Il primo Gennaio ha visto come ogni anno una folla numerosa riunirsi al patriarcato latino di Gerusalemme per dare inizio al nuovo anno con la preghiera.
Sua Beatitudine Fouad Twal ha presieduto la Messa papale in onore di Maria Regina della Pace, circondato da numerosi vescovi ed esarchi patriarcali delle Chiese Orientali Cattoliche, dal Custode di Terra Santa, dai padri abati e superiori, e da una trentina di sacerdoti.
Essendo rappresentate la maggior parte delle congregazioni religiose del paese, il Patriarca nella sua omelia ha salutato in particolare coloro che hanno sperimentato il loro primo Natale qui al servizio della Terra Santa, tornando anche sulla tragedia che ha colpito le Suore Francescane del Cuore Immacolato di Maria.
Parlando, in arabo, delle cose positive e negative dell’anno passato egli ha delineato alcuni punti per l’anno nuovo in termini di “dialogo ecumenico e interreligioso”, di “consolidamento della Fede del popolo di Dio, grazie alla lettura quotidiana della Parola di Dio”, e di accoglienza dei pellegrini sempre più numerosi in visita in Terra Santa. In Italiano, e poi in Francese, il Patriarca ha ricordato il dramma dell’emigrazione dei Cristiani in Medio Oriente, in particolare in Terra Santa, “perdita per la Chiesa universale, per i musulmani così come per gli ebrei.
I Cristiani possono giocare un ruolo di mediatori in un conflitto che dura da troppo tempo”. Parlando delle divisioni fra i cristiani come motivo della convocazione del Sinodo, Sua Beatitudine ha parlato del “desiderio dei cristiani locali di vedere parificata la data della Pasqua”, un desiderio questo che si conta nella lista delle proposte finali del Sinodo.
È stato, ancora, il Patriarca ad annunciare l’attentato che ha colpito una comunità di cristiani durante la notte, mentre celebravano la messa di mezzanotte in una chiesa ad Alessandria d’Egitto, provocando 21 morti e 43 feriti secondo un bilancio provvisorio.
“Questo nuovo massacro, ha detto il Patriarca, deve indurci a riflettere sulla nostra vocazione di cristiani in questa regione che non può non abbracciare la Croce. Il discepolo non è al di sopra del suo Maestro”. Rivolto al Signore, il Patriarca ha aggiunto: “Se tu ci mandi ancora un po’ di sofferenza, donaci anche il coraggio di seguirti”. Il Patriarca ha poi parlato dei 63 anni di conflitto tra Israeliani e Palestinesi, affermando con enfasi che “la violenza e le armi non risolveranno nulla”. La messa dedicata alla pace attraverso l’intercessione di Maria è continuata nella contemplazione. Dopo la benedizione finale Sua Beatitudine e diversi Ordinari di Terra Santa hanno ricevuto i voti per il nuovo anno dei fedeli che affollavano la chiesa.
Tornando sul massacro della notte scorsa in Egitto il Patriarca ha commentato: “Avevo intenzione di menzionare nella mia predica il massacro dell’Iraq ed ora apprendo la notizia di quello d’Alessandria. Tutto ciò mette tutti i nostri sforzi, la nostra speranza e le nostre aspettative di nuovo in difficoltà”. Certamente il Santo Padre aggiungerà l’Egitto nel suo messaggio di pace dato da Roma, ma è inutile aggiungere che ogni giorno noi affrontiamo nuovi problemi. Per quanto ancora sarà così? La preghiera per la pace e la libertà religiosa è sempre attuale, giorno e notte.”
Secondo il Custode di Terra Santa: “Sono i governi dei paesi arabi a dover fare qualcosa per non consentire che tali eventi accadano. Non è infatti la prima volta, soprattutto in Egitto, che queste cose accadono. E cosa ha fatto il governo? Che cosa sta facendo per i rifugiati Eritrei? I governi dei paesi arabi hanno il dovere di agire e fermare la violenza contro le minoranze, in particolare cristiane. “Coraggio, coraggio!”, ha ripetuto più volte il Patriarca con un sorriso per augurare un felice anno nuovo a tutti.
Mab