1. Carissimi fratelli Commissari di Terra Santa,
il Signore vi dia Pace!
Il Signore Gesù vi doni quella stessa pace che Egli ha donato ai discepoli, qui nel Cenacolo la sera stessa della sua risurrezione, quando ha soffiato su di loro il dono dello Spirito Santo.
Questo luogo, lo sappiamo, è straordinariamente caro al nostro Ordine e specie a noi frati della Custodia di Terra Santa, perché è il luogo in cui si trovava il nostro primo convento e la nostra sede fin dal 1333. È il luogo in cui il Custode stesso accoglieva i pellegrini al loro arrivo a Gerusalemme, e lavava loro i piedi, rinnovando il gesto di Gesù. Ancora oggi il nostro sigillo porta la memoria di questo luogo e richiama nella parte inferiore l’immagine della lavanda dei piedi il Giovedì Santo e nella parte superiore la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste.
2. L’inno, le antifone, la lettura e l’orazione dei vespri ci richiamano all’evento della prima Pentecoste e ci aiutano a scoprire il valore essenziale che hanno il dono e l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita, nella vita della Chiesa e dell’umanità intera.
Se contempliamo ciò che lo Spirito opera nella vita di ognuno di noi, nella Chiesa e nell’umanità, come pure nella storia e nell’intero universo noi comprendiamo quanto sia essenziale il dono dello Spirito.
3. Sappiamo quanto lo Spirito Santo sia centrale nella nostra spiritualità francescana: la Regola bollata al Capitolo X, ci ricorda che ciò che siamo chiamati a desiderare sopra ogni cosa è proprio di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione; nella Lettera a tutto l’Ordine san Francesco ci spiega che questa operazione è triplice, perché lo Spirito ci purifica, ci illumina e ci accende interiormente, perché possiamo seguire le orme di Gesù; nella Lettera ai Fedeli ci viene detto poi che quando lo Spirito si posa su di noi fa di noi l’abitazione stessa della Trinità e ci rende figli del Padre, fratelli, sorelle, sposi e madri del Signore Gesù, fecondi nell’accogliere e generare anche oggi il Cristo incarnando il Vangelo.
4. Nel vivere la nostra vocazione francescana, come pure nel vivere il nostro servizio missionario alla Terra Santa, come fate voi, cari Commissari, e come facciamo anche noi, frati della Custodia è davvero fondamentale questa docilità allo Spirito del Signore, ed è fondamentale che veniamo in questo luogo ad attingere nuovamente quei doni che questo luogo custodisce e rinnova, quella santa operazione e quella fecondità apostolica che san Francesco desidera per ciascuno di noi.
5. In questo luogo, che inaugura l’anti Babele, chiediamo anche una profonda capacità di vivere un cammino di autentica comunicazione e di profonda comunione per compiere il servizio al quale siamo chiamati. Dato che viviamo sparsi in molti luoghi diversi e parliamo molte lingue diverse, non permettiamo mai a questa distanza di diventare un pretesto per operare in maniera individualistica e per ridurre quella comunicazione che ci fa sentire in comunione fraterna.
6. In questo luogo dove per la prima volta lo Spirito è stato effuso sugli apostoli riuniti in preghiera con Maria generando l’umanità nuova, dove le differenze etniche e culturali ma anche di carismi, sono riconciliate dall’azione dello Spirito Santo, chiediamo il dono della comprensione reciproca, della riconciliazione e della pace per questo nostro Medio Oriente e per l’umanità intera.
7. In questo luogo che richiama la Pentecoste riprendiamo coscienza anche di quella personale effusione dello Spirito avvenuta su di noi nel battesimo e nella cresima, ma anche nella scoperta della vocazione francescana, che ci ricorda san Francesco, avviene per divina ispirazione. Chiediamo che lo Spirito ci conduca a un rinnovamento interiore sempre più profondo e a un impegno di vita e di servizio sempre più generoso, nella Chiesa e per il bene e la salvezza del mondo intero. Così sia.
Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa