Saper donare e perdonare -Knowing how to give and forgive | Custodia Terrae Sanctae

Saper donare e perdonare -Knowing how to give and forgive

Giornata Pro Terra Sancta

Letture: Sir 27,33-28,9; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35

Saper donare e perdonare

  1. Carissimi fratelli, carissime sorelle, il Signore vi dia pace! Un saluto speciale a tutti coloro che ci seguono attraverso il Christian Media Center, in questa domenica nella quale i cristiani di tutto il mondo sono chiamati a conoscere la Terra Santa, a essere qui col cuore e con la mente, a essere uniti nella preghiera a noi che qui viviamo e ad esprimere la loro concreta solidarietà con questa Terra, attraverso l’apposita colletta, trasferita a questa data a causa della pandemia, per volontà dello stesso Santo Padre, il Papa Francesco.
  1. In questa celebrazione, qui al Santo Sepolcro, nel luogo più santo di tutta la Cristianità, nel luogo dove Gesù ha vinto il peccato e la morte e ci ha donato una speranza certa e invincibile, vogliamo ancora una volta pregare per gli ammalati, per coloro che li assistono, per i tanti poveri che non hanno mezzi per curarsi, ma anche per i pastori e i governati, che si trovano a dover compiere scelte difficili per il bene dei fedeli, delle persone e dei popoli. Vogliamo pregare in modo particolare per i benefattori di Terra Santa, che con la loro generosità ci permettono di continuare la nostra missione in questa che è la terra in cui il Figlio di Dio si è fatto uomo in Gesù di Nazareth e ha dato la vita per amore nostro e per la nostra salvezza.
  1. Cosa ci suggerisce di importante la Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato?

Se la scorsa domenica Gesù ci proponeva la via della correzione fraterna, questa domenica ci indica quella del perdono fraterno. È l’apostolo Pietro a chiamare in causa Gesù perché si pronunci in materia di perdono al prossimo. Il problema è quello di quantificare in modo chiaro e preciso quante volte bisogna perdonare: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Sette volte?» (Mt 18,21). Pietro (nel quale noi ci rispecchiamo) ha bisogno stabilire una misura e un termine: fin qui devo perdonare, da qui in avanti posso sentirmi libero di assumere altri atteggiamenti: indifferenza, vendetta, ritorsione, rancore sono gli atteggiamenti che la prima lettura oppone al perdono.

  1. A Gesù il modo di ragionare di Pietro (che – ripeto – ci fa da specchio e ci rappresenta) non sta bene. Non possiamo mettere un limite al perdono. La cifra che il Maestro indica (settantasette volte) è una cifra simbolica che sta ad indicare, concretamente, infinite volte. È una cifra che fa da contrappunto alla spirale della vendetta propugnata da Lamec, un discendente di Caino che aveva gridato: «Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette» (Gn 4,24). Per Gesù, invece, alla spirale della vendetta dobbiamo contrapporre il circolo virtuoso del perdono, un perdono senza misura, come è il Suo verso di noi.
  1. Per illuminarci su come Dio perdona e su come noi ci dobbiamo perdonare, Gesù narra subito dopo una parabola che ha per protagonisti un padrone e due servi. Uno è debitore verso il padrone, l’altro è debitore del primo servo. Come il padrone condona l’immenso debito al primo servo (un debito impagabile), così questi dovrebbe condonare i pochi spiccioli prestati all’altro servo. Il perdono ricevuto da Dio diventa la premessa al perdono da accordare al proprio fratello. È proprio perché il perdono ci precede che non abbiamo il diritto di non perdonare. Davanti a chi pecca contro di noi ci rimane quindi una sola via: quella del perdonare di cuore, cioè del perdonare fino in fondo, con tutto il nostro essere, in modo completo e generoso. Diversamente lo stesso perdono di Dio diventa inutile per noi. Ed è quello che chiediamo anche nel «Padre nostro» nel quale alla lettera dovremmo dire: «Rimetti a noi i nostri debiti COME anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori» (Mt 6,12).
  1. Qui, nella basilica del Santo Sepolcro, noi custodiamo il luogo fisico della riconciliazione tra Dio e gli uomini, e della riconciliazione tra di noi: è il Calvario, dove Gesù è morto per riconciliare l’umanità a Dio e per abbattere il muro dell’inimicizia che separa i popoli e le persone (cfr Ef 2,14). È sulla croce, ricorda ancora san Paolo, che Gesù ha inchiodato il nostro debito! (cfr Col 2,14).

In questa domenica che precede la festa della esaltazione della Santa Croce chiediamo perciò al Signore di mettere nel nostro cuore la consapevolezza che abbiamo bisogno di essere perdonati dei nostri debiti e peccati, e chiediamo al Signore di mettere nel nostro cuore anche una misura infinita di amore per riuscire a perdonare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle con la stessa generosità con cui Dio ci perdona.

  1. Davanti alla tomba vuota del nostro Salvatore Gesù Cristo, come ricordavo all’inizio dell’omelia, vogliamo esprimere una preghiera speciale per tutti i benefattori della Terra Santa. Grazie a quello che voi fratelli e sorelle di tutto il mondo donate con generosità noi potremo continuare a prenderci cura dei Luoghi Santi; potremo sostenere l’azione pastorale delle parrocchie a noi affidate; potremo garantire un’istruzione e un’educazione di qualità agli studenti che frequentano le nostre scuole; potremo aiutare le giovani famiglie a trovare una casa; potremo assistere i lavoratori migranti cristiani a sentirsi accolti anche se lontani dalla loro Patria; potremo stare accanto alle popolazioni colpite dalla guerra in Siria e ai rifugiati sparsi ormai nei vari Paesi in cui ci troviamo a vivere la nostra missione.

Che il Signore vi ricompensi ricolmando di ogni bene, e soprattutto del dono della riconciliazione e della pace, ciascuno e ciascuna di voi e le vostre famiglie.

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13th September 2020 - XXIV Sunday - Pro Terra Sancta

Readings: Sir 27.33-28.9; Rom 14.7-9; Mt 18: 21-35

Knowing how to give and forgive

  1. Dear brothers and sisters: may the Lord give you peace! A very special greeting to all those who follow us through the Christian Media Centre, on this Sunday in which Christians from all over the world are called to know the Holy Land, to be here with their hearts and minds, to be united in prayer with us who live here and to express their concrete solidarity with this land, through the special collection, transferred to this date due to the pandemic, by the will of the Holy Father himself, Pope Francis.
  2. In this celebration, here in the Holy Sepulchre, in the holiest place in all of Christianity, in the place where Jesus conquered sin and death and gave us certain and invincible hope, we wish once again to pray for the sick, for those who assist them, for the many poor who have no means to cure themselves, but also for the pastors and those who govern, who find themselves having to make difficult choices for the good of the faithful, of individuals and peoples. We want to pray in a particular way for the benefactors of the Holy Land, who with their generosity allow us to continue our mission in this land where the Son of God became man in Jesus of Nazareth and gave His life for our love and for our salvation.
  3. What does the Word of God that we have just heard suggest to us as important?

If last Sunday Jesus proposed to us the way of fraternal correction, this Sunday He shows us that of fraternal forgiveness. It is the apostle Peter who calls on Jesus to speak out on the matter of forgiveness for his neighbour. The problem is that of quantifying in a clear and precise way how many times it is necessary to forgive: «Lord, how many times shall I have to forgive my brother, if he sins against me? Seven times?» (Mt 18:21). Peter (in whom we reflect ourselves) needs to establish a measure and a term: so far I have to forgive, from now on I can feel free to assume other attitudes: indifference, revenge, retaliation, resentment are the attitudes that the first reading opposes to that of pardon.

  1. Peters' way of reasoning (which - I repeat - acts as a mirror and represents us) does not work for Jesus. We cannot put a limit on forgiveness. The figure that the Master indicates (seventy-seven times) is a symbolic figure that indicates, concretely, infinite times. It is a figure that acts as a counterpoint to the spiral of vengeance advocated by Lamech, a descendant of Cain who had shouted: "Cain will be avenged seven times, but Lamech seventy-seven" (Gen 4:24). For Jesus, on the other hand, to the spiral of revenge we must contrast the virtuous circle of forgiveness, forgiveness without measure, as is His towards us.
  2. To enlighten us on how God forgives and on how we must forgive ourselves, Jesus immediately afterwards narrates a parable which has as protagonists a master and two servants. One is indebted to the master, the other is indebted to the first servant. As the master forgives the immense debt to the first servant (a priceless debt), so he should forgive the few pennies lent to the other servant. The forgiveness received from God becomes the premise for forgiveness to be granted to one's brother. It is precisely because forgiveness precedes us that we do not have the right not to forgive. Before those who sin against us there is therefore only one way left: that of forgiving from the heart, that is, of forgiving fully, with our whole being, in a complete and generous way. Otherwise God's forgiveness itself becomes useless for us. And this is what we also ask in the "Our Father" in which we should say literally: "Forgive us our debts As we also have forgiven our debtors" (Mt 6:12).
  3. Here, in the basilica of the Holy Sepulchere, we guard the physical place of reconciliation between God and humanity, and of reconciliation between us: it is Calvary, where Jesus died to reconcile humanity to God and to tear down the wall of the enmity that separates peoples and persons (cf. Eph 2:14). It is on the Cross, St Paul still remembers, that Jesus nailed our debt! (cf.Col 2:14).

On this Sunday preceding the feast of the exaltation of the Holy Cross, we therefore ask the Lord to place in our hearts the awareness that we need to be forgiven of our debts and sins, and we ask the Lord to also place an infinite measure of love in our hearts to enable us to forgive our brothers and sisters with the same generosity with which God forgives us.

  1. In front of the empty tomb of our Saviour Jesus Christ, as I recalled at the beginning of the homily, we want to express a special prayer for all the benefactors of the Holy Land. Thanks to what you brothers and sisters from all over the world give generously, we will be able to continue to take care of the Holy Places; we will be able to support the pastoral action of the parishes entrusted to us; we will be able to guarantee quality education and instruction for students who attend our schools; we will be able to help young families find a home; we will be able to assist Christian migrant workers to feel welcomed even if they are far from their homeland; we will be able to stand by the populations affected by the war in Syria and the refugees now scattered in the various countries where we live our mission.

May the Lord reward you by filling each and every one of you and your families with every good, and above all with the gift of reconciliation and peace.