Cercate di essere veramente giusti (Dt 16,18-20)
Carissime sorelle, carissimi fratelli,
il Signore vi dia pace!
1. Questa sera siamo radunati insieme per pregare per l’unità dei cristiani ed è qualcosa di molto bello, significativo e importante, che ci mette in sintonia con la preghiera stessa di Gesù al Padre.
In Giovanni 17, ai versetti 20-23 leggiamo infatti: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me”.
La nostra preghiera di questa sera è quindi anzitutto un cercare di entrare in sintonia con la preghiera stessa di Gesù. La nostra preghiera di questa sera è permettere allo Spirito Santo di realizzare in noi e tra noi quella profonda unità che discende dal Padre e attraverso il suo amore per il Figlio ci coinvolge e ci unifica. La nostra preghiera di questa sera è permettere allo Spirito Santo di realizzare dentro di noi e tra di noi una profonda unità che è riflesso della gloria di Gesù, è cioè un riflesso dello splendore della sua vita donata per amore. Questa unità è riflesso della comunione eterna che unisce il Padre al Figlio nello Spirito. Anche se non è ancora pienamente visibile agli occhi del mondo, questa unità ci è già donata ed è già realmente presente in noi che abbiamo accolto con fede la sua Parola, il dono dello Spirito, la novità di vita del battesimo.
Cerchiamo allora anzitutto di entrare in sintonia con questo dono di unità che già ci è stato fatto dal Cristo, nonostante l’apparente contraddizione della nostra esperienza storica che è esperienza di divisione.
Cerchiamo di entrare in sintonia con la preghiera di Gesù, che è preghiera efficace. È la preghiera che lui ha fatto per noi la sera del Giovedì Santo, ma è la preghiera che lui continua a fare per noi presso il Padre, e continuerà a fare fino al suo ritorno.
2. Il tema che è stato proposto alla nostra riflessione questa sera è quello della giustizia, sintetizzato nel versetto tratto dal Libro del Deuteronomio: “La giustizia e solo la giustizia seguirai” (Dt 16,20).
Sempre nel capitolo 17° del Vangelo secondo Giovanni, Gesù rivolgendo la propria preghiera al Padre lo chiama anche “Padre santo” e “Padre giusto”.
Penso che anche riflettendo sul tema della giustizia, sia bene che noi guardiamo anzitutto al “Padre giusto e santo”, che è Dio, per poter ancora una volta accogliere da lui la grazia e la capacità di essere giusti, di diventare giusti, di praticare una giustizia che non sia semplicemente “quella degli uomini” (Mt 6,1) ma sia realmente quella del “Regno di Dio” (Mt 6,33).
Parafrasando la citazione del Levitico (Lv 19,2) che si trova nella Prima Lettera di San Pietro (1Pt 1,16), potremmo sentire rivolto a noi l’invito del Padre ad essere santi: “Siate giusti, perché e come io il Signore vostro Dio sono giusto”.
3. Queste parole possono significare molte cose. Anzitutto: “Permettete alla mia persona, che è viva dentro di voi, di trasformarvi in modo tale che anche voi sappiate essere giusti e santi nell’amare in modo concreto e misericordioso i vostri fratelli”.
Poi anche: “Imparate dal mio modo di agire, cosa significhi essere giusti. Guardate come ho agito nei confronti del mio popolo quando era oppresso e schiavo. Guardate come ho agito attraverso il mio Figlio negli anni del suo ministero pubblico e fino al momento in cui l’ho donato per voi. Guardate come ho agito io e fate lo stesso”.
E può significare ancora: “Prendete come impegno di vita quello di corrispondere in modo personale alla grazia che vi ho donato di poter essere giusti e santi nell’amore come io lo sono”.
4. Questa sera, senza sprecare troppe parole, vi invito a prendere spunto dai brani biblici che ci sono stati proposti, dal Libro del Deuteronomio, dalla Lettera agli Ebrei, dal Vangelo secondo Matteo. Sono brani che ci possono aiutare a comprendere sia in cosa si manifesta la nostra ingiustizia, sia l’invito concreto che il Signore ci rivolge ad essere affamati e assetati di giustizia, e in modo concreto operatori di giustizia.
Lo Spirito del Signore ci aiuti a identificare quelle che sono in noi e nelle nostre comunità le situazioni e le scelte che contraddicono l’invito del Padre ad essere giusti come lui è giusto. E lo stesso Spirito ci guidi a conversione.
Lo Spirito del Signore ci aiuti a riflettere in modo personale anche su quelli che possono essere i piccoli gesti di giustizia ai quali siamo chiamati individualmente. Ci aiuti poi a identificare le scelte di giustizia alle quali siamo chiamati come comunità e come Chiese, scelte che dovremmo anche condividere perché diventino una testimonianza di unità. Chiediamoci infine come coinvolgere gli uomini e le donne di buona volontà che vivono insieme a noi e professano la fede ebraica o islamica, o non professano alcuna fede ma sentono la voce interiore della coscienza che li richiama a questo impegno di giustizia.
Ce lo conceda Colui che purifica, illumina e accende i cuori all’amore. Amen.
_______________________________________________________________
Strict justice must be your ideal (Dt 16,18-20)
Dear sisters, dear brothers,
May the Lord give you peace!
1. This evening we are gathered together to pray for Christian unity. This is a very beautiful, significant and important gesture, and we should find ourselves in agreement with the same words that Jesus addressed to His Father.
In John 17, in verses 20-23, we read:
“I pray not only for these but also for those who through their teaching will come to believe in me. May they all be one, just as, Father, you are in me and I am in you, so that they also may be in us, so that the world may believe it was you who sent me. I have given them the glory you gave to me, that they may be one as we are one. With me in them and you in me, may they be so perfected in unity that the world will recognise that it was you who sent me and that you have loved them as you have loved me.”
Our prayer this evening therefore, first and foremost, should be a search to be in tune with the same prayer of Jesus. Our prayer this evening is our effort to permit the Holy Spirit to bring to us and among us that profound unity which comes down from the Father and through His love for His Son involves us and unites us. Our prayer this evening wishes to permit to the Holy Spirit to bring about in us and among us a profound unity, which reflects the glory of Jesus, that is, a reflection of the splendour of His life given to us for love. This unity reflects the eternal communion that unites the Father to the Son in the Holy Spirit. Even if such unity is still not fully visible in the eyes of the world, it is already given to us and it is truly present in us, we who have welcomed His Word with faith, who welcome the gift of the Holy Spirit, and the newness of the life of baptism.
Let us therefore, first of all, begin to enter in agreement with this gift of unity which has already been given to us by Christ, in spite of the apparent contradiction of our historical experience, which has been an experience of division.
Let us try to enter in agreement with the prayer of Jesus, which is an effective prayer. It is the prayer that He made for us on the evening of Holy Thursday, but it is the prayer which He continues to make for us before the Father and which He continues to utter until the day of His second coming.
2. The theme that has been proposed for our reflection this evening is that of justice, summarised in the verse of the Book of Deuteronomy: “Strict justice must be your ideal which you follow” (Dt 16,20).
In the same chapter 17 of the Gospel according to John, Jesus turns in prayer to the Father and calls him also “Holy Father” and “Just Father.”
I think that, as we reflect on the theme of justice, it is a good thing that we look first and foremost to the “Just and holy Father,” who is God, in order to be able once again to accept from Him the grace and the ability to be just, to become just, to practice a justice which is not simply “the justice of men” (Mt 6,1) but which will truly be that of the “Kingdom of God” (Mt 6,33).
Rewording and paraphrasing the quotation of Leviticus (Lv 19,2) which we find in the First Letter of Saint Peter (1Pt 1,16), we can feel as being addressed to us the invitation of the Father to become saints: “Be holy and just, as I, the Lord your God, am holy and just.”
3. These words can mean many things. First of all: “Permit to my person, who am alive within you, to transform you in such a way that you also know how to be just and holy in loving your brethren in a concrete and merciful way.”
Then it also means: “Learn from my way of acting, what it means to be just. Look at how I have acted with regards to my people when it was oppressed and enslaved. Look at how I acted through my Son during the years of His public ministry and until the moment when I handed Him over to you. Look at how I acted and do the same yourselves.”
It could also mean: “Take as a life commitment the need to respond in a personal way to the grace that I have given you, so that you may be just and holy in love, just like I am.”
4. This evening, without wasting no more words, I invite you to reflect upon the biblical texts that have been proposed, from the Book of Deuteronomy, from the Letter to the Hebrews, and from the Gospel according to Matthew. They are texts which can help us to understand both how our injustice manifests itself, and the concrete invitation that the Lord makes to us in order to be hungry and thirsty for justice, and become, in a concrete way, workers of justice.
May the Spirit of the Lord help us to identify the situations in ourselves and in our communities, which are in contradiction with the invitation of the Father to be just, like Him who is just. May the same Holy Spirit guide us to conversion.
May the Spirit of the Lord help us to reflect in a personal way also on our small actions of justice, to which we are individually called. May He help us to identify the choices in favour of justice to which we are called as a community and as Churches. These are choices which we should also share, so that they may become a witness of unity. Let us finally ask ourselves how we can involve all men and women of good will who live together with us and profess the Hebrew or Islamic faith, or even those who do not profess any faith, but who listen to the interior voice of their conscience, which calls them to this commitment in favour of justice.
May He who purifies, enlightens and inflames our hearts with love give answer to these our prayers. Amen.