Eccellenze, distinti ospiti, confratelli, Reverendi sacerdoti, religiose e religiosi, fratelli e sorelle, cari amici,
permettetemi di salutarvi tutti col saluto caro a san Francesco:
il Signore vi dia pace!
Lo scorso 14 ottobre è stata celebrata a Roma, in Piazza san Pietro, la canonizzazione di papa Paolo VI, un evento che ha rallegrato tante persone, tra queste certamente anche noi francescani della Custodia di Terra Santa.
La mostra che inauguriamo questa sera è un semplice atto di omaggio al grande papa che dal 2 al 6 gennaio 1964 si fece pellegrino in Terra Santa. Come ebbe a scrivere 10 anni dopo lo stesso Paolo VI nella “Nobis in Animo”: “Noi volemmo recarci là per onorare personalmente, nei Luoghi Santi, ove Cristo nacque, morì e, risorto, salì al Cielo, i misteri della nostra salvezza. Né possiamo dimenticare l’incontro con quei Capi religiosi cristiani, tra i quali il Patriarca greco ed il Patriarca armeno di Gerusalemme, e con le folle dei credenti che si strinsero attorno a Noi, quasi in un esuberante amplesso di fede e di carità.
Parlando di questo Nostro proposito ai Padri Conciliari, ne indicammo anche lo scopo: era necessario «…intensificare preghiere ed opere», affinché il Concilio si concludesse felicemente”.
Ascolteremo dalla viva voce di Mons. Leopoldo Girelli, Nunzio in Israele e Cipro e Delegato apostolico di Gerusalemme e Palestina, proprio una riflessione su papa Paolo VI e il Concilio Ecumenico Vaticano II, del quale fu il provvidenziale e sapiente timoniere, dopo la morte di Giovanni XXIII, fino a portarlo a compimento e avviarne l’attuazione.
Di questo pellegrinaggio, il primo di un Papa in Terra Santa da quando san Pietro era partito di qui nel I secolo, e del suo significato ci parlerà P. Claudio Bottini, professore emerito dello Studium Biblicum Franciscanum. Compiuto nel clima pieno di speranza del Vaticano II, fu proprio quel pellegrinaggio a dare la spinta decisiva al dialogo ecumenico e interreligioso di cui oggi gustiamo grati i frutti, in modo tutto speciale in Terra Santa.
Sarà poi P. Stephane Milovich, responsabile custodiale dell’Ufficio Beni Culturali a presentare ciò che potremo vedere in questa mostra: oggetti e immagini che richiamano i gesti e le parole di quel santo Pontefice, rimasti impressi non solo nella mente e nei cuori di quanti ebbero la grazia di essere contemporanei a quei giorni, ma anche in fotografie, scritti, e filmati che siamo in grado di riproporre, assieme a paramenti, suppellettili liturgiche e oggetti che il Santo Papa utilizzò in quella occasione o donò ai luoghi che visitava. Immagini e oggetti che raccontano ancora oggi di un viaggio provvidenziale, di una profezia che non ha smesso di ispirare e orientare il cammino della Chiesa, di uno stile cristiano ed ecclesiale che fa dell’incontro con ciascuno, del dialogo con tutti la strada irrinunciabile per portare agli uomini e alle donne di oggi la gioia del Vangelo.
La canonizzazione di papa Paolo VI e la mostra che vogliamo dedicare a lui, sono per noi l’occasione per esprimergli anche la nostra gratitudine, come frati della Custodia di Terra Santa, per un documento che egli scrisse 10 anni dopo il suo pellegrinaggio in questi luoghi: si tratta della Esortazione Apostolica Nobis in Animo, del 25 marzo 1974, “all'episcopato, al clero ed ai fedeli di tutto il mondo sulle accresciute necessità della Chiesa in Terra Santa”. È un testo di poche pagine, ma per noi di vitale importanza, perché rinnova ed amplia le disposizioni dei precedenti Pontefici in materia di sostegno economico alla Terra Santa attraverso la Colletta pro Terra Sancta del Venerdì Santo. In quel testo collega l’aiuto presente a quanto avvenne fin dai tempi della prima comunità cristiana di Gerusalemme, collega la cura per i luoghi santi alla cura pastorale della comunità cristiana locale, alle opere sociali e al dialogo ecumenico ed interreligioso, e ci ricorda che non c’è solo una storia della salvezza ma anche una geografia della salvezza.
A tutti voi auguro di poter gustare questa semplice esposizione, questo semplice omaggio a un papa Santo, che ha amato profondamente questa Santa Terra in cui noi ci troviamo a vivere la nostra vocazione e la nostra missione. Grazie ancora ai relatori, che ci permetteranno di conoscere meglio papa Paolo VI, grazie a P. Stephane e i suoi collaboratori per aver allestito questa esposizione e grazie a voi per la vostra presenza.
Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa