Sahid è un bambino di appena cinque anni, è originario della Siria, ma vive momentaneamente in Libano. Se provi a chiedergli che cosa vuole fare da grande, risponde: «Guadagnare soldi, acquistare armi e combattere». Fatima, invece, ha già dodici anni e una sola certezza: «Non voglio diventare grande, non voglio diventare niente». Questi sono i domani privi di speranza con cui Fr. Toufic Bou Merhi deve combattere ogni giorno in Libano. Il frate, come vicario regionale della provincia araba della Regione San Paolo e come guardiano del convento San Giuseppe di Beirut, conosce bene la sua gente. Si adopera per servire nella parrocchia della Custodia di Terra Santa e ogni weekend percorre centinaia di chilometri avanti e indietro verso il sud del Libano per celebrare messe a Tiro e Deir Mimas. I problemi da affrontare sono molti, ma Padre Toufic non si perde d'animo.
IL CUSTODE E IL PADRE GENERALE IN LIBANO. Anche il Custode di Terra Santa Fr. Francesco Patton nello scorso aprile ha fatto visita al convento di Beirut per tre giorni e ha potuto conoscere le fraternità presenti e le opere spirituali e materiali da loro portate avanti. Con lui c'era anche il Padre Generale dell'Ordine dei Frati minori che ha cercato di portare incoraggiamento, sapendo che il Libano subisce le conseguenze delle guerre vicine. «Ha invitato ad aprire le porte dei conventi ed ad uscire - ha ricordato Fr. Toufic - . Il suo invito ad aprirsi è stato come quello di Papa Francesco che invitava ad andare nelle periferie. Come Francescani dobbiamo essere i primi ad accogliere questo messaggio del Papa: dobbiamo aprire le porte per uscire noi e poi per accogliere la gente».
ACCOGLIENZA A BEIRUT. La parola accoglienza è molto significativa per i frati della Custodia del Libano. Nei loro conventi infatti la praticano sotto vari aspetti. «La nostra chiesa di Beirut di San Giuseppe è sempre aperta e conosciuta da tutti. La chiamano "la chiesa santa" e molti arrivano per le confessioni», spiega Fr. Toufic, guardiano della fraternità composta da tre frati. A Beirut c’è anche un nido d’infanzia, gestito da laici, che quest’anno ha contato 26 bambini di diversa provenienza e religione. L’accoglienza non è solo per la gente locale, ma anche per gli stranieri che lì transitano: le stanze del convento sono sempre pronte a ricevere degli ospiti.
HARISSA, DEIR MIMAS, TRIPOLI. La presenza francescana in Libano si radica anche in altri conventi: quello di Harissa e quello di Tripoli, oltre alle attività che si svolgono a Tiro e a Deir Mimas. Ad Harissa c’è una comunità formativa di cinque frati ed è il luogo dove si svolge il pre-postulandato per gli aspiranti al seminario della regione San Paolo. «Ad Harissa lavoriamo anche con tre famiglie irachene – spiega Fr. Toufic - e i bambini si raccolgono nel convento. Si fa animazione e assistenza educativa». Altre quattordici famiglie di rifugiati iracheni hanno trovato sostegno a Deir Mimas grazie ai francescani: «Ci sono anche famiglie non cristiane, ma noi non vogliamo fare assolutamente discriminazioni. Diamo loro assistenza alimentare e sanitaria e, oltretutto, incoraggiamo i loro figli ad andare a scuola con aiuti anche materiali». I progetti con i profughi sono portati avanti anche grazie al contributo della Fondazione Giovanni Poaolo II.
Tripoli è la seconda città del Libano e i cristiani sono solo il 4-6% della popolazione. «Subito dopo il congresso capitolare agli inizi di novembre abbiamo riaperto una presenza interrotta dal 1976 a Tripoli», afferma con orgoglio il guardiano della fraternità di Beirut. Due frati oggi vivono lì e sono impegnati nella creazione di un centro sportivo per i giovani, perché “lo sport è un linguaggio che non conosce religione”.
CRISTIANI IN LIBANO. Oltre a una popolazione complessiva di 4 milioni e mezzo di abitanti, il Libano conta altri due milioni di rifugiati. Tra questi la maggioranza sono musulmani sunniti e poi mezzo milione è composto da palestinesi giunti dopo il 1948. I cristiani in Libano oggi sono circa il 38% tra 1 milione e seicento mila e 1 milione e ottocento mila. La prima comunità cristiana è quella maronita, quella greco ortodossa e quella greco cattolica. La comunità latina è solo di quindici mila persone in tutto il Libano. Per questo alle messe delle parrocchie della Custodia di Terra Santa partecipano soprattutto cristiani di altri riti. Per i giovani le iniziative sono diverse (come campi estivi o organizzazione della marcia francescana), ma molti hanno difficoltà per effetto diretto della guerra.
GIOVANI E RIFUGIATI. Di che cosa hanno bisogno i giovani abitanti del Libano di oggi? Fr. Toufic lo ha chiaro: «Hanno bisogno di essere amati, è questa la cosa che bisogna sapere se si lavora con loro. Hanno bisogno di qualcuno accanto a loro che condivida le loro ansie e le loro speranze». È proprio quello che ogni giorno provano a fare i frati francescani, con il sostegno della Custodia di Terra Santa e l’apporto fondamentale di ATS Associazione Pro Terra Sancta.
Dal Libano, a cause delle difficoltà, oggi sempre più persone emigrano verso altri Paesi. «Spero che questa gente un giorno abbia il desiderio di tornare nel proprio Paese, ma se devono andare via che non diventino una “merce di scambio” – afferma da Beirut il frate francescano - . Invito ad avere uno sguardo umano su di loro. Noi da qui facciamo il possibile, cerchiamo di essere strumenti nelle mani nel Signore. Affidiamo a lui la nostra presenza e la nostra opera».
Beatrice Guarrera