Figli amati con una missione da compiere - Beloved children with a mission to fulfill | Custodia Terrae Sanctae

Figli amati con una missione da compiere - Beloved children with a mission to fulfill

Battesimo di Gesù al Giordano - Baptism of Jesus in the Jordan

Is 40,1-5.9-11; Tt. 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22

  1. Carissimi fratelli, carissime sorelle,

il Signore vi dia pace!

Lo scorso anno, era il 10 gennaio, abbiamo potuto celebrare di nuovo la Santa Messa in questo luogo a distanza di 54 anni dall’ultima celebrazione. Per 54 anni non avevamo potuto celebrare qui perché questo era diventato un campo minato. Lo scorso anno eravamo un piccolo gruppo, a causa della pandemia, appena una trentina di persone. Quest’anno siamo di nuovo riuniti numerosi, come popolo di Dio come Chiesa, a celebrare il battesimo di Gesù qui nel nostro santuario dedicato al battesimo di Gesù. Siamo nel 55esimo anno, più di un giubileo biblico! Al termine di questa celebrazione Eucaristica, sul registro delle Messe, potremo scrivere la data di oggi, 9 gennaio 2022, e annotare che il popolo di Dio è tornato qui a celebrare solennemente. E potremo testimoniare che la colomba dello Spirito Santo, simbolo della pace che viene da Dio, è discesa ancora su quello che per tanti anni era stato un campo di guerra, un campo minato, e lo ha trasformato in un campo di pace, di adorazione e di preghiera.

  1. Nel Vangelo di Luca abbiamo ascoltato il racconto del battesimo di Gesù. La gente era in attesa del Messia e molti pensavano che Giovanni Battista fosse il Messia. Ma lo stesso Giovanni smentisce questa attesa e preannuncia che il Messia battezzerà nello Spirito Santo. Proprio in questo contesto, mentre tutto il popolo si fa battezzare, Gesù si raccoglie in preghiera e si fa lui pure battezzare. È in quel momento di raccoglimento e di preghiera che il cielo si apre e discende sopra Gesù lo Spirito Santo, come una colomba, e viene una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Lc 3,22).
  1. Da un punto di vista sensibile, dal punto di vista di ciò che si percepisce con gli occhi del corpo, il battesimo di Gesù è come tutti gli altri battesimi: è l’immersione di una persona nell’acqua e la sua emersione, è un rito penitenziale e purificatorio al tempo stesso. Di questa purificazione Gesù però non ha bisogno, egli non è un peccatore e questo la comunità cristiana delle origini lo sa benissimo, tanto che san Paolo scriverà ai Corinti: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio” (cfr. 2Cor 5,21). Eppure, Gesù si sottopone a questo rito che ha un significato di riconoscimento dei peccati, di conversione e penitenza. Per comprendere questa apparente contraddizione ricordiamo la preghiera di benedizione dell’acqua della liturgia della veglia pasquale: “con l’acqua, santificata da Cristo nel Giordano, hai rinnovato la nostra umanità peccatrice nel lavacro battesimale”.
  1. Quando Gesù entra nelle acque del Giordano e si fa battezzare da Giovanni assieme ai peccatori esprime la solidarietà di Dio con l’umanità peccatrice, cioè con ciascuno di noi, e l’intenzione che Dio ha di salvare l’umanità intera e ciascuno di noi. Non è l’acqua a purificare il Cristo ma è il Cristo a santificare l’acqua. Questo è il senso dell’Incarnazione del Figlio di Dio: nel momento in cui il Cristo comincia a frequentare l’umanità peccatrice, l’umanità peccatrice comincia a sperimentare la benevolenza, l’amore la santità, la salvezza di Dio. Non è Dio a «corrompersi» a contatto con noi, ma siamo noi a venire «santificati» a contatto con Lui. Rileggiamo con attenzione le parole dell’apostolo Paolo a Tito: “Gesù Cristo ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone” (Tt 2,14). E ancora: “egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro” (Tt 3,5-6).
  1. Nel racconto dell’evangelista Luca, infine, l’apertura del cielo e la discesa dello Spirito sono percepibili da tutti mentre la voce del Padre è udita solo da Gesù. Solo Gesù si sente dire: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Lc 3,22). Queste parole “rimandano al libro del profeta Isaia (cf. 42,1). Forse c’è anche un riferimento alle parole che Dio rivolge ad Abramo riguardo al figlio Isacco (cf. Gen 22, 2.12.16). Alla luce di questi riferimenti si comprende che Gesù è il Figlio amato, sottoposto alla prova e incaricato di una missione che lo porterà a percorrere la strada del martirio. È l’identità di Gesù: un Figlio amato e crocifisso, un’esistenza donata al Padre e agli uomini” (B. Maggioni, Bisognava fare festa, EMP, 39).

Col battesimo la vita diventa vocazione per una missione. Così è stato il battesimo di Gesù, così chiediamo che sia anche il nostro battesimo. Che possiamo avere la grazia di riconoscere che siamo oggetto di un amore personale da parte del Padre, che siamo battezzati nello Spirito e nel fuoco per avere in noi i sentimenti del Figlio. Che possiamo ricevere la grazia di condividere e continuare la missione di Gesù prendendo sul serio la nostra vocazione e la nostra missione. Così sia.

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Is 40: 1-5.9-11; Tt. 2.11-14; 3.4-7; Lk 3: 15-16.21-22

  1. Dear brothers, dear sisters,

may the Lord give you peace!

Last year, it was January 10th, we were able to celebrate Holy Mass again in this place 54 years after the last celebration. For 54 years we had not been able to celebrate here because this had become a minefield. Last year we were a small group, due to the pandemic, just about thirty people. This year we are again gathered in large numbers, as people of God and as Church, to celebrate the baptism of Jesus here in our sanctuary dedicated to the baptism of Jesus. We are in the 55th year, more than a biblical jubilee! At the end of this Eucharistic celebration, on the register of Masses, we will be able to write today's date, January 9th, 2022, and note that the People of God have returned here to celebrate solemnly. And we will be able to testify that the dove of the Holy Spirit, symbol of the peace that comes from God, has descended again on what for many years had been a war field, a minefield, and transformed it into a field of peace, of adoration. and prayer.

  1. In Luke's Gospel we heard the account of Jesus' baptism. People were waiting for the Messiah and many thought that John the Baptist was the Messiah. But John himself denies this expectation and foretells that the Messiah will baptize in the Holy Spirit. Precisely in this context, while all the people are being baptized, Jesus gathers in prayer, and he too is baptized. It is in that moment of recollection and prayer that heaven opens, and the Holy Spirit descends upon Jesus, like a dove, and a voice comes from heaven: "You are my beloved Son; with you I am well pleased" (Lk 3:22).
  1. From a sensitive point of view, from the point of view of what is perceived with the eyes of the body, the baptism of Jesus is like all other baptisms: it is the immersion of a person in water and his emergence, it is a penitential and purifying rite at the same time. However, Jesus does not need this purification, he is not a sinner, and the original Christian community knows this very well, so much so that St. Paul will write to the Corinthians: "For our sake he made him to be sin who did not know sin, so that we might become the righteousness of God in him" (cf. 2 Cor 5:21). Yet, Jesus undergoes this rite which has a meaning of recognition of sins, conversion and penance. To understand this apparent contradiction, let us recall the water blessing prayer of the liturgy of the Easter vigil: "with the water, sanctified by Christ in the Jordan, you renewed our sinful humanity in the baptismal bath".
  1. When Jesus enters the waters of the Jordan and is baptized by John together with sinners, he expresses God's solidarity with sinful humanity, that is, with each one of us, and the intention that God has to save all humanity and all of us. It is not the water that purifies Christ but it is Christ who sanctifies the water. This is the meaning of the Incarnation of the Son of God: in the moment in which Christ begins to be one with, and live with sinful humanity, sinful humanity begins to experience the benevolence, love, holiness, salvation of God. It is not God to "corrupt" Himself in contact with us, but it is we who are "sanctified" in contact with Him. Let us carefully reread the words of the apostle Paul to Titus: "Jesus Christ gave himself for us to deliver us from all lawlessness and to cleanse for himself a people as his own, eager to do what is good" (Tit 2:14). And again: " not because of any righteous deeds we had done but because of his mercy, He saved us through the bath of rebirth and renewal by the Holy Spirit, whom he richly poured out on us through Jesus Christ our savior"(Tit 3: 5-6).
  1. Finally, in the account of the Evangelist Luke, the opening of heaven and the descent of the Spirit are perceivable by all while the voice of the Father is heard only by Jesus. Only Jesus hears: “You are my beloved Son; with you I am well pleased” (Lk 3:22). These words “refer to the book of the prophet Isaiah (cf. 42,1). Perhaps there is also a reference to the words that God addresses to Abraham regarding his son Isaac (cf. Gen 22, 2.12.16). In the light of these references, it is understood that Jesus is the beloved Son, subjected to the test and entrusted with a mission that will lead him to walk the path of martyrdom. It is the identity of Jesus: a beloved and crucified Son, an existence given up to the Father and to men" (B. Maggioni, Bisognava fare festa, EMP, 39).

With baptism, life becomes a vocation for a mission. So was the baptism of Jesus, so we ask that it be also our baptism. May we have the grace to recognize that we are the object of personal love on behalf of the Father, that we are baptized in the Spirit and in the fire to have the sentiments of the Son in us. May we receive the grace to share and continue Jesus' mission by taking our vocation and mission seriously. So be it.