1Re 19,4-9.11-15; dal Sal 26; Col 3,12-17; Gv 15,9-17
1. Carissime sorelle e carissimi fratelli, in special modo carissimi Fr. Alexander, Hector, Maikel e Merwin, il Signore vi dia pace!
La Parola di Dio che avete scelto per questa vostra prima professione è molto significativa. Ci svela il fondamento segreto di ogni vocazione, che è essenzialmente un dono; ci fa prendere coscienza della nostra piccolezza e fragilità di fronte a questo dono, infine traccia per noi un sicuro itinerario da seguire per poter crescere nel rispondere ogni giorno alla chiamata del Signore.
2. Anzitutto il fondamento segreto della nostra chiamata, che è anche ciò che rende a noi possibile viverla. Questo fondamento segreto è nella preghiera di Gesù. Il capitolo 17° del Vangelo secondo Giovanni è il testo più citato negli “Scritti” di san Francesco, e san Francesco cita questo testo per ricordarci che noi possiamo rispondere alla nostra vocazione e deporre la nostra volontà nella volontà del Padre proprio perché Gesù lo ha fatto prima di noi e perché Gesù ha pregato il Padre per noi.
Il 7 settembre di 36 anni fa, io stavo al vostro posto. Assieme a un gruppo di novizi come voi oggi, al termine dell’anno della prova, anche io facevo i miei primi voti in questo luogo così speciale, che è la Verna, il luogo della piena conformazione di Francesco al Cristo crocifisso. In questi 36 anni ho visto tanti cambiamenti nella nostra forma di vita, ho visto giovani venire per condividere la nostra vocazione e altri partire e lasciarla. Una cosa ho imparato per esperienza personale, ed è che per rispondere a questa chiamata le nostre forze sono insufficienti. Ciò che ci permette di corrispondere al dono che abbiamo ricevuto, ciò che ci permette di camminare giorno dopo giorno sulle orme di Gesù, ciò che ci rende capaci di “osservare il suo Vangelo vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità” è il fatto che Lui stesso ha pregato e continua a pregare per noi, Lui stesso ci sostiene e ci dà forza, Lui stesso manifesta continuamente la sua grazia, benevolenza e misericordia a noi che siamo fragili, tendenzialmente egoisti, facilmente infedeli.
Oggi carissimi Alexander, Hector, Maikel e Merwin voi dite un sì al Signore, ma ricordatevi che se vi disconnettete dalla relazione con Gesù, se vi sottraete alla grazia della sua preghiera, la vostra vita da frati minori si esaurirà molto in fretta.
3. In secondo luogo le letture che ci avete proposto ci ricordano anche ed appunto che siamo persone fragili, come Elia, e che talvolta le difficoltà ci farebbero venir voglia di mollare tutto: “Prendi la mia vita, Signore, perché non sono migliore dei miei padri”. E ancora una volta e di nuovo è il Signore a farci comprendere che la nostra debolezza e la nostra fragilità non lo spaventano. È lui a darci un nutrimento sufficiente per farci camminare nel deserto, è Lui a rivelarsi a noi in modo misterioso e silenzioso non in modo appariscente e spettacolare, è ancora Lui a riconfermarci ogni volta continuando a chiamarci perché noi possiamo continuare a rispondere e a svolgere la missione che lui ci affida.
Voi professate la forma di vita francescana nella Custodia di Terra Santa, provate a pensare quanti nostri confratelli pur nella loro fragilità, hanno dato la vita per amore di Gesù in Terra Santa, perché sostenuti da questa misteriosa e silenziosa presenza che è la presenza del Signore.
Pensate ai nostri fratelli che in questi anni di guerra e di dure prove sono rimasti in Siria accanto ai nostri cristiani e a tutti i bisognosi. Non l’hanno fatto per forza propria, l’hanno fatto perché il Signore li ha sostenuti e confortati ogni volta che avrebbero avuto il desiderio di mollare tutto e di scappare. E anche loro stanno pregando per voi, oggi, specialmente p. Hanna e p. Luoui, ma anche gli altri frati della Regione, come mi ha scritto ieri il Ministro regionale Fr. Firas Lutfi.
La nostra fragilità, la nostra debolezza, se messa nelle mani del Signore e se sostenuta dalla sua grazia, diventa forza.
4. In terzo luogo, la Parola di Dio ci ha ricordato anche che esiste una disciplina da apprendere e da seguire. San Paolo, nella seconda lettura ci ha indicato una serie di sentimenti, di atteggiamenti, di scelte e di azioni che dobbiamo fare nostre. Nella stessa formula di professione noi diciamo che ci impegniamo a “osservare fedelmente la Regola secondo le Costituzioni generali”. A poco servirebbero il dono della chiamata e la grazia che ci vien data di viverla se noi non ci impegnassimo fino in fondo, con tutta l’anima e il corpo, con i nostri pensieri e desideri, con la volontà e la capacità per corrispondere a questo dono vivendo secondo la Regola che il Signore ha ispirato a san Francesco. Certo la Regola richiama l’assunzione di una disciplina, ma la disciplina – ce lo ricorda la parola stessa – è la via attraverso la quale impariamo a diventare discepoli: discepoli che mettono la propria volontà nelle mani del Padre insieme con Gesù attraverso l’obbedienza; discepoli che hanno in Dio la propria unica ricchezza “a sufficienza” e il proprio “tutto” come insegna Francesco qui alla Verna (Lodi di Dio Altissimo) e perciò possono vivere sine proprio; discepoli che imparano ad “offrire il proprio corpo come sacrificio spirituale gradito a Dio” (Rm 12,1) attraverso il voto di castità; discepoli che imparano a superare, attraverso il consegnarsi a una fraternità, la cultura narcisista ed egoista in cui siamo immersi; discepoli che assumono una regola che dà forma evangelica alla propria vita per superare l’idea di una libertà e di una spontaneità senza regole, che anziché far crescere distrugge.
5. Carissimi Fr. Merwin, Fr. Maikel, Fr. Hector e Fr. Alexander che il Signore vi aiuti a crescere sempre più dentro questa vocazione e ad aderire sempre più a questo dono. Voi vi impegnate a rispondere a un grande dono con il dono della vostra stessa vita, ma il Signore vi promette e garantisce molto di più, come io stesso vi dirò durante il rito della professione: “Ed io, a nome della Chiesa e della nostra Fraternità, ricevo i tuoi voti, e da parte di Dio onnipotente, se osserverai queste cose, ti prometto la vita eterna”.