La gioia della Grammatica festeggiata a San Salvatore (2006) | Custodia Terrae Sanctae

La gioia della Grammatica festeggiata a San Salvatore (2006)

Il salone dell’Immacolata era colmo questo mercoledì 8 novembre, per assistere, su invito dello Studium Biblico Francescano (SBF), la facoltà di Scienze bibliche e archeologiche della Custodia di Terra Santa, alla Lezione inaugurale dell’anno accademico. È stata anche l’occasione per seguire la presentazione di una compilazione di articoli, raccolti sotto il titolo “Grammatica, intellectio scripturae” (Grammatica, intelligenza delle Scritture).

Come ha notato il padre Custode, Pierbattista Pizzaballa, la ricerca scientifica condotta allo SBF fa parte integrante della pastorale, allo stesso titolo della vita parrocchiale, anche se in modo diverso. Queste ricerche, sia bibliche che archeologiche, consentono di illuminare i fedeli, ed anche i pellegrini, nel loro approccio ai testi biblici e ai luoghi santi. È per questo che, oggi come ieri, la Custodia continua a prodigare i suoi sforzi verso lo SBF. Sono sforzi gravosi, ma anche fruttuosi; e lo si poteva ben vedere nell’assemblea che il prestigio dello SBF aveva riunito, ben al di là dell’ordine francescano.

È stato il padre Bottini, Decano della Facoltà, che ha accolto il numeroso pubblico e ha introdotto la conferenza di Giovanni Rizzi,professore di esegesi dell’Antico Testamento alla Pontificia Università Urbaniana di Roma. «La Bibbia dei Settanta oggi: edizioni, traduzioni e studi». Ricordiamo che il testo dei “Settanta” è una traduzione della Torah (dei cinque rotoli della Legge di Mosè) in lingua greca, che sarebbe stata realizzata da 70 ebrei ( o 72, secondo le tradizioni) ad Alessandria, per gli ebrei che in questa città erano relativamente numerosi, su richiesta delle autorità greche. Per estensione si chiama “Settanta” la versione greca antica della totalità delle Scritture bibliche, prima che il giudaismo ritornasse al testo ebraico, nel II secolo della nostra era.

La Chiesa abbandonò il greco a favore del latino e si schierò subito a fianco di san Girolamo e della sua «Veritas hebraica», secondo cui la verità si trova nel testo ebraico, dimenticando dunque il testo greco. Solo nel 1947, con la scoperta dei manoscritti di Qumran ci fu un rinnovamento degli studi sul testo dei Settanta. In effetti i famosi manoscritti ritrovati erano in ebraico e in greco. Gli studiosi si sono allora impegnati nei lavori di comparazione tra i testi ebraici di Qumran e la versione dei Settanta. La conferenza del professor Rizzi (prossimamente disponibile on line in italiano e inglese) ha fatto dunque un giro d’orizzonte sugli studi attuali e sulle questioni che si pongono sull’influenza del testo greco nella tradizione giudaica. Dopo questa lezione il padre Rosario Perri ha presentato il libro recentemente apparso presso le edizioni della Custodia, Franciscan Printing Press, Grammatica, intellectio Scripturae. Si tratta di una compilazione di articoli scientifici concernenti alcune questioni di grammatica greca e la traduzione che se ne fa, da cui derivano delle interpretazioni a volte differenti. Quest’opera è stata redatta sotto la direzione del padre Rosario ofm Pierri ofm, professore di greco allo SBF, in onore del padre Lino Cignelli, professore emerito dello SBF. Il padre Lino «non è uno di quelli che dicono e non fanno», ha detto il padre Custode, il quale, rendendogli omaggio, ha ricordato che egli non si è limitato ad ammaestrare i giovani frati con lo studio, ma anche con l’esemplarità della vita. E , rivolgendosi a tutti, ha auspicato: «Che lavorare, insegnare, studiare a Gerusalemme sia per tutti una gioia e una fortuna, perché, come dicevano i rabbini, “l’aria di Gerusalemme rende saggi”». A guardare i volti dei presenti, in questo giorno, sembra davvero che l’aria dello SBF renda anche felici.

MAB