Carissime sorelle, carissimi fratelli,
il Signore vi dia pace!
1. Anzitutto una domanda: Qual è il grande sogno di Dio? Lo abbiamo sentito poco fa, ce ne ha parlato san Paolo in quel brano straordinario che i primi cristiani cantavano con gioia e che anche noi continuiamo a cantare nei vespri: “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, /che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. / In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo / per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi” (Ef 1,3-4). Ecco il grande sogno, il grande desiderio di Dio: che tutti quanti noi possiamo essere santi e immacolati di fronte a lui nell’amore; che diventiamo capaci di vivere da suoi figli; che riusciamo a vivere in modo autentico il nostro essere uomini e donne creati a sua immagine e somiglianza; che diventiamo capaci di amare in modo pieno e gratuito.
2. La prima lettura ci dice che c’è stato un tentativo di turbare e sabotare il sogno di Dio su di noi. E questo tentativo di turbare e sabotare il sogno di Dio su di noi si chiama peccato. Un peccato che viene descritto nel Libro della Genesi come un lasciarsi sedurre dal Tentatore. E il Tentatore ci inganna insinuando dentro il nostro cuore l’idea che Dio non ci voglia felici; che verso Dio dobbiamo essere sospettosi anziché fiduciosi; che è molto meglio fare di testa nostra anziché fidarci di Dio; che l’io deve prendere il posto di Dio.
Evidentemente il Tentatore sa confezionare bene la sua menzogna, la fa sembrare la verità più vera e riesce a dipingere come via alla felicità quella che poi si rivelerà come la più grande infelicità: il voler fare a meno di Dio. Dopo il peccato si aprono gli occhi dell’uomo e della donna, e si riscoprono nudi, cioè fragili; sperimentano la libertà, ma invece di usarla responsabilmente se ne servono per accusarsi reciprocamente; la loro vita è nelle loro mani, ma invece di sperimentare la pienezza, sperimentano la finitudine e la morte; perfino la relazione più importante, cioè la relazione tra l’uomo e la donna non è più all’insegna dell’amore e della cura reciproca, ma della rivalità e della violenza.
3. è forse allora fallito il sogno di Dio? È forse destinato a venire meno il suo progetto e la realizzazione di quel grande desiderio su di noi, sull’umanità intera, su ogni uomo e su ogni donna? È forse più forte il Maligno dell’ “Altissimo onnipotente e buon Signore”? La Festa che celebriamo oggi, la Parola di Dio che abbiamo ascoltato, le preghiere che abbiamo fatto e che faremo ci dicono che nessun tentativo di sabotare il sogno di Dio può avere successo. Nella preghiera prima delle letture noi abbiamo ricordato che Dio in previsione della morte del suo Figlio ha preservato Maria da ogni macchia di peccato. Nel prefazio pregheremo: “Tu hai preservato la Vergine Maria / da ogni macchia di peccato originale, / perché, piena di grazia, / diventasse degna Madre del tuo Figlio”.
In Maria Immacolata il sogno di Dio comincia a realizzarsi in modo pieno e completo. Fin dal primo istante della sua vita, cioè fin dall’istante del suo concepimento Maria beneficia di quell’amore che risana, quell’amore sovrabbondante che porterà il suo Figlio Gesù, a dare la vita per la riconciliazione e il rinnovamento profondo di tutta l’umanità.
Fin dal primo istante della sua vita, cioè fin dall’istante del suo concepimento Maria beneficia di quell’amore che si manifesterà nella Pasqua, nella morte e risurrezione di Gesù e nel dono pasquale dello Spirito Santo.
4. Nel vangelo abbiamo sentito l’angelo Gabriele salutare Maria: “Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te”. È la stessa parola del graffito ritrovato da p. Bagatti nella Grotta dell’Annunciazione e che ancora custodiamo, è il nucleo e il concentrato della teologia dell’Immacolata concezione di Maria. “Rallegrati, piena di grazia” non è un saluto qualsiasi, san Francesco lo amplifica usando l’espressione: “Tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene” (SalV 3: FF 259). L’espressione piena di grazia significa infatti: Tu che sei stata ricolmata da sempre e sei ricolmata per sempre e in modo pieno e permanente della grazia di Dio, della sua benevolenza, del suo amore che è più forte del male. Ecco l’Immacolata, è colei che può gioire perché l’amore di Dio l’avvolge come un manto capace di impedire al male di toccare la sua persona. In lei e nel Figlio suo noi vediamo ciò dovremmo essere anche noi, ciò che possiamo diventare, ciò che siamo chiamati a diventare.
5. E noi? In che modo siamo toccati dalla festa che celebriamo? Che cosa faremo? Ci limiteremo ad ammirare quel che Dio ha operato in Maria, magari sentendola ancora più distante dalla nostra realtà e dalla nostra esperienza? Questo sarebbe il modo peggiore di celebrare l’Immacolata. Non dimentichiamo ciò che abbiamo detto nella preghiera: Maria è stata preservata dal peccato per essere la madre del nostro Salvatore, il Figlio di Dio fatto uomo, e in previsione della morte di lui. In previsione di quella morte che è il più grande dono di amore di tutta la storia dell’umanità, in previsione di quella morte che trasforma la notte in giorno, la morte in porta della vita, la fine di tutto nell’inizio di un mondo nuovo, l’uomo fragile, che rifiuta Dio, in un figlio amato, capace di accogliere nuovamente Dio.
6. Non dimentichiamo che se Maria è stata preservata dal peccato in previsione della morte del suo Figlio, noi siamo lavati dal peccato proprio grazie alla morte di quel Figlio, cioè grazie al dono della sua vita! Per diventare anche noi santi e immacolati al cospetto di Dio Padre nell’amore. Proprio come Maria.
Non dimentichiamo che ciò che Maria ha ricevuto come anticipo del dono di sé che suo Figlio farà sulla croce, noi lo abbiamo ricevuto come conseguenza e come effetto di quel dono il giorno del nostro battesimo.
7. Come possiamo allora celebrare l’Immacolata?
* Per prima cosa lasciamoci anche noi ricolmare e avvolgere dalla grazia, dalla benevolenza, dall’amore di Dio.
* Poi assumiamo come impegno di vita ciò che abbiamo ricevuto come dono: cioè impegniamoci a vivere santi e immacolati di fronte a Dio nell’amore.
* Infine mettiamo – come Maria – tutta la nostra libertà a servizio del sogno di Dio, perché quel sogno si realizzi anche nella vita delle persone che Dio ci fa incontrare.
Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa