Il Custode di Terra Santa in visita in Egitto | Custodia Terrae Sanctae

Il Custode di Terra Santa in visita in Egitto

A un anno dall’elezione come Custode di Terra Santa, Fr. Francesco Patton conclude il giro delle fraternità della Custodia. Il convento del Muski in Egitto è stato l’ultimo visitato dal Custode, in occasione del suo viaggio nei giorni precedenti all’arrivo del Papa. «La sua è stata una prima visita al nostro convento del Muski, dove abbiamo anche la parrocchia dell'Assunta e il Centro di Studi», racconta Padre Mamdouh Chehab Bassilios, guardiano della fraternità del Cairo. Il Centro di Studi Orientali Cristiani è uno dei fiori all’occhiello della Custodia di cui non si parla spesso, ma che si ha intenzione di rilanciare. «Al Centro di Studi si studiano le crociate, i padri della Chiesa ed è frequentata da studenti cristiani e musulmani – spiega Padre Mamdouh - . Ci sono donne completamente velate, sedute accanto ai nostri frati, come Padre Vincenzo Mistrih, che traduce testi dal latino all'arabo». Padre Mamdouh è il guardiano, l'economo, il direttore del Centro di Studi e il parroco della parrocchia dell'Assunta: «Ho detto al Padre Custode che il centro va avanti grazie alla fama del passato e che nel presente tre dei nostri cinque frati sono coinvolti nell'insegnamento».

IL CUSTODE IN EGITTO. Al Cairo il Custode ha visitato anche il Nunzio apostolico in Egitto, come racconta Fr. Ibrahim Faltas, che lo ha accompagnato nel suo giro: «È stato un bell'incontro. Nonostante il Nunzio fosse molto impegnato per l'imminente visita del Papa, ci ha ricevuto e ha conosciuto il Custode. Padre Kamal Labib, il ministro provinciale dell'Egitto, ci ha accompagnato per tutto il nostro viaggio».
Il giorno seguente è stata la volta dell’incontro con il vescovo latino Monsignor Adel Zaki, anche lui francescano, a cui il Custode si è presentato per la prima volta. «Abbiamo fatto visita anche al patriarca copto cattolico Ibrahim Sidrak, colui che era a capo dei preparativi per la visita del Papa – afferma Fr. Ibrahim Faltas - . Abbiamo parlato dei francescani e dei preparativi per la visita del Santo Padre. Si è discusso anche degli attentati che hanno sconvolto il Paese qualche mese fa».
Il Custode e Fr. Ibrahim si sono fermati poi nel convento di San Giuseppe, dove si trova la chiesa più grande di tutto il Cairo, per un pranzo con i frati. Dopo il Capitolo con la fraternità, si sono spostati ad Alessandria nel convento di Santa Caterina, il convento più grande di Alessandria. Ultima tappa prima della partenza è stato il convento del Sacro cuore dell’Ibrahimia. «Per le strade vedevamo già i cartelli di benvenuto per il Papa e tutto il paese era in attesa», racconta Fr. Ibrahim. Il giorno successivo, 28 aprile, infatti, Papa Francesco è giunto in Egitto.

IL PAPA IN EGITTO. Nei due giorni di permanenza, il Pontefice ha incontrato il Presidente della Repubblica egiziano, il Grande Imam di Al-Azhar, il Papa Tawadros II e i vescovi egiziani. Ha celebrato poi una messa nello stadio militare del Cairo, gremito di fedeli. «La messa è stato il momento più felice e denso che l'Egitto abbia vissuto durante il tempo della visita del Papa. Il Santo Padre ha trasformato la stadio in una chiesa senza tetto. Cercate di immaginare – spiega Fr. Mamdouh - : siamo in un paese a maggioranza islamica. Quando due o tre persone sono radunate in una casa per celebrare un momento di preghiera insieme, soprattutto in alto Egitto, trovano qualcuno che li disturba. Arrivano anche a essere cacciate dal quartiere solo perché hanno pregato Cristo. Quando ci troviamo davanti a una messa con 25 mila persone presenti in uno stadio è un miracolo». Il frate guardiano della fraternità del Muski ha partecipato direttamente, collaborando con la Commissione liturgica che aveva in mano la cura della liturgia e leggendo delle piccole introduzioni ad alcuni momenti della messa. «Gli egiziani hanno accolto il Papa con grande calore. Ho sentito fare gesti che si fanno di solito ai matrimoni, come quando le donne fanno vibrare la lingua per manifestare la gioia», afferma Fr. Mamdouh.
Secondo Fr. Ibrahim Faltas, uno dei segni più significativi del viaggio del Papa è stato invece la firma del documento con Papa Tawadros in cui si dichiara che non si dovrà «ripetere il Battesimo amministrato in una delle nostre Chiese ad alcuno che desideri ascriversi all’altra».


I CRISTIANI IN EGITTO. Oggi la comunità cristiana d’Egitto è in forte sofferenza per gli attentati che si sono più volte ripetuti. Al livello numerico la presenza cristiana è maggiormente Copta, di copti ortodossi che un tempo venivano chiamati monofisiti. Tra le chiese orientali ci sono poi siriaci, etiopi, armeni, eritrei. Sono presenti anche i copti in comunione con la chiesa di Roma, che vengono chiamati copti cattolici, e sono coloro che hanno accolto il Papa. Padre Mamdouh spiega: «In un totale di 93 milioni di egiziani, si dice che il 10 % siano cristiani, ma dopo la rivoluzione del 2011 molti copti si sono spostati per cercare rifugio e quindi la presenza di tutti questi cristiani è da verificare».

Beatrice Guarrera