Con la prima domenica di Avvento inizia la collaborazione tra VITA TRENTINA e fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa nella rubrica "In ascolto della Parola". Al suo fianco le formichine di Fabio Vettori, interpreti della Parola, di domenica in domenica.
28 NOVEMBRE 2021 I DOMENICA DI AVVENTO ANNO C Ger 33,14-16 1 Ts 3,12-4,2 Lc 21,25-28.34-36
Con l’Avvento inizia un nuovo anno liturgico. Vale per la partecipazione settimanale all’Eucarestia quel che Edith Stein (1891 - 1942) riferiva alla partecipazione quotidiana: «Le preghiere e i riti della Messa mantengono presente alla nostra anima, nel corso dell’anno liturgico, la storia della salvezza e ci permettono di penetrare sempre più a fondo nel suo significato» (E. STEIN, La mistica della croce, Città Nuova, p. 63).
Nel corso di quest’anno il nostro testo-guida sarà il Vangelo redatto dall’evangelista Luca, che ci aiuterà a conoscere Gesù da un’angolatura particolare, quella della preghiera, della testimonianza mansueta e misericordiosa, dell’apertura universale.
Il brano evangelico di questa domenica potrebbe, ad una lettura superficiale, suscitare timore piuttosto che gioia. Occorre pertanto ricordare che il genere letterario utilizzato da Gesù è quello apocalittico, che si avvale di un linguaggio fortemente simbolico ed ha l’obiettivo di sostenere l’impegno cristiano in un tempo di grave difficoltà e persecuzione. Aiuta pertanto a leggere le difficoltà del presente con la visuale della speranza: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (Lc 21,28). Il ritorno di Cristo e il giudizio finale non sono eventi tremendi dei quali avere paura ma sono eventi di salvezza, di liberazione da invocare con tutto il cuore e per i quali gioire.
Questa stessa chiave di lettura è offerta dalla prima lettura tratta dal profeta Geremia, i giorni della venuta del Messia (= il Cristo) saranno i giorni nei quali Dio realizzerà le promesse di bene fatte alla casa di Israele e alla casa di Giuda, saranno i giorni nei quali il popolo di Dio sarà salvato e la terra conoscerà la giustizia (Ger 33,14-16). E sarà il Messia a realizzare tutto ciò. Nell’antico Israele l’annuncio della venuta del Messia suscitava gioia e speranza, era desiderato e per esso pregavano i pii israeliti, lo stesso atteggiamento era presente nei cristiani della prima generazione che attendevano il ritorno di Cristo. Era questo desiderio del ritorno di Cristo, era questa speranza a far sì che ogni battezzato si trasformasse in missionario del Vangelo. Era questa speranza a stimolare i primi cristiani a «crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti» (1 Ts 3,12).
Ricominciamo a pregare anche noi, con fiducia e con tutto il cuore, anche nel tempo difficile che stiamo vivendo, usando le parole che la liturgia ci suggerisce: «Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa dal male e apri i nostri cuori alla speranza, perché attendiamo vigilanti la venuta gloriosa di Cristo, giudice e salvatore».