Riaperta la Casa Nova di Ain Karem | Custodia Terrae Sanctae

Riaperta la Casa Nova di Ain Karem

Il villaggio di Ain Karem, situato sulle colline a una decina di chilometri a Ovest di Gerusalemme, ha un significato particolare per i pellegrini cristiani. È ricordato per essere luogo di nascita di Elisabetta (e del figlio San Giovanni il Battista); luogo in cui la Vergine Maria, sua cugina, andò a farle visita.
Questo paese di 2.000 abitanti ospita i Santuari della Visitazione (del IV°secolo) e di San Giovanni “In Montana” (del V° secolo), nella cui grotta si commemora il Battista.
Oltre i due Santuari francescani, ad Ain Karem si trovano una chiesa greca ortodossa e il Monastero di Nostra Signora di Sion. Molti pellegrini, in cerca di tranquillità o che desiderano compiere escursioni diverse dai soliti itinerari, vanno a ritemprarsi al Monastero francescano di San Giovanni del Deserto, situato a pochi chilometri.

I francescani, che abitano in questo luogo dal XII° secolo, vivono una vita di preghiera e di servizio ai pellegrini.
Nel Convento di Ain Karem vivono anche gli studenti del primo e secondo anno di filosofia del Seminario internazionale della Custodia di Terra Santa; una decina di studenti insieme a quattro frati, tra loro, Fra Leszek, responsabile del Santuario, meglio conosciuto come fra Severino. Dal settembre 2013, il frate polacco, già direttore della Casa Nova di Betlemme, ha iniziato e segue il lavoro di numerosi cantieri. «Nonostante la presenza discontinua di pellegrini alla Casa Nova di Ain Karem, l’atmosfera di questo villaggio è, per certi aspetti, diversa da quella di Gerusalemme. Il nostro Convento e il nostro Santuario sono vere oasi di pace. Era necessario valorizzarli e permettere ai pellegrini di godere di questa atmosfera», spiega fra Severino. Così è nata l’idea di riaprire la casa di accoglienza francescana per pellegrini.

Da sei mesi, operai e volontari si danno da fare, in questi grandi edifici del XIX° secolo e nei giardini in fiore, che hanno conservato tutto il loro fascino. Fra Severino è ottimista: «In sei mesi si notano grandi cambiamenti, i pellegrini diventano sempre più numerosi e amano il clima di accoglienza fraterna di questo luogo». Casa Nova, infatti, non è un hotel, sottolinea il francescano: «Qui tutto è vissuto in semplicità. Abbiamo il nostro pollaio, l’orto, gatti e cani e vorremo proporre ai pellegrini di condividere uno stile di vita e preghiera genuino». Alla Casa Nova di Ain Karem tutti si rimboccano le maniche, fra Severino per primo, mentre segue i volontari, per la maggioranza polacchi e italiani, pur aspettando a braccia aperte ogni persona di buona volontà.

In cucina, incontriamo Giuseppe, cuoco siciliano, venuto qualche mese per aiutare nel ristorante. Nel menu del giorno una delle specialità della casa: l’oca! Ieri, pollo al rosmarino del giardino e tiramisù. Anche la pasta fatta in casa è molto apprezzata. Sia fra Severino che i volontari amano la buona cucina, non fanno certo invidia alle proposte culinarie di Gerusalemme. La voce si è già sparsa presso i frati della Custodia: da Fra Severino, si mangia bene!
Gli aneddoti non mancano, come i mille chili di salsiccia, preparati con cura e tagliati in una giornata: «una vera operazione e un momento di amicizia» raccontano. A loro fianco Stawomir, giovane polacco dallo sguardo azzurro, divide il suo tempo tra il giardino e il servizio a tavola. «Tutto è stato pensato e organizzato, ogni cosa a suo tempo » dice sorridendo Fra Severino, mentre passeggia sotto il pergolato in fiore: « di recente abbiamo installato il wifi in tutta la Casa Nova e lanciato la nostra pagina su Facebook».
A quest’attività molto dinamica si aggiunge una ricca vita comunitaria con i suoi frati. «Mi vedete adesso senza l’abito francescano perché sto lavorando all’esterno, ma tra qualche ora, sarò dietro una cattedra per insegnare filosofia ai nostri studenti». L’insegnante ringrazia: «La molteplice missione che mi è stata affidata dà tanta gioia e senso alla mia vita. Incontriamo numerosi pellegrini che hanno bisogno di ascolto, per capire cosa sono venuti a cercare in questa Terra Santa. Essere responsabile di una casa di accoglienza significa poter dedicare loro del tempo, anche se molto prezioso per me!».

Infatti, non appena finito il delizioso cappuccino offerto da Giuseppe, incrociamo Fra Sergey e Ettore dell’Ufficio tecnico di Gerusalemme. Seguendoli nel sotto suolo del Convento scopriamo il restauro di un’immensa sala a volte. «Abbiamo l’ambizione di portare il numero di coperti a 200 per accogliere grandi gruppi, per esempio durante i seminari. All’esterno, ci sarà una lunga terrazza soleggiata con vista sulla collina e le chiese della Visitazione».
Qualità, semplicità e libertà, sono i sentimenti che emanano da questo luogo unico che invita alla spiritualità.

Per maggiori informazioni su Casa Nova e prenotazioni, segui il link Casa Nova Ain Karem o la pagina Facebook dedicata a questo luogo.


Émilie R.