Le immagini del Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump all'ingresso del Santo Sepolcro hanno fatto il giro del mondo. La visita privata del 22 maggio scorso al luogo simbolo della cristianità è stata una delle tappe del viaggio del Presidente in Israele e Palestina.
Già dai giorni precedenti, diversi elicotteri hanno sorvolato la città vecchia nelle ore mattutine e notturne e il rumore assordante non è cessato fino alla partenza di Trump. Il numero dei militari israeliani sparsi tra le vie è diventato di giorno in giorno sempre più alto per i frenetici preparativi, toccando l'apice lunedì 22 maggio. Da domenica sono stati sigillati alcuni negozi del quartiere cristiano e sono stati poi progressivamente chiusi tutti nelle vicinanze della Basilica della Resurrezione e lungo il cammino prefissato del Presidente degli Stati Uniti. Secondo la terminologia dei servizi di sicurezza, il quartiere è stato "sterilizzato".
Transenne e tendoni bianchi hanno sbarrato il tratto in diversi punti della città vecchia dove era previsto il passaggio di Trump. Blindata tutta l'area nei dintorni del Santo Sepolcro, con militari armati che sorvegliavano gli sbarramenti. Per delle ore sono rimasti chiusi alcuni ingressi della città vecchia e, in particolare, la porta di Giaffa dalla quale è entrato il Presidente, scoprendo una città deserta. I negozianti hanno potuto riprendere le loro attività il giorno seguente alla visita.
Quanto al Santo Sepolcro, era completamente deserto anch'esso. Nessun turista e il minimo assoluto di religiosi autorizzati. Anche le terrazze che danno sul cortile erano chiuse dagli stessi tendoni bianchi destinati ad impedire i colpi di eventuali cecchini.
È in queste condizioni che il presidente degli USA è giunto al Santo Sepolcro. Lo hanno accolto davanti alla Basilica della Resurrezione il patriarca greco-ortodosso Teofilo III, il Custode di Terra Santa Fr. Francesco Patton e il patriarca armeno Nourhan Manougian. Dopo le strette di mano e il benvenuto, le telecamere e i fotografi non hanno potuto più seguire la visita. A raccontare cosa è successo nel Santo Sepolcro è Fr. Peter Vasko, francescano della Custodia di Terra Santa e presidente della Franciscan Foundation for the Holy Land, che ha accompagnato Trump nella Chiesa. «Trump è venuto in Israele come un leader mondiale ma anche come pellegrino ed è per questo che è voluto andare al Santo Sepolcro - sostiene Fr. Peter Vasko - . È cristiano e sua moglie è cattolica dalla Slovenia». Oltre alla First Lady degli USA, erano presenti anche la figlia Ivanka e suo marito Jared Kushner.
Donald Trump è rimasto molto impressionato dal Santo Sepolcro, secondo il frate francescano. «La prima cosa che gli ho detto è "Come sappiamo noi che questi sono i luoghi giusti?"», racconta Fr. Peter Vasko. Dopo aver spiegato come i due grandi templi pagani, costruiti per fermare la devozione dei primi cristiani, avevano in realtà preservato quei luoghi, Trump si è mostrato molto interessato. «Ora capisco perché i due posti sono i luoghi esatti della crocifissione e della tomba di Gesù», avrebbe detto il Presidente.
Il frate francescano afferma anche di aver spiegato a Trump come vivere da vero pellegrino la visita nel Santo Luogo: «Dimentica tutto quello che vedi in più nel Sepolcro, vai come i primi discepoli e pensa a dove sei. Questo può fare una grande differenza».
Trump è stato nel Santo Sepolcro per circa 25 minuti e, accompagnato da Fr. Peter Vasko, ha visitato i principali luoghi di devozione. «Quando siamo saliti sopra al Calvario, il Presidente era visibilmente toccato. Ho spiegato a lui e a sua moglie lo spazio nel quale ci trovavamo, l'immagine della Madonna dei sette dolori e la cappella della crocifissione, dove appunto Gesù fu crocifisso. Poi siamo andati sotto alla pietra dell'unzione e poi è entrato nel Sepolcro». Come racconta il frate, il momento emotivamente più forte è stato quando la coppia è entrata nel luogo del Sepolcro: «Trump si è soffermato alcuni minuti a pregare insieme alla moglie e, quando è uscito, era spiritualmente toccato. È stato molto contento della visita».
«Mentre era nella Tomba, abbiamo cantato per lui», rivela Fr. Clovis Bettinelli, frate brasiliano del seminario teologico internazionale di San Salvatore a Gerusalemme. «Eravamo sei francescani, sei armeni e sei greci e abbiamo cantato a turno». "Vexilla regis", "Aurora Caelum Purpurat" e "Alleluja" sono i canti gregoriani che hanno accompagnato la visita di Trump al Santo Sepolcro.
I frati francescani della Custodia di Terra Santa, come da tradizione per gli ospiti importanti, hanno consegnato al Presidente degli USA un dono simbolico. «Avevamo una piccola reliquia, una piccola pietra proveniente dalla roccia del Sepolcro, e gliela abbiamo regalata - afferma Fr. Peter Vasko - . Lui è stato davvero felice. Abbiamo voluto fargli questo piccolo dono, consegnato in una piccola scatola con lo stemma della Custodia, come ricordo del momento della visita al Santo Sepolcro».
Anche il Custode di Terra Santa Fr. Francesco Patton ha avuto un breve dialogo con il Presidente: «Quando l'ho salutato per dargli il benvenuto gli ho detto ciò che ha anche detto il Patriarca greco ortodosso: qui noi preghiamo per la pace e speriamo che si lavori per la pace».
Beatrice Guarrera