Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12
1. Carissimo Fr. Khoukaz, Carissime sorelle, carissimi fratelli,
il Signore vi dia pace!
Oggi celebriamo la seconda domenica di avvento del ciclo A e in questa occasione il nostro fratello Khoukaz riceve il ministero del lettorato. Proviamo a riflettere su questo dono alla luce della Parola di Dio che ci viene offerta oggi e lasciamo che illumini anche la nostra vita cristiana e di consacrati.
2. Quando frequentavo la teologia, il professore che curava l’introduzione ai Vangeli sinottici amava farci leggere la guarigione del sordomuto raccontata dall’evangelista Marco (Mc 7,31-37) e sottolineava con forza che prima Gesù risana le orecchie e solo dopo scioglie la lingua, per farci capire che prima occorre che impariamo ad ascoltare la Parola di Dio e solo dopo possiamo annunziarla.
Al termine del rito con il quale verrai istituito lettore, carissimo Fr. Khoukaz, ti verranno dette queste parole: “Ricevi il libro delle sante Scritture / e trasmetti fedelmente la Parola di Dio, / perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini”.
Prima bisogna che siamo capaci di ricevere la Parola, poi possiamo trasmetterla agli altri e allora porta frutto.
3. Ricevendo la Parola di Dio che ci viene presentata oggi scopriamo proprio che cosa fa la Parola di Dio dentro la nostra vita. Per questo mi pare che le letture di questa domenica siano particolarmente utili anche per comprendere il ministero del Lettore e qualsiasi ministero legato alla Parola di Dio.
Che cosa fa la Parola di Dio in noi?
- Essa è anzitutto e sempre vangelo, lieto annuncio che ci consola, ci dona gioia e speranza, ci fa conoscere l’orizzonte della salvezza.
- Poi è una Parola che ci aiuta a verificare la qualità della nostra vita, della nostra relazione con Dio, con noi stessi e con i fratelli, con il mondo e la storia.
- Infine è una parola che ci indica una direzione da seguire, un impegno da assumere, un cammino da percorrere.
4. Provate a rileggere le tre letture e vedrete se la Parola di Dio che abbiamo ascoltato non contiene anzitutto un annuncio di gioia: il brano di Isaia è un vangelo che ci riempie il cuore di gioia e di speranza nel momento in cui ci descrive gli effetti della venuta del Cristo. Ci dice che cambia la storia, cambia la società, cambia il modo di amministrare la giustizia, cambia perfino il creato. Ma anche san Paolo ai Romani, con un linguaggio più astratto ci dice però che la parola di Dio tiene viva in noi la speranza e produce consolazione. E perfino il Battista, che grida nel deserto e invita a conversione in realtà annuncia qualcosa che procura gioia, perché annuncia che il Messia è vicino e che il suo battesimo non sarà un semplice bagno rituale ma un battesimo nello Spirito Santo.
5. Le tre letture però contengono anche un invito molto forte a verificare la qualità della nostra vita e a cambiare in modo radicale, se necessario. Giovanni Battista invita a conversione e lo fa con un linguaggio duro e forte, che scuote: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”».
Ma anche il profeta Isaia e il Salmo ci ricordano che ci sono atteggiamenti da cambiare per poter accogliere il Messia come salvatore: non c’è spazio per chi giudica in modo superficiale, non c’è futuro per il violento, non c’è avvenire per l’empio che vive come se Dio non esistesse.
La Parola di Dio è uno strumento potente di verifica della qualità della nostra vita cristiana, della nostra vita consacrata, e anche del nostro servizio nella Chiesa. La parola di Dio ci fa il contropelo, e se vediamo che la nostra vita è distante dalla proposta del Vangelo non è il vangelo a dover cambiare, ma siamo noi!
6. La Parola di Dio infine ci indica una direzione da percorrere, un impegno da assumere, che è frutto del dono della conversione. È straordinaria la sintesi che ci presenta a questo proposito l’apostolo Paolo: “il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio”.
Ecco l’impegno da assumere che ci viene suggerito dalla Parola di Dio e che è già esso un frutto degno di conversione, come direbbe Giovanni Battista: l’accoglierci reciprocamente come Cristo accolse noi, il diventare un solo corpo e un solo Spirito in Lui, ma anche una sola voce e un solo animo.
7. Caro Fr. Khoukaz, ricordati che prima bisogna aprire le orecchie, solo dopo va sciolta la lingua. Perciò ricevendo oggi il ministero di lettore lasciati ispirare anche tu dalla Parola di Dio di questa domenica: anzitutto accogli la Parola come il nutrimento che dà gioia alla tua vita, che ti riempie il cuore di speranza e di consolazione; accogli la Parola anche come un continuo invito a conversione, a verificare la qualità della tua vita cristiana e di frate minore, anche quando questa parola brucia dentro perché mette a nudo il peccato; accogli infine il contenuto di impegno che la Parola ti offre, la direzione che dà al tuo cammino, che è la direzione del crescere nella carità, nella capacità di accoglienza, nel senso di appartenenza alla Chiesa.
8. Solo dopo averla accolta in modo personale, proclama la Parola di Dio con fede, perché illumini di gioia e di speranza il cammino dei tuoi fratelli e delle tue sorelle che vivono anche momenti di dubbio, di incertezza, di confusione e di sofferenza: pensa alla gente del tuo villaggio che non avrebbe resistito se p. Hanna e p. Louai non avessero tenuto viva in loro la speranza attraverso il continuo annuncio del Vangelo. Sappi che qualche volta offrire la Parola di Dio significa dire ai tuoi fratelli anche cose che loro non vogliono sentire, soprattutto quando offri la Parola che corregge, che mette a nudo l’incoerenza, che denuncia il peccato, che invita a conversione. Soprattutto indica la via del bene, della carità, del dono di sé quando annunci la Parola, ricordando sempre che per noi la Parola è una persona, è lo stesso Gesù, Parola eterna del Padre che si è fatto uomo per noi, nascendo da Maria, e per noi ha dato la vita per ricondurci al Padre in un solo Corpo.
Ricorda però che sarai capace di annunciare la Parola di Dio nella misura in cui la vivi, allora parlerà la tua vita anche se ti dovessero tagliare la lingua.
9. Ti aiuti in questo l’intercessione del Serafico Padre san Francesco che ci ha lasciato come Regola e Vita di “osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”. E ti aiuti la Vergine Maria che ha accolto la Parola di Dio in modo così pieno e completo, che in lei la Parola si è fatta carne.
Così sia.