2Sam 7,4-5.12-14.16; Sal 88; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24
1. Carissime sorelle, carissimi fratelli,
il Signore vi dia pace!
Oggi in tutta la Chiesa si celebra la solennità di san Giuseppe, sposo della Vergine Maria e Patrono della Chiesa universale. Qui a Nazareth, questa festa ha un sapore tutto particolare, perché qui oltre alla grotta dell’Annunciazione c’è anche la casa di Giuseppe, dove ci recheremo in processione al termine della celebrazione. Qui a Nazareth non c’è solo il luogo dell’annunciazione a Maria, ma anche quello dell’annunciazione a Giuseppe. Qui non ricordiamo solo la disponibilità di Maria a diventare la madre del Figlio di Dio, ma anche la disponibilità di Giuseppe a introdurre il Figlio di Dio, Gesù, nella dinastia e nelle promesse fatte a Davide.
Celebrare in modo solenne la figura di questo Santo che cosa significa? Usare vesti più belle? Addobbare la chiesa con più fiori? Fare più canti? Consumare più incenso? Dato che siamo in quaresima, mangiare di più e meglio?
Celebrare in modo solenne la figura di san Giuseppe significa anzitutto contemplare ciò che Dio ha operato nella sua vita, fare nostri gli atteggiamenti fondamentali con cui il Santo ha risposto alla chiamata di Dio, infine affidarci con fiducia alla sua intercessione benevola.
2. Proviamo allora anzitutto e brevemente a contemplare quello che Dio ha operato nella vita di san Giuseppe. Lo abbiamo appena ascoltato nel vangelo che è stato proclamato: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".
Dio ha chiesto a Giuseppe di cooperare al Suo disegno di salvezza in modo personale, accogliendo come proprio figlio il Figlio stesso di Dio, generato in Maria per opera dello Spirito Santo. Dio ha chiesto a Giuseppe, a questo uomo giusto, di introdurre quel bambino in una stirpe, la stirpe regale di Davide, e di dargli un nome, “Gesù”, che esprimerà la sua vocazione e la sua missione: salvare dai suoi peccati il suo popolo, l’umanità intera, e quindi anche ciascuno di noi.
Quello che Dio ha operato nella vita di Giuseppe è stato proprio aprirgli il cuore alla fiducia, affidargli il proprio Figlio unigenito e la sua madre, chiedergli di accogliere e custodire il nostro Salvatore nel suo ingresso dentro la nostra storia e dentro la nostra esistenza umana.
3. Vediamo in secondo luogo come san Giuseppe ha risposto alla chiamata di Dio, quali atteggiamenti suoi possono e devono diventare anche atteggiamenti nostri.
Giuseppe ha risposto in modo molto umano e al tempo stesso da uomo giusto, cioè da uomo che si fida di Dio e desidera compiere la Sua volontà. La sua prima reazione alla notizia della gravidanza di Maria è di sorpresa. Penso che la stessa Maria gli abbia comunicato quel che stava avvenendo in lei e il messaggio che lei stessa aveva ricevuto dall’angelo Gabriele. E Giuseppe, di conseguenza, si chiede: “Qual è il mio posto dentro questo avvenimento che supera infinitamente i miei progetti e la mia immaginazione?” Anche Giuseppe ha bisogno di un aiuto speciale da parte di Dio, di una Parola di Dio, che lo aiuti a comprendere il senso di quello che sta accadendo e qual è il suo posto dentro ciò che Dio sta realizzando.
Quando l’Angelo gli appare in sogno per rivelargli la volontà di Dio e lo aiuta a comprendere ciò che sta accadendo in Maria, sua sposa, allora Giuseppe si mette in gioco totalmente, in modo personale e con una fiducia straordinaria. Non dice una sola parola, ma fa subito quel che gli viene indicato da Dio.
Nelle situazioni in cui Dio ci sorprende e scombina i nostri progetti di vita, occorre che anche noi ci lasciamo aiutare a interpretare ciò che sta accadendo, ciò che ci sta accadendo. Abbiamo bisogno anche noi di un angelo che ci suggerisca, attraverso la Parola di Dio, il senso profondo di quello che ci accade, di quello che stiamo vivendo. Ma occorre anche che impariamo da Giuseppe a fidarci in modo profondo di quello che Dio ci suggerisce, occorre che impariamo a fare quello che Dio ci propone, perché in questo modo diventiamo collaboratori della salvezza che Dio continua a offrire al mondo, anche nel nostro tempo, attraverso il Suo Figlio Gesù.
4. Affidiamoci perciò all’intercessione di san Giuseppe, è il patrono universale della Chiesa, ha saputo custodire la Vergine Maria e lo stesso Figlio di Dio, sarà certamente capace di custodire anche noi, perché anche noi riusciamo a vivere la nostra vocazione e la nostra missione, perché anche noi riusciamo a fare quello che Dio ci propone e suggerisce.
Affidiamo la Chiesa intera, la Chiesa che vive in Terra Santa, le nostre comunità e le nostre famiglie, la vita di ciascuno di noi, all’intercessione fedele di san Giuseppe. Facciamolo con le parole suggerite dal santo papa Giovanni Paolo II:
San Giuseppe, con Te, attraverso di Te, / noi benediciamo il Signore! / Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini / per essere il casto Sposo di Maria, / Colui che sta alla soglia del mistero / della sua Maternità divina, / e che, dopo di Lei, / accoglie questa Maternità nella fede, / come opera dello Spirito Santo.
Tu hai dato a Gesù una paternità legale / nella stirpe di Davide.
Tu hai costantemente vegliato / sulla Madre e il Bambino / con affettuosa premura / per permettere di compiere la loro missione.
Il Salvatore Gesù si è degnato di sottomettersi / a Te come ad un padre / durante la sua infanzia e la sua adolescenza, / e ricevere da Te gli insegnamenti per la vita umana, / mentre Tu condividevi la sua vita / nell'adorazione del suo mistero.
Continua a proteggere tutta la Chiesa, / la famiglia nata dalla salvezza portata da Gesù!
Guarda alle necessità spirituali e materiali / di tutti coloro che ricorrono alla tua intercessione: / per mezzo tuo sono sicuri di raggiungere / lo sguardo materno di Maria / e la mano di Gesù che li soccorre.
Amen.
Fr. Francesco Patton OFM
Custode di Terra Santa