Il Profeta Mosè nel Giudaismo, Cristianesimo e Islam | Custodia Terrae Sanctae

Il Profeta Mosè nel Giudaismo, Cristianesimo e Islam

Apertura seminario

Altezza Reale il Principe El Hassan bin Talal
Eccellenza Mr. Jan Figel Inviato speciale UE per la promozione della libertà di religione e di fede
Dottoressa Majeda Omar, Direttrice dell’Istituto Reale di studi Interreligiosi (RIIFS), 
Eccellenza Signor Giovanni Brauzzi, Ambasciatore dell’Italia,
Professor Alberto Melloni, Presidente della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII (FSCIRE),
distinti ospiti convenuti per il seminario su “Il Profeta Mosè nel Giudaismo, Cristianesimo e Islam”,
benvenuti al Memoriale di Mosè sul Monte Nebo per queste giornate di studio e di condivisione.

1. Ci raduna qui oggi il memoriale di Mosè. Non è solo la denominazione del luogo in cui ci troviamo. E nemmeno è solo un ricordo di un personaggio del passato. È la memoria viva, attualizzante (questo il memoriale liturgico) di un evento, di una esperienza, di una vita che ha orientato e ancora orienta larga parte della storia dell’umanità.

Per noi che siamo qui, Mosè, certo con diverse accentuazioni, rappresenta il dono e la possibilità sempre nuova di un incontro con il Dio vivente, di un cammino verso la libertà autentica, che ci renda sempre più uomini e sempre meno schiavi, e della missione di testimoniare nel mondo la fede nell’unico Dio e la speranza nel suo amore provvidente.

2. Un incontro con il Dio vivente 
La vita di Mosè narra di un rapporto con Dio che è anzitutto relazione fiduciosa, e anche faticosa, mai scontata, con la sua Volontà, che è sempre volontà di bene e di vera libertà. La stessa Legge, che determina così profondamente l’esperienza credente di Mosè, trova il suo significato più profondo dentro questo rapporto, un’alleanza appunto, che chiede una progressiva apertura alla Sua volontà e una fiducia indefettibile in Lui. In un momento storico come quello in cui ci troviamo a vivere la figura di Mosè ci richiama alla necessità quanto mai urgente di ritrovare la verità autentica dell’esperienza religiosa, che è quella di camminare con Dio e con i nostri fratelli nell’ascolto obbediente della Sua Voce.

3. Un cammino verso la libertà autentica 
È questo il senso dell’intervento di Dio dentro la nostra vita e la nostra storia. Siamo discepoli di Mosè se impariamo a metterci al servizio della libertà autentica di ogni uomo e di ogni donna, se impariamo a custodire e promuovere la dignità di ciascuno, se rinunciamo ad opprimere e negare la vita degli altri. Tutto il percorso esistenziale di Mosè è un cammino per comprendere che la vera libertà è dono di Dio da accogliere e servire, è un cammino che ci insegna che l’autentica relazione con Dio conduce anche all’autentica libertà dell’uomo, promuove la vita anziché mortificarla. Mi commuove sempre meditare la morte di Mosè proprio qui, nel luogo che ne custodisce la memoria, dove ha potuto fare l’esperienza estrema della libertà, quella di consegnarsi con fiducia nelle mani di Dio.

4. Diventare popolo
È il sogno condiviso di ebrei, cristiani e musulmani. Il popolo di Dio, la Chiesa, la Umma sono parole, e anche esperienze, diverse per tradurre l’unico desiderio: essere insieme, essere comunità che vive unita e solidale con i più poveri, nel nome di Dio, testimoniando così in un mondo lacerato da conflitti e tensioni, la possibilità della riconciliazione e della pace. Se in questi anni stiamo dolorosamente sperimentando anche la terribile contraddizione della violenza in nome di Dio, il Signore ci sta anche consolando mostrandoci la concreta volontà di incontro e di collaborazione tra uomini e donne di buona volontà di religioni diverse. Anche questo nostro essere qui, insieme, ne è felice prova. [E qui ringrazio Sua Altezza Reale il Principe El Hassan bin Talal e Sua Eccellenza Mr. Jan Figel per la sensibilità mostrata nel voler patrocinare questa meritoria iniziativa di studi, nonché la Dottoressa Majeda Omar, Direttrice dell’Istituto Reale di studi Interreligiosi (RIIFS) (RIIFS), Sua Eccellenza Mr. Giovanni Brauzzi, Ambasciatore d’Italia in Giordania e rappresentante dell’UE].

5. Alla scuola di Mosè impariamo che diventiamo popolo attraverso un lungo cammino, quando ogni giorno, insieme, riscopriamo nel nome di Dio le ragioni e i valori che ci uniscono attraverso le epoche e i mille cambiamenti della storia. Ragioni e valori antichi e sempre nuovi: fratellanza, solidarietà, rispetto, civiltà, cultura, apertura alle differenze, accoglienza dello straniero. Le nostre religioni condividono tutte la cura e la pratica convinta dell’ospitalità. 
Essere e diventare popolo oggi passa attraverso stili di condivisione e di accoglienza, di apertura e di convivialità. Auguro una buona riuscita a questo seminario di studio: che ripensare a Mosè, in questo luogo benedetto e santo, ci apra all’incontro autentico con il Dio vivente, ci introduca nell’esperienza della vera libertà, e ci aiuti a diventare sempre più popolo che sperimenta e testimonia a tutti la misericordia del Signore! Buon esito.


Fr. Francesco Patton OFM
Custode di Terra Santa

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“Prophet Moses in Judaism, Christianity and Islam”

Your Royal Highness Prince El Hassan bin Talal
Your Excellency Mr. Jan Figel EU Special Envoy for the Promotion of Freedom of Religion or Belief
Dr. Majeda Omar, Director of Royal Institute for Inter-Faith Studies (RIIFS),
Your Excellency Mr. Giovanni Brauzzi, Ambassador for Italy,
Professor Alberto Melloni, President of the Foundation for Religious Sciences John XXIII,
Distinguished guests gathered here for the seminar on “The Prophet Moses in Judaism, Christianity and Islam,” 
Welcome to the Memorial of Moses on Mount Nebo for these days of study and sharing.

1. The Memorial of Moses unites us together here today. This is not just the name of the place in which we are meeting. Neither is it just a memory of a personage of the past. It is a living memory, a memory which is always present (that is, a liturgical memory) of an event, an experience, a life that has oriented and still gives orientation to the major part of the history of humanity.

For us who are gathered here, Moses, certainly with diverse accentuations, represents the gift and the possibility, which is ever new, of a meeting with the living God, of a journey towards authentic freedom. This renders us ever more men and women, and ever less slaves, and entrusts us with the mission to give witness in the world to our faith in the only God and fills us with hope in his providential love.

2. A meeting with the living God 
The life of Moses speaks of a relationship with God, which is, first and foremost, a trustworthy relationship, but also a strenuous relationship which cannot be taken for granted, one which concerns his Will, which is always a will for goodness and for true freedom. The same Law, which determined in such a profound manner the faith experience of Moses, finds its most profound significance in this relationship, which is precisely an alliance, asking for a progressive opening to His will and to an unfailing trust in Him. In a historical moment like the one in which we live, the figure of Moses recalls our mind to the urgent need to rediscover the authentic truth of religious experience, which is that of walking with God and with our brothers and sisters in the obedient listening of His Voice.

3. A journey towards authentic freedom 
This is the meaning of the intervention of God in our life and in our history. We are disciples of Moses if we learn to place ourselves at the service of the authentic freedom of each and every man and woman, if we learn to guard and promote the dignity of each and every human person, if we renounce to oppressing and denying the life of other fellow human beings. The entire existential journey of Moses is a journey with the aim of understanding that true freedom is a gift of God, which we have to welcome and serve. It is a journey that teaches us how an authentic relationship with God can also lead to an authentic freedom of man, how it can promote life instead of rendering it miserable. I am always touched whenever I meditate upon the death of Moses, whose memory is enshrined in this very place. It was here that Moses could do the extreme experience of freedom, that of giving himself over with trust in the hands of God.

4. To become a people
This is the dream shared by Jews, Christians and Muslims. The people of God, the Church, the Umma, are words, but also diverse experiences, to translate this unique desire: to be together, to be a community which lives united and in solidarity with the poorest among the poor, in the name of God, and thus to give witness in a world divided by conflicts and tensions, to become a possibility for reconciliation and peace. If during these years we are sadly making experience also of the terrible contradiction of violence in the name of God, the Lord also consoles us by showing us this concrete determination of men and women of good will from different religions to meet and collaborate. Even our being here today, together, is a joyful proof of this desire. [Here I would like to thank His Royal Highness Prince El Hassan bin Talal and His Excellency Mr. Jan Figel for the sensibility they are showing by wanting to patronise this meritorious initiative of studies, as well as Doctor Majeda Omar, Director of the Royal Institute for Inter-Faith Studies (RIIFS), His Excellency Mr. Giovanni Brauzzi, Ambassador of Italy and EU representative, and Professor Alberto Melloni President of the Foundation for Religious Sciences John XXIII].

5. At the school of Moses we learn how to become a people through a long journey, when every single day, together, we rediscover in the name of God the reasons and the values that have bound us together through the ages and through the countless changes of history. These are reasons and values which are always old and always new: fraternity, solidarity, respect, civilisation, culture, openness to differences, welcoming of foreigners. Our religions share all the care and practice, which is convinced of the value of hospitality.

To be and to become a people today is a reality that passes through styles of sharing and welcoming, of openness and conviviality. I extend my best wishes for the success of this seminar of studies. May our reflection upon Moses, in this blessed and holy place, open us to an authentic encounter with the living God. May it introduce us to the taste of true freedom, and may it help us to become ever more a people who experiences and gives witness to all of the mercy of the Lord! Wishing all success in this endeavour.  

 

Fr. Francesco Patton OFM 
Custos of the Holy Land