Uno sguardo al cantiere del Santo Sepolcro | Custodia Terrae Sanctae

Uno sguardo al cantiere del Santo Sepolcro

Da oltre un mese, ormai, alti pannelli circondano l'edicola che racchiude la tomba vuota di Gesù, a Gerusalemme. Terrasanta.net ha dato un'occhiata ai lavori in corso oltre le palizzate.

(m.a.b./n.h.) – I lavori in corso intorno alla tomba vuota di Gesù non scoraggiano pellegrini e turisti. Che non rinunciano, nonostante il cantiere, a una foto ricordo davanti all’edicola, benché essa abbia ormai un aspetto tale da non attirare lo sguardo umano.

La facciata è ormai spoglia come ai primi giorni della sua costruzione. Niente più icone, lampade ad olio e quadri. Non resta che la porticina che consente l’accesso ai pellegrini, protetti da un breve tunnel in metallo. Sopra l’ingresso la colomba che simboleggia lo Spirito Santo dispiega ancora le sua ali.

Nel presentare i lavori, la responsabile tecnica del cantiere, la professoressa Antonia Maropoulou, aveva assicurato il libero accesso dei visitatori all’interno del Santo Sepolcro e la promessa è stata mantenuta. I riti liturgici continuano a svolgersi regolarmente e i fedeli si inginocchiano, come sempre, davanti alla tomba vuota. A meno che non preferiscano sostare nella cappella dei copti addossata all’edicola sul versante opposto all’ingresso.

Gli altri lati dell’edicola sono inaccessibili dall’8 maggio scorso perché circondati da una palizzata alta due metri, eretta a protezione del cantiere. Terrasanta.net può seguire con attenzione i lavori grazie all’accoglienza delle comunità ecclesiali corresponsabili della basilica: i greco-ortodossi, i francescani (per i cattolici latini) e gli armeno-apostolici.

Sul lato sud, quello dove i pellegrini erano abituati ad accendere le candele votive, l’armatura d’acciaio installata dai britannici nel secolo scorso non è stata rimossa, ma anzi rafforzata alla base. E un nuovo ponteggio avvolge tutto l’insieme.

I lavori più importanti si concentrano, al momento, sulla facciata nord. L’architettura barocco-ottomana aveva disegnato qui i contorni di tre finestre cieche. Ora non si vedono più perché la muratura è stata completamente spogliata dai rivestimenti marmorei. Analizzando le foto appena scattate si ha la sensazione che il muro ormai nudo sia stato costruito in almeno due epoche diverse, a giudicare dalla differenza tra le pietre impiegate e la trama che le unisce. Quanto alla loro datazione… per ora non filtra alcuna informazione dagli specialisti e dagli archeologi al lavoro.

Quanto va emergendo per la prima volta, 206 anni dopo la costruzione dell’edicola attuale, conferma quanto scrive l’archeologo e accademico britannico Martin Biddle nel suo libro The tomb of Christ (1999, l’edizione italiana si intitola Il mistero della tomba di Cristo, Newton & Compton, 2000 - ndr): la costruzione è a buccia di cipolla e ogni strato storico si sovrappone al precedente.

I rilievi tecnici, i sondaggi e le misurazioni con il laser avevano preparato gli addetti ai lavori che ora procedono serenamente, carte alla mano, verificando puntualmente quanto via via viene alla luce.
La maggior parte degli interventi più rumorosi si svolge nottetempo, con l’impiego di trapani e mazzuoli, ma qualche volta avvengono anche di giorno, come documenta il video qui sotto.



Video : © Nizar Halloun/TSM

Per spostare più facilmente i ponteggi mobili è stato posato un pavimento provvisorio tutt’attorno all’edicola. Sulle piastrelle rosa e nere della rotonda è stato steso un telone, poi gli operai hanno creato uno strato di sabbia sul quale poggiano resistenti lastre grigie.

Tutti i frammenti dei rivestimenti marmorei smontati vengono trasferiti nella galleria dei francescani, sotto la cupola, grazie a un montacarichi installato non lontano dagli archi della Vergine. Nel laboratorio a ridosso del tetto della basilica ogni elemento viene inventariato, prima di misurarlo e ripulirlo.
I lavori proseguono alacremente e noi continueremo a seguirli da vicino per darvene conto.