Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo | Custodia Terrae Sanctae

Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo

Solennità San Giuseppe – Lettorato fra John Bomah

2Sam 7,4-5.12-14.16; Sal 88; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24

1. Carissimo fra John, Carissime sorelle, carissimi fratelli,

il Signore vi dia pace!

Oggi, qui a Nazareth, celebriamo la solennità di san Giuseppe e in questa occasione il nostro fratello John riceve il ministero del lettorato. Proviamo a riflettere brevemente sulla festa che celebriamo e alla luce di questa festa e in questo luogo speciale cerchiamo di cogliere anche il valore di questo ministero.

2. Anzitutto tre caratteristiche di san Giuseppe, lo sposo della Vergine Maria, che la Parola di Dio oggi ci suggerisce:
- è un uomo giusto;
- è un uomo aperto al sogno di Dio;
- è un uomo silenzioso ma pronto ad agire.

a) San Giuseppe è anzitutto un uomo giusto: vuol dire che è un uomo che si fida di Dio e che cerca sempre quale sia la volontà di Dio per poterla realizzare. Giuseppe non è preoccupato per se stesso, Giuseppe è preoccupato per la sua sposa, è preoccupato per la realizzazione del progetto di Dio ed è preoccupato perché non capisce più quale sia il suo posto in questo piano. Ma al tempo stesso si fida totalmente di Dio, desidera tutelare Maria e si chiede interiormente cosa voglia il Signore da lui. Ecco cosa vuol dire essere un uomo giusto.

b) Giuseppe, poi, è un uomo aperto al sogno di Dio. Vuol dire che Giuseppe sa che noi non siamo in grado di comprendere tutto quello che accade, anche nella nostra vita. E il sogno è lo strumento del quale Dio si serve per rivelargli una verità più profonda, che riguarda lui, che riguarda Maria, che riguarda il bambino che lei porta in grembo, che riguarda il piano di Dio, che riguarda la nostra salvezza: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,23).

c) Infine Giuseppe è un uomo silenzioso ma pronto ad agire. Nei primi due capitoli del Vangelo secondo Matteo non ci viene riportata una sola parola di Giuseppe. Però ci viene ripetuto come un ritornello che Giuseppe fa quello che il Signore gli chiede, prende con sé Maria, poi dopo la visita dei Magi a Betlemme prenderà con sé Maria e il bambino per salvarli da Erode, infine li prenderà con sé tornando qui a Nazareth. Quindi Giuseppe non parla ma agisce, però è anche grazie alla sua silenziosa obbedienza che il Verbo eterno del Padre trova spazio in una famiglia, che Gesù viene riconosciuto come il discendente di Davide che realizza le promesse di Dio e si manifesta come il nostro salvatore, Colui che ci salva dai nostri peccati.

3. Cosa dice a noi la figura di san Giuseppe e cosa può suggerire al nostro fratello John che riceve il ministero di lettore, viene chiamato cioè a servire più da vicino il mistero della Parola di Dio?

a) A ciascuno di noi san Giuseppe ricorda che è importante che cerchiamo anzitutto di fidarci in modo profondo di Dio e della sua Parola. E che cerchiamo la sua volontà anziché la nostra. Ricordiamoci che quando preghiamo il “Padre nostro”, non diciamo “sia fatta la mia volontà”, ma diciamo “sia fatta la tua volontà”, che significa: “Il mio desiderio più profondo è che si realizzi la tua volontà, che è volontà di bene su di me e sull’umanità intera, anche quando io non capsico il modo in cui questa tua volontà si realizza”. Se riusciamo a pregare così, se riusciamo a fare nostra questa mentalità, allora siamo alla scuola di san Giuseppe e alla scuola di Gesù, che è il Giusto per eccellenza, il cui cibo è fare la volontà del Padre e compiere la sua opera (Gv 4,34).

b) Poi san Giuseppe ci ricorda che proprio per questo è fondamentale restare aperti alle sorprese di Dio. Nessuno di noi è talmente intelligente da poter conoscere coi propri ragionamenti in ogni situazione e in ogni circostanza quello che Dio vuole da lui. Ma Dio ci viene incontro in tanti modi imprevedibili per aiutarci ad accogliere ciò che spesso non comprendiamo e per aiutarci a trovare il nostro posto nel Suo piano. Il Signore ci parla ancora, attraverso il sogno, attraverso un angelo o una persona che ci dice la parola giusta nel momento giusto, attraverso l’ascolto silenzioso e a cuore aperto della Sua Parola che ci aiuta a interpretare il senso di quel che accade e della nostra stessa vita.

c) Infine Giuseppe ci ricorda che non conta davanti a Dio essere bravi a parlare, ma piuttosto essere pronti ad agire! Sarà lo stesso Gesù a ribadire: “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). E san Francesco ci ricorda che: “Un uomo tanto sa quanto fa e un religioso predica bene nella misura in cui opera bene” (CAss 105)

4. Caro fra John, ricevendo oggi il ministero di lettore lasciati ispirare anche tu da san Giuseppe: la Parola di Dio sia il cibo di cui ti nutri per scoprire sempre la volontà di Dio e sia il cibo che offrirai ai tuoi fratelli e sorelle perché possano fare altrettanto. Proclama la Parola di Dio con fede, perché illumini il cammino dei tuoi fratelli e delle tue sorelle che vivono anche momenti di dubbio, di incertezza e di confusione. Soprattutto cerca di vivere la Parola e allora sarai capace di annunciarla efficacemente anche in modo silenzioso.

Ti aiuti in questo l’intercessione di san Giuseppe, uomo giusto, aperto al sogno di Dio e obbediente alla Sua Parola. E ti aiuti la Vergine Maria che qui ha accolto la Parola di Dio in modo così pieno e completo, che qui in lei la Parola si è fatta carne.

 

Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa

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2Sam 7,4-5.12-14.16; Ps 88; Rom 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24

1. Dear brother John, Dear brothers and sisters,

the Lord give you peace!

Today, here in Nazareth, we celebrate the solemnity of Saint Joseph. In this occasion our brother John will also receive the ministry of lector. Let us reflect briefly on the feast that we are celebrating, and in the light of this feast and in this special place let us try to understand the importance of this ministry.

2. First of all, the Word of God today suggests to us three characteristics of Saint Joseph, the spouse of the Virgin Mary:
- he is a just man;
- he is a man open to the dream of God;
- he is a silent man, but is always ready to act.

a) Saint Joseph is, first and foremost, a just man. This means that he is a man who trusts in God and who always tries to discover the will of God in order to act accordingly. Joseph is not preoccupied for himself. Joseph is preoccupied for his spouse, he is preoccupied for the realisation of the project of God and he is also preoccupied because he cannot understand his role in this plan. At the same time he trusts totally in God, he desires to protect Mary and interiorly asks the Lord to show him what he wants him to do. This is what it means when we say that Joseph was a just man.

b) Next, Joseph is a man who is open to the dream of God. This means that Joseph knows that we are not capable of understanding all that happens to us in our life. The dream is the means by which God reveals to Joseph a more profound truth, a truth which regards him, Mary and the child that she carries in her womb, a dream which regards the plan of God and our salvation: “Joseph son of David, do not be afraid to take Mary home as your wife, because she has conceived what is in her by the Holy Spirit. She will give birth to a son and you must name him Jesus, because he is the one who is to save his people from their sins” (Mt 1,23).

c) Lastly Joseph is a man of silence but is ready to act. In the first two chapters of the Gospel according to Matthew we do not find one single word uttered by Joseph. However we repeatedly hear the refrain that Joseph acts according to what God asks of him, that he takes Mary to live with him, that after the visit of the Magi in Bethlehem he takes Mary and the child and goes to Egypt in order to save them from Herod, and that lastly he returns with them here to Nazareth. Therefore Joseph does not speak, but he acts. It is thanks to his silent obedience that the eternal Word of the Father finds space within a family, that Jesus is recognised as a descendent of David who will realise the promises of God and that he manifests himself as our Saviour, as the one who will save us from our sins.

3. What does the figure of Saint Joseph say to us, and what can he suggest to our brother John who receives the ministry of lector, who is called to serve in a closer way the mystery of the Word of God?

a) To each and every one of us Saint Joseph reminds that it is important that, above all, we place our trust more profoundly in God and in his Word. That we must search for his will more than for our own will. Let us remember that when we pray the ‘Our Father’, we do not say “let my will be done”, but we say “your will be done.” The meaning of this expression is this: “My most profound desire is that your will be done, because it is a will of goodness upon me and upon the entire humanity, even when I do not understand the way in which this will is realised.” If we succeed in praying in this way, if we succeed in making ours this way of thinking, then we can become members of the school of Saint Joseph and of the school of Jesus, who is the Just One in an excellent way, since his food consists in doing the will of the Father and to complete his work (Jn 4,34).

b) Saint Joseph then reminds us that this attitude is fundamental in order to remain open to the suprises of God. No one among us is so intelligent as to know all that God wants out of him or her, thanks to his own reasoning and in every situation and circumstance. God comes to meet us in so many unforeseen ways in order to help us accept whatever we often do not understand and to help us find our place in His plan. The Lord still speaks to us, through dreams, through an angel or a person who tells us a just word in the right moment, through our silent and open-hearted listening of His Word, which helps us to interpret the sense of whatever happens in our life.

c) Lastly, Joseph reminds us that what counts before God is not whether we are experts in speaking, but rather whether we are ready to act! It is Jesus himself who tells us: “It is not anyone who says to me, ‘Lord, Lord,’ who will enter the kingdom of Heaven, but the person who does the will of my Father in heaven” (Mt 7,21). And Saint Francis reminds us that: “A man knows as much as he does, and a religious preaches well according to the measure of his good works” (Assisi Compilation105).

4. Dear brother John, today you are receiving the ministry of lector. Let yourself be also inspired by Saint Joseph: may the Word of God be your food with which you nourish yourself in order to discover the will of God. May the Word of God be the food that you offer to your brothers and sisters so that they may act likewise. Do proclaim the Word of God with faith, so it can enlighten the journey of your brothers and sisters who also go through moments of doubt, uncertainty and confusion. Above all, try to live the Word and then you will be able to proclaim it efficiently also in a silent manner.

May the intercession of Saint Joseph, the just man, help you in your endeavour to be open to the dream of God and to be obedient to His Word. May the Virgin Mary help you, she who in this place welcomed the Word of God in such a full and complete manner, that here, in her, the Word became flesh.

 

Fr. Francesco Patton, ofm
Custos of the Holy Land