, non è la prima volta ma la terza. Anche se le due precedenti risalgono a più di dieci anni fa.

E quale sono le vostre impressioni qui?
Suppongo sia lo stesso che per tutti i credenti del mondo, la gioia e l’emozione di calpestare la terra di Gesù.

Ha detto ieri che rappresenta qui tutto il popolo cinese?
Sì, perché pochi riescono a venire, soprattutto a questo tipo di celebrazione speciale visto il luogo in cui viene celebrata. Si tratta di una opportunità unica di fare memoria del battesimo di Cristo sul posto stesso in cui è avvenuto.

Che succede esattamente ai cristiani in Cina?
Fino ad adesso, non c’è stata una reale libertà per la Chiesa in Cina. Certo, alcune chiese sono aperte e ci si può recare e pregare lì ma il governo della Chiesa, la leadership, non si trova nelle mani dei vescovi. E veramente triste e questo non corrisponde alle costituzioni della Chiesa. Il Santo Padre l’ha scritto nella sua Lettera alla Chiesa di Cina [1]. Speriamo che i leader delle Nazioni capiscano che la libertà per la Chiesa non rappresenta un vantaggio solo per la Chiesa stessa ma anche per gli Stati medesimi.

Si parla di 10 milioni di cristiani in Cina, questa cifra si avvicina alla realtà?
Non so esattamente e nessuno lo può sapere esattamente [2]. Quello che è certo è che il loro numero è di gran lunga superiore alla cifra che le autorità cinesi continuano a indicare, ovvero 5 milioni di cattolici (NDR Secondo una fonte autorizzata, i cattolici sarebbero circa 10 milioni ai quali si devono aggiungere (almeno) 15 milioni di protestanti.

Cosa rappresenta la Terra Santa per i Cristiani cinesi?
Ancora una volta, la stessa cosa che per tutti i credenti del mondo. Spero che, un giorno, i nostri fedeli potranno venire liberamente qui.

Lei ha un messaggio per quest’altra minoranza che sono i cristiani di Terra Santa?
Certo, insieme siamo minoritari ma abbiamo questa fortuna che la Parola di Dio ci è stata rivelata ugualmente. E il nostro tesoro, nostro privilegio e dobbiamo essere pronti a soffrire, come il Cristo stesso ha sofferto.

Che possono fare i Cristiani di Terra Santa per i Cristiani di Cina?
Da minoranza a minoranza, il nostro dovere è di pregare gli uni per gli altri. È la cosa migliore che possiamo fare.

MAB

I Cinesi in Terra Santa
Da uno o due anni, il turismo cinese aumenta singolarmente in Terra Santa. Migliaia di cinesi vengono ogni anno a visitare il paese e le guide che parlano il Guānhuà (mandarino) od una delle sette lingue più parlate in Cina (il Cardinal padroneggia tre di queste lingue) scarseggiano.
Questi turisti non sono soltanto cristiani. Se un pugno di ebrei risiede in Cina (sono stimati a 600 famiglie circa ripartite tra Kaifeng, Canton e Shanghaï), questo turismo è soprattutto promosso dal gemellaggio tra Shanghaï (13 milioni di abitanti) e Haïfa, gemellaggio di cui le due città hanno celebrato quest’anno il 15° anniversario.
Le relazioni politiche tra la Repubblica popolare di Cina e lo Stato d’Israele risalgono al 1992 ma migliorano di anno in anno, i due Stati vedendo in esse degli interessi diversi ma certi.

Il sito della Custodia all’ora cinese
Le statistiche del sito della Custodia attivate da 8 mesi dimostrano che è già stato visitato dalla Cina, da Taïwan e da Hong Kong.
Ma, per i cristiani di Cina che non possono ancora recarsi qui, la Custodia prepara una traduzione del site in cinese. È già in corso.
Da fonte autorizzata, è poco probabile che il sito sia bloccato dalle autorità cinesi come accade con certi siti internazionali. Nella peggiore delle ipotesi, sarà on line un giorno sì e un giorno no, come quello del Vaticano.
I cinesi amano internet e l’uso che ne fanno è comunitario. Un articolo che piace è, di seguito, accuratamente fotocopiato in vista della sua massima diffusione.


[1] "Negli anni recenti, per varie cause, voi, Fratelli nell’episcopato, avete incontrato difficoltà, poiché persone non « ordinate », e a volte anche non battezzate, controllano e prendono decisioni circa importanti questioni ecclesiali, inclusa la nomina dei Vescovi, in nome di vari organismi statali. " Benedetto XVI nella sua lettera ai Cristiani di Cina. 

[2] C’è solo una Chiesa in Cina ma presenta due visi: quello della Chiesa ufficiale i cui membri sono registrati e la Chiesa sotterranea che sfugge ad ogni statistica. Il Santo Padre ha perorato nella sua lettera la causa della riconciliazione tra queste due Chiese e auspicato un lavoro in comune. Nessun appello è stato fatto affinché i cristiani appartenenti alla Chiesa sotterranea non si dichiarino.