La partenza del Signore in cielo festeggiata nella gioia dell’Ascensione | Custodia Terrae Sanctae

La partenza del Signore in cielo festeggiata nella gioia dell’Ascensione

È sotto un cielo bigio che giovedì 10 maggio, Francescani e i fedeli riuniti attorno alla cappella dell’Ascensione, hanno celebrato nella gioia la festa dell’ascesa di Cristo risorto al cielo. Non tutti son potuti entrare nell’edicola crociata, situata sul Monte degli Olivi, perché il posto è molto piccolo. Questo non ha scoraggiato i pellegrini arrivati in gran numero. La festa dell’Ascensione è l’unico giorno in cui l’Eucaristia può essere celebrata in questo luogo, da secoli integrato ad una moschea. Il permesso di celebrare la Messa nell’edicola, quaranta giorni dopo Pasqua, fu concesso anticamente ai frati in cambio di un abbondante pasto di riso e pollo a tutto il quartiere. Un accordo approvato in seguito dallo Status Quo. Ancora oggi, il pasto è condiviso con i partecipanti, dopo i Vespri della vigilia.

Una prima salita di pellegrini, a piedi o in autobus, è iniziata mercoledì 9 maggio verso le ore 15. Le celebrazioni sono iniziate con l’ingresso solenne del Vicario custodiale, Fr. Dobromir Jasztal, che ha presieduto la festività. Al termine dei Vespri cantati, i Frati hanno compiuto i tradizionali tre giri dell’edicola – una caratteristica dei riti gerosolomitani – durante la recita della litania dei santi. Mentre alcuni si ristoravano, altri approfittavano della calma nell’edicola per venerare il luogo in cui Cristo ascese al cielo, attardandosi sulla roccia che affiora a livello del suolo, dove la tradizione riconosce l’impronta lasciata dal piede di Cristo. Il pomeriggio si è concluso con l’Ufficio di Compieta.

Una seconda salita al Monte degli Olivi si è svolta di notte. Alle 23 sono state cantate le Vigilie poi, durante tutta la notte, sono state celebrate numerose Messe nell’edicola e sugli altari portatili installati ai due lati. Gruppi di pellegrini, locali e provenienti da ogni parte del mondo, hanno potuto commemorare l’Ascensione di Cristo nel luogo stesso in cui si compì.

All’inizio della mattinata, la festività si è conclusa con la Messa solenne. Numerosi pellegrini sono accorsi, alcuni per la terza volta. Nel corso dell’omelia Fr. Dobromir, ha ricordato che questo arrivederci a Cristo non vuol essere un addio triste: “Forse la tradizionale considerazione con cui il cielo era percepito come spazio misterioso e vuoto che sta sopra la terra e in cui dimora Dio, potrebbe lasciarci afflitti, scoraggiati o, addirittura, farci sentire incapaci della missione che ci è stata affidata. Invece, lo Spirito di verità che ci è stato donato quando diventammo credenti, ci comunica che con Gesù anche tutti noi siamo ascesi con la speranza e la promessa che un giorno saremo con il nostro Signore e Maestro presso Dio”.

Da questo insegnamento si trae il messaggio forte che Cristo lasciò ai suoi discepoli per proclamare la Buona Novella, al quale anche noi siamo inviati: “Come allora, anche oggi, il mondo e i contesti in cui viviamo hanno bisogno di essere liberati dal demone dell'invidia, della malizia e dell'odio. Forse sarà difficile apprendere diverse lingue per comunicare con molti, ma è semplice parlare una lingua nuova compresa da tutti: la lingua della carità e dell'amore fraterno insegnataci da Gesù stesso.”