Riscoprire la forza sanante della Croce

Riscoprire la forza sanante della Croce

7 maggio 2023 – Santo Sepolcro - Gerusalemme

Omelia del Custode di Terra Santa fr. Francesco Patton

Solennità del Ritrovamento della Croce di Cristo

Nm 21,4-9; Sal 95; Fil 2,5-11; Gv 3,13-17

  1. Carissime sorelle, carissimi fratelli,

il Signore vi dia pace.

Siamo nel cuore dell’antica cava di pietra che in alto conserva i resti del Calvario, un po’ più in basso ospita il Sepolcro e qui dove stiamo celebrando custodisce la memoria del ritrovamento della vera Croce da parte della santa regina Elena.

È come se questo luogo complesso che è la basilica del Santo Sepolcro fosse testimone di un tentativo progressivo prima di eliminare Gesù Cristo fisicamente e poi di cancellarne la memoria. Ma è un tentativo destinato a fallire, fin dal principio.

L’eliminazione fisica avvenne attraverso la sua morte in croce e conseguente sepoltura. Il tentativo di eliminarne la memoria avvenne attraverso la persecuzione e dispersione dei discepoli (testimoniata negli Atti degli Apostoli), poi attraverso l’occultamento della croce nel punto più basso della cava, e al tempo dell’imperatore Adriano (II sec) attraverso la copertura del Calvario e del Sepolcro sotto templi pagani.

  1. La provvidenza divina aveva però disposto diversamente. Alla morte e sepoltura di Gesù corrisponde la sua risurrezione il terzo giorno. Alla persecuzione della prima comunità cristiana di Gerusalemme corrisponde la diffusione della Chiesa in tutto il mondo. All’occultamento della Croce, del Calvario e del Sepolcro corrisponde il loro ritrovamento e la trasformazione di questo luogo nel cuore della Cristianità, nel luogo da cui la speranza promana e dà senso alla vita di ciascuno di noi e alla storia dell’umanità.
  1. Lungo la storia, periodicamente, si è ripetuto più volte il tentativo di cancellare la memoria della Pasqua di Gesù, di rimuovere la sua croce come fosse una presenza fastidiosa, e di eliminare la presenza cristiana. Nell’ultimo secolo ci hanno provato tutti i regimi totalitari, indipendentemente dalla loro ispirazione ideologica. In tempi più recenti ci hanno provato e continuano a provarci sia i fondamentalismi religiosi, sia le ideologie secolari. Il nome di Gesù non va pronunciato e la sua parola dev’essere silenziata, le croci vanno tolte sia dove governa l’ISIS sia dove governano liberalissimi governi che hanno fatto del laicismo un idolo. Ancora e di nuovo anche i cristiani sono costretti a lasciare le loro patrie di origine per forme di persecuzione diretta o per forme di discriminazione strisciante. Noi stessi siamo personalmente testimoni di questo.
  1. Ma Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, morto e risorto per noi e per la nostra salvezza, è più vivo che mai. Il Golgota continua a raccontarci il mistero e la gloria della Croce e del Crocifisso, che manifesta l’amore più grande: l’amore di Gesù Cristo che arriva ad amare fino a donare tutto se stesso per redimerci dalla nostra incapacità di amare, per rivelarci la nostra dignità più profonda, per aiutarci a capire quanto Dio ci ama e quanto valiamo per Lui. Continua a parlarci la tomba vuota, che attira milioni di fedeli offrendo loro la possibilità di fare la stessa esperienza dell’apostolo Giovanni, cioè di vedere la tomba vuota e di credere che Gesù è risorto, attraversando la morte e portando anche noi a vivere in Dio. Anche il Corpo di Cristo (che è la Chiesa) continua ad essere vivo e vitale; e a dispetto di ogni apparenza, anche se sembra agonizzare in Occidente, si manifesta vivo e vitale in altri continenti.
  1. Oggi noi celebriamo il ritrovamento della vera croce e ancora una volta siamo invitati ad alzare lo sguardo verso Gesù Cristo innalzato sulla croce. È l’unico antidoto efficace contro i morsi dei tanti serpenti che avvelenano la cultura contemporanea e che derivano da una insufficiente capacità di fidarsi di Dio e della sua parola, come era successo al popolo eletto peregrinante nel deserto.

Abbiamo bisogno di alzare lo sguardo al Crocifisso per essere guariti dai morsi dell’egoismo che ci porta a pensare a noi stessi fino al punto di renderci impossibile amare gli altri.

Abbiamo bisogno di essere guariti dai morsi della mormorazione e della lamentela, che ci impediscono di riconoscere e gustare il bene che Dio ci dona ogni giorno e nelle circostanze più diverse.

Abbiamo bisogno di essere guariti dai morsi dell’inimicizia e dell’odio, che a livello personale producono incomprensione e violenza e a livello collettivo alimentano guerre e sopraffazioni di ogni genere, su scala locale e internazionale.

Abbiamo bisogno di essere guariti dai morsi di una cultura che ha eliminato Dio dal proprio orizzonte e lascia le persone sole e disperate di fronte al mistero e alla cruda realtà del soffrire e del morire.

Che il Signore aiuti ciascuno di noi a ritrovare la vera Croce e il suo significato più profondo in cima al Golgota e in fondo a questa cava, ma ancor di più nella profondità della propria coscienza cristiana.

E che il Signore ci aiuti ad alzare lo sguardo verso di Lui crocifisso, ogni volta che la nostra fede vacilla o ci viene da dubitare della realtà del suo amore. Amen.

Il Custode di Terra Santa fr. Francesco Patton