Unità e pace, la Settimana di preghiera a Gerusalemme

Unità e pace: la “Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani” a Gerusalemme

Dal 20 al 28 gennaio si è tenuta in Terra Santa la “Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani”, sul tema “Amerai il Signore Dio tuo ... e il prossimo tuo come te stesso” (Lc 10,27). Parole che risuonano come una vera e propria sfida nel contesto attuale della Terra Santa, da ormai quattro mesi scossa dalla guerra. A Gerusalemme, ogni giorno, per nove giorni, il Vangelo di Luca che racconta la parabola del buon samaritano è risuonato in nove diverse chiese cristiane.

Unità e pace

Quest’anno, la preghiera è stata particolarmente sentita. Alla domanda dell’unità tra i discepoli di Cristo si è aggiunta l’intenzione per una ritrovata pace in Terra Santa. “Questo appuntamento è ancora più significativo in un tempo caratterizzato dal conflitto, dall’odio, dal desiderio di vendetta anziché dalla tensione all’unità e alla riconciliazione”, ha sottolineato il Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, nella preghiera ecumenica che ha presieduto nella chiesa francescana di San Salvatore il 25 gennaio. 

Le date della Settimana di preghiera

I vari appuntamenti hanno visto un’ampia presenza di fedeli e religiosi. Purtroppo rimane molto marginale la partecipazione dei cristiani locali, che pure vivono un ecumenismo di fatto, soprattutto all’interno delle famiglie, dove spesso i coniugi appartengono a Chiese o riti diversi. La “Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani” in Terra Santa inizia il sabato successivo al Natale armeno (19 gennaio). Come da tradizione, il primo appuntamento è stato al Santo Sepolcro, per l’Ufficio greco-ortodosso dell’Apodeipnon, ovvero la Compieta, all’altare della Crocifissione sul monte Calvario.

Una risposta ai persecutori

Domenica 21 gennaio, la preghiera è stata ospitata dagli anglicani, nella Cattedrale di San Giorgio e lunedì 22 dalla Chiesa apostolica armena, nella Cattedrale di San Giacomo all’interno del compound armeno. “La nostra unità come cristiani è una risposta potente alle forze che cercano di spegnere la luce di Cristo in questa terra”, ha detto nel suo sermone fr. Aghan Gogchyan, cancelliere del Patriarcato armeno. “La nostra testimonianza collettiva, le nostre preghiere condivise e il nostro incrollabile sostegno reciproco testimoniano la forza della nostra fede comune”.

Uniti nella sofferenza

Martedì 23 gennaio la preghiera ecumenica si è svolta nella Chiesa Luterana del Redentore, vicino al Santo Sepolcro. Il giorno seguente, mercoledì 24 gennaio, sono stati i francescani della Custodia di Terra Santa ad animare la preghiera ecumenica nella chiesa di San Salvatore. “Come cristiani di Terra Santa abbiamo già un elemento ecumenico che ci unisce, quello della comune sofferenza - ha detto il Custode di Terra Santa nella sua omelia -. Veniamo presi di mira semplicemente perché cristiani. Coloro che ci vogliono colpire ci percepiscono già come una realtà unica”.

Il sogno dell’unità

Giovedì 25 gennaio la preghiera si è svolta al Cenacolo, sul Monte Sion, la sala che, secondo la tradizione, avrebbe ospitato l’Ultima Cena di Gesù con i discepoli, nel corso della quale è stata istituita l’Eucaristia. Passato di mano in mano e oggi inglobato all’interno del complesso ebraico della Tomba di Davide, solo alcuni giorni all’anno per i cristiani di Gerusalemme è possibile riunirsi in preghiera in questo luogo. I francescani della Custodia di Terra Santa, che qui hanno avuto il loro primo convento, si trovano ora a poche decine di metri. 

La celebrazione al Cenacolo è affidata ai monaci della vicina abbazia della Dormizione ed è animata dagli studenti di teologia dello Studienjahr, un programma di studi ecumenico collegato all’abbazia stessa. L’abate, padre Nikodemus Schnabel, ha presieduto la preghiera e nella sua omelia ha condiviso con i presenti un sogno: che nel 2025 - quando le Chiese d'Oriente e d'Occidente celebreranno insieme la Pasqua e la Pentecoste, e a 1700 anni dal Concilio di Nicea, che tutti i cristiani accettano - “possiamo riunire nel Cenacolo tutti i capi delle Chiese. Sarebbe un segno forte per il mondo da Gerusalemme, che siamo uniti come cristiani".

Venerdì 26 gennaio, la preghiera ecumenica per l’unità dei cristiani è stata ospitata per la prima volta nella chiesa di St. George dei copti ortodossi, mentre sabato 27 la preghiera si è svolta presso la chiesa della comunità etiope ortodossa. La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si è conclusa domenica 28 gennaio nella chiesa dell’Annunciazione dei greco-cattolici (melchiti) nella città vecchia di Gerusalemme.

La Settimana di preghiera sui social della Custodia

Ogni giorno, sui canali social della Custodia di Terra Santa sono state pubblicate le foto delle diverse preghiere. Per rivederle, visitate le nostre pagine FB e IG.

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Marinella Bandini