Il profumo di una vita donata per | Custodia Terrae Sanctae

Il profumo di una vita donata per

Lunedì della Settimana Santa

Is 42,1-7; Sal 26; Gv 12,1-11

Carissime sorelle, carissimi fratelli,
il Signore vi dia pace!
1. È una bella occasione quella che ci vede riuniti qui a Betania, il lunedì della Settimana Santa, nella casa dell’amicizia, perché è la casa degli amici di Gesù: Lazzaro, Marta e Maria. E siamo qui per commemorare ciò che qui avvenne il lunedì della prima Settimana Santa, quella vissuta dallo stesso Gesù assieme ai suoi apostoli, discepoli ed amici.
Nel vangelo che abbiamo letto e nella celebrazione che stiamo vivendo c’è un protagonista silenzioso: il profumo di nardo, che ci vuol dire e ci dice qualcosa di importante. Ci sono poi altri tre protagonisti: Maria sorella di Lazzaro, Giuda Iscariota e lo stesso Gesù. Proviamo ad ascoltare che cosa ci dicono l’olio profumato, Maria, Giuda e Gesù.

2. Anzitutto il profumo: che cosa ci dice questo profumo di nardo? È qualcosa di molto prezioso; è qualcosa che non ha un’utilità essenziale come ad esempio il cibo che è stato preparato per la cena con Gesù; ed è qualcosa che riesce a profumare l’intera casa, cioè si diffonde e viene percepito da tutti. Potremmo dire che in qualche modo questo profumo di nardo esprime bene il senso profondo della nostra vita, quando è vissuta all’insegna dell’amore e del dono. Quest’olio profumato arriva ad esprimere perfino la nostra dignità, che non ha prezzo, che si manifesta nella capacità di amare in modo gratuito e diffusivo.

3. Che cosa ci suggerisce poi il personaggio di Maria? Proprio perché è colei che sa “sprecare tutto questa ricchezza per amore”, Maria ci suggerisce la prospettiva di chi guarda alla vita dal punto di vista dell’amore. E col suo gesto Maria fa qualcosa che esprime quanto l’amore sia prezioso, gratuito e diffusivo. Non per niente quando il Cantico dei Cantici (8,7) parla dell’amore ci ricorda che “Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio”. E san Paolo dice che noi stessi siamo “il profumo di Cristo” che si diffonde ovunque (2Cor 2,14-15). Maria esprime che crede nel valore della vita, delle persone, delle relazioni. Esprime che per lei la vita merita di essere amata e al tempo stesso donata. E attraverso il suo gesto riempie di profumo un’intera casa.

4. Che cosa ci suggerisce invece il personaggio di Giuda? Giuda ci rivela come diventiamo quando guardiamo la vita con una prospettiva utilitarista. In questo caso tutto viene calcolato in denaro. Lo stesso aiuto ai poveri diventa una pratica da sbrigare, non più un gesto di autentica carità, cioè di amore gratuito. Se è la prospettiva utilitarista a guidare le scelte della vita allora non ci chiediamo più cosa significa quello che facciamo, ma solamente quanto costa oppure quanto ci fa guadagnare. E alla fine arriviamo a stabilire un prezzo anche per la vita delle persone. Esattamente ciò che farà Giuda pattuendo di vendere Gesù per 30 denari, un decimo del valore da lui stimato per l’olio profumato usato da Maria. La prospettiva utilitarista ci porta ad attribuire alla vita delle persone un valore inferiore a quello delle cose stesse. E anche oggi ci chiediamo in quali situazioni questa logica utilitarista prevalga, e purtroppo non sono poche.

5. Che cosa ci suggerisce infine Gesù? Gesù dà un valore profetico al gesto di Maria: “Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura” (Gv 12,7). Il gesto dell’unzione diventa profezia, contemporaneamente, della morte e risurrezione di Gesù. Profezia della sua morte perché sarà unto con oli profumati, in gran fretta, quando verrà tolto dalla croce, avvolto nel lenzuolo e deposto nel sepolcro. Ma è anche un gesto che è profezia della sua risurrezione. La morte manda cattivo odore e lo avevano sperimentato Marta e Maria dopo la sepoltura del fratello Lazzaro prima che fosse richiamato alla vita dallo stesso Gesù. Ma il profumo è profezia di vita, proprio perché è l’opposto del cattivo odore della morte. Nella Lettera IV ad Agnese, anche santa Chiara d’Assisi ricorda che al profumo di Cristo Sposo dell’anima fedele anche “i morti torneranno in vita” (v. 13).

6. E noi? Quale prospettiva abbracciamo? Quali sentimenti si muovono dentro il nostro cuore? Abbiamo in comune con Maria il senso della preziosità della vita, abbiamo la capacità di diffondere il profumo dell’amore gratuito? Sappiamo vivere e amare con riconoscenza?
Oppure dentro di noi si muove lo spirito utilitarista di Giuda, che calcola tutto in termini di costi e di guadagni e che arriva a strumentalizzare perfino la carità? E che alla fine ritiene le cose più preziose delle persone?
E ancora, siamo capaci di testimoniare che una vita donata per amore diffonde un profumo capace di vincere il cattivo odore dell’egoismo, dell’odio e della morte? Che una vita donata per amore è già profezia e annuncio della nostra fede nel Risorto e nella nostra partecipazione alla Sua risurrezione?
Che il Signore conceda a tutti noi, attraverso questo segno dell’olio profumato, l’unzione del suo Santo Spirito, perché la nostra stessa persona diventi capace di diffondere la fragranza di un’intera vita “sprecata”, cioè donata, per amore.

Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa