Un luogo legato alla storia di Gesù, un luogo di resurrezione. Betania, oggi chiamata El-Azariyeh, è il villaggio situato nell'attuale Cisgiordania in cui si colloca la casa degli amici di Gesù, Marta, Maria e Lazzaro. Siamo sulla strada che conduce da Gerusalemme a Gerico, sulle pendici orientali del Monte degli Ulivi a soli a cinque chilometri da Gerusalemme. Sul Vangelo si legge che dopo quattro giorni dalla morte, Gesù abbia riportato in vita Lazzaro, chiamandolo a venir fuori dal sepolcro in cui era stato posto. Oggi quel sepolcro c'è ancora: una grotta scavata nella roccia con una sala mortuaria che si raggiunge scendendo degli scalini. Tutto l'ambiente circostante, però, è cambiato, ed è cambiato non poco nel corso degli anni. In quanto luogo santo, c`è la presenza di una piccola fraternità di francescani della Custodia di Terra Santa, c'è una chiesa del '900 e ci sono resti molto antichi.
In occasione degli ultimi scavi archeologici permessi grazie al progetto "Betania" , portato avanti da ATS Associazione Pro Terra Sancta su impulso del Custode, si è indagato a fondo per cercare di ricostruire la storia del posto. Il professor Ibrahim Abu A'mar della Al-Quds University, che lavora come archeologo agli scavi, racconta che sarebbero diverse le chiese lì costruite. La prima risale al periodo di Costantino del III-IV secolo, la seconda sarebbe stata eretta sotto Giustiniano tra il V-VI secolo, fino all'arrivo dei crociati che la restaurarono e la modificarono in parte. Folco d'Angiò e la regina Melisenda decisero poi di donare il luogo ad una comunità di suore benedettine, che vi stabilirono il loro monastero. La prima abbadessa fu la sorella di Melisenda, Ivette. Venne poi il periodo dell'abbandono con l'avvento di Saladino nel 1187. La chiesa venne trasformata in una moschea, anche se alcuni resti del monastero rimangono ancora oggi. Tra questi una costruzione nella parte alta, che sembra oggi solo una stanza, ma era utilizzata come torre e come passaggio per arrivare al cortile del monastero. I francescani poterono accedere al santuario solo nel 1613, quando ottennero un permesso costruire una galleria esterna, fino a che non acquistarono una parte del territorio nel 1889. La ricostruzione della chiesa moderna è del 1952-53 ad opera dell'architetto Barluzzi. Sono gli stessi anni della costruzione del convento dei francescani e dei primi scavi archeologici poi abbandonati.
Gli scavi recenti hanno portato alla luce nuove stanze e stanno cercando di dare forma a secoli e secoli di storia, le cui tracce sono ancora da disseppellire. La storia più recente parla oggi di difficoltà dovute anche alla presenza del muro costruito tra Israele e i territori della Cisgiordania, che rende più difficoltoso raggiungere Betania per i pellegrini. Come racconta Fr. Eleazar Wronski, della fraternità di Betania, oggi la presenza francescana nei luoghi di Lazzaro, Marta e Maria, consiste nell'essere a servizio dei pellegrini: «Siamo qui per organizzare messe ai pellegrini, ma a volte spieghiamo anche con semplicità la situazione locale, come per esempio la particolarità che a Betania non c'è la polizia ed è difficile garantire la sicurezza». Il villaggio si trova, infatti, in territorio palestinese in area B. La religione prevalente è quella musulmana e i cristiani presenti di tutte le denominazioni sarebbero circa duecento, mentre cinque sono le famiglie che frequentano la chiesa cattolica, non tutte battezzate con il rito cattolico.
Da prima del 1800 a Betania è prevista una peregrinazione della Custodia di Terra per celebrare una messa il giorno dei Santi Marta, Maria e Lazzaro. Il legame dei cristiani con questo luogo, dunque, pur se tormentato negli anni, non si scioglie: Betania rimane un luogo dove Gesù è passato e dove continua a passare ancora oggi.
Beatrice Guarrera
Betania tra difficoltà e rinascita
Cerimonia a Betania in occasione della conclusione degli scavi
Rinascere con Lazzaro a Betania